Padre Ielpo (Custode), “quante speranze infrante in Terra Santa”

Non restare prigionieri del dolore, della delusione, della notte. È l’invito lanciato dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Ielpo, domenica scorsa nella celebrazione della Solennità dei Santi Simeone e Cleofa, i discepoli di Emmaus, svoltasi a El-Qubeibeh, a circa 11 chilometri a nord-ovest di Gerusalemme, nei Territori Palestinesi, appena oltre il muro di separazione tra Israele e la Cisgiordania. Luogo che la tradizione cristiana identifica come Emmaus, località verso cui i due si dirigevano dopo la resurrezione, quando Gesù si fece loro compagno di strada. Il richiamo di padre Ielpo è ai due discepoli, “con il volto triste”, che “incarnano tutti coloro che vivono la delusione di una speranza spezzata: ‘speravamo fosse lui a liberare Israele’”. “Quante speranze, in questa terra, giorno dopo giorno vengono infrante – ha ricordato il Custode – quanti volti tristi di uomini, donne e bambini che non vedono riconosciuti i loro diritti, le loro legittime aspirazioni, l’anelito a una sospirata liberazione dalla povertà, dall’incertezza e dalla precarietà”. Per padre Ielpo “Simeone e Cleofa rappresentano tutti coloro che camminano sfiduciati e delusi, con lo sguardo rivolto verso il basso, perché non intravedono alcuna possibilità di bene per la loro vita e per il loro futuro”. Fino a quando Gesù si fa loro compagno di viaggio. Celebrare la festa di Simeone e Cleofa, per i frati della Custodia di Terra Santa, ha spiegato padre Ielpo, “significa porsi accanto agli uomini e alle donne di questa terra con un’altra narrazione: non quella della rassegnazione e dello sconforto, ma quella che aiuta a leggere ogni evento alla luce della Parola di Dio. Camminare accanto agli uomini dal volto triste significa proclamare che, nelle sofferenze di Cristo, nella sua passione e nella sua morte, è già racchiusa tutta la forza della risurrezione. Significa mettersi accanto a chi vive in questa terra, spezzando la Parola di Dio, l’unica capace di illuminare il nostro cammino”. Da qui la preghiera finale: “Per l’intercessione dei santi martiri Simeone e Cleofa, chiediamo la grazia di continuare a spezzare la Parola e l’Eucaristia alle pietre vive di questa terra. Solo così potremo lasciare spazio al Risorto, perché illumini la notte che sta attraversando la Terra Santa. Solo così i volti tristi ritroveranno speranza e vita”.