Chiesa
E ora silenzio perché deve parlare Dio

E ora la parola allo Spirito Santo. Dopo dodici congregazioni e tanti incontri informali i cardinali, chiamati a dare un vescovo a Roma, eleggendo il nuovo successore di Pietro, entrano nel silenzio. Dopo aver ascoltato la voce dei confratelli e la voce del popolo di Dio, ora è tempo di ascoltare Dio. Con la messa “pro eligendo” nella Basilica di San Pietro ci si prepara in preghiera al Conclave. Nella stessa giornata l’ingresso nella Cappella Sistina per il giuramento e poi l’extra omnes. Fuori tutti coloro che non sono chiamati a questo grave compito di scegliere il papa. Il 267mo successore di Pietro, l’amico dello Sposo, sarà chiamato a guidare la barca della Chiesa tenendo la mano ferma sul suo timone. Un tornante difficile della storia ha definito questo momento epocale – ha detto il cardinale Re, decano del Sacro collegio- che richiede una scelta eccezionale. Ai cardinali deve stare a cuore il Dio di Gesù Cristo e il bene dell’umanità. Il messaggio dell’amore dovrà guidare i passi del nuovo pontifice e di tutti i suoi discepoli. Un amore sul modello di Cristo che arriva fino al dono di sé. Tra i compiti del papa c’è il compito della comunione che la chiesa sia sempre casa e scuola di comunione anche nelle diversità. Ogni papa incarna Pietro e la sua missione in maniera unica. In ogni elezione del Papa è Pietro che ritorna. Ecco allora la grande responsabilità di mettere nelle mani giuste le chiavi di Pietro. Il mondo si aspetta tanto dalla Chiesa e il futuro pontefice dovrà raccogliere questa sfida.
