Chiesa
Leone XIV ad Albano: servizio, silenzio e incontro per una cultura di pace
Il Santo Padre ha presieduto l’Eucarestia nella cattedrale di Albano, commentando la pericope evangelica lucana di Gesù nella casa di Marta e Maria
“Il servizio e l’ascolto, infatti, sono due dimensioni gemelle dell’accoglienza.Prima di tutto nel nostro rapporto con Dio. Se infatti è importante che viviamo la nostra fede nella concretezza dell’azione e nella fedeltà ai nostri doveri, a seconda dello stato e della vocazione di ciascuno, è però pure fondamentale che lo facciamo partendo dalla meditazione della Parola di Dio e dall’attenzione a ciò che lo Spirito Santo suggerisce al nostro cuore, riservando, a tale scopo, momenti di silenzio, momenti di preghiera, tempi in cui, facendo tacere rumori e distrazioni, ci raccogliamo davanti a Lui e facciamo unità in noi stessi”. È questo uno dei passaggi più significativi dell’omelia pronunciata questa mattina da papa Leone XIV nella cattedrale di San Pancrazio, ad Albano, dove ha presieduto l’Eucarestia nella XVI domenica del tempo ordinario. Il Santo Padre ha meditato sulla pericope lucana che descrive l’atteggiamento di Marta e Maria dinanzi al Signore. Guardando a Maria, che si pone in ascolto di Gesù, per Leone XIV “questa una dimensione della vita cristiana che oggi abbiamo particolarmente bisogno di recuperare, sia come valore personale e comunitario che come segno profetico per i nostri tempi”, ovvero “dare spazio al silenzio, all’ascolto del Padre che parla e «vede nel segreto» (Mt 6,6)”. Una pericope che, secondo il pontefice, dice qualcosa di importante proprio nel tempo estivo. “I giorni estivi possono essere un momento provvidenziale in cui sperimentare quanto è bella e importante l’intimità con Dio, e quanto essa può aiutarci anche ad essere più aperti, più accoglienti gli uni verso gli altri”.Difatti, per papa Prevost, questi “sono giorni in cui abbiamo più tempo libero, sia per raccoglierci e meditare, che per incontrarci, spostandoci e scambiandoci visite”. Da qui l’esortazione: “Approfittiamone per assaporare, venendo dal turbine di impegni e preoccupazioni, qualche momento di quiete, di raccoglimento, come pure per condividere, recandoci in qualche posto, la gioia di vederci – come per me, oggi, qui –, facciamone l’occasione per prenderci cura gli uni degli altri, per scambiarci esperienze, idee, per offrirci reciprocamente comprensione e consiglio: questo ci fa sentire amati, e tutti ne abbiamo bisogno”. Questo consentirà di promuovere “nella solidarietà, nella condivisione della fede e della vita, una cultura di pace, aiutando anche chi ci sta attorno a superare fratture, ostilità e a costruire comunione: tra le persone, tra i popoli, tra le religioni”.
