I papi e la venerazione per Maria

Tutti i vescovi di Roma hanno posto il loro ministero petrino sotto l’ala protettrice della madre di Dio

La devozione alla Madonna è un dato che accomuna tutti i pontefici romani. Le preghiere, le suppliche, le visite ai santuari e le ricorrenze mariane sono sempre state occasioni feconde di crescita spirituale per i successori di Pietro, che hanno plasmato la loro esistenza e il loro ministero sull’esempio della Vergine. Concentriamo l’attenzione sul legame che i vicari di Cristo, vissuti tra la fine dell’ottocento e i giorni nostri, hanno avuto con la mamma celeste, partendo dal pontificato di Pio IX (1846-1878). La spiritualità semplice e profonda di Mastai Ferretti fu segnata dall’amore per Gesù eucarestia e dalla venerazione per la Madonna. Promulgando la bolla Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854, Pio IX pose fine a secoli di diatribe, che vedevano contrapposti diversi teologi sulla materia riguardante la nascita senza peccato di Maria,  sancendo definitivamente il dogma dell’Immacolata concezione, confermato dalle 18 apparizioni che si susseguirono a Lourdes a partire dall’11 febbraio 1858. Leone XIII (1878-1903), padre della Rerum Novarum, era anche definito il “papa del Rosario”, per via delle numerose encicliche redatte sulla preghiera mariana. È stato il primo ad aver avuto uno stretto rapporto con il santuario di Pompei, contribuendo alla diffusione del culto alla Vergine. Con l’enciclica Supremi apostolatus officio del 1° settembre 1883, Pecci esortò i cristiani a rivolgersi alla Madonna mediante la recita della coroncina, per fronteggiare i mali della società. Da qui derivò la stesura della Supplica alla Regina del SS. Rosario di Pompei ad opera di Bartolo Longo. Pio X (1903-1914) scrisse la sua prima Lettera enciclica Ad diem illum (1904) per il 50° anniversario della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. Il santo faceva costante ricorso a Maria, specialmente nei momenti più difficili, comunicando l’idea di lei come del mezzo più potente per la restaurazione di ogni cosa in Cristo. Era devoto alla Vergine del Monte Carmelo e al privilegio sabatino legato allo scapolare, di cui si fanno promotori i carmelitani. Benedetto XV (1914-1922) commemorò il 60° anniversario delle apparizione di Lourdes, inviando la lettera Quum Annus Compleretur al vescovo di Tarbes e Lourdes, monsignor Schoepfer, con la quale gli suggerì di organizzare solenni celebrazioni in ricordo di queste manifestazioni mariane, all’indomani della prima guerra mondiale. Benedetto XV fu legato al culto della Madonna di Loreto, a cui affidò tutti gli aeronauti, accogliendo i desideri dei piloti d’aereo del primo conflitto mondiale. Pio XI (1922-1939), il papa del Concordato del 1929, fu il primo a rivolgersi a Maria chiamandola “Corredentrice” dell’opera del Redentore. Ordinò uno studio approfondito del culto di Fatima, alla luce dell’incessante flusso di pellegrini che si accalcavano alla Cova d’Iria, approvando infine le apparizioni mariane avvenute tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917. Pio XII (1939-1958) ebbe una speciale devozione per la Vergine Maria, negli anni in cui si consumava il secondo conflitto mondiale. Celebrò la sua prima messa da presbitero dinnanzi alla Salus Populi romani di Santa Maria Maggiore a Roma, venendo consacrato vescovo il 13 maggio 1917, il giorno stesso in cui a Fatima appariva Maria ai tre pastorelli. La sua elevazione a cardinale venne annunciata il 7 dicembre 1929, vigilia dell’Immacolata. Eletto papa affidò il suo ministero petrino a Maria “Stella del mare”. Fu lui che, nel 1940, riconobbe definitivamente le apparizioni di Fatima e consacrò, nel 1942, il mondo al Cuore immacolato di Maria. Pacelli proclamò il dogma dell’Assunzione il 1° novembre 1950. Giovanni XXIII (1958-1963), il papa buono che convocò il Concilio Vaticano II, amava recarsi in diversi santuari mariani (Madonna delle Caneve, il santuario della Cornabusa, il santuario della Madonna del Bosco). Roncalli voleva guidare i fedeli ad incontrare Cristo mediante sua madre, perché è proprio lei che favorisce l’avvento del Regno del Padre. A Loreto invitò ad elevare suppliche alla Vergine, mediante la recita del Rosario, affinché intercedesse per il buon esito del Concilio Ecumenico. Consacrò l’Italia al Cuore di Maria e, con l’enciclica Grata Recordatio (1959), esortò i cristiani ad accostarsi al Rosario per implorare la pace. Paolo VI (1963-1978) insegnò ai fedeli come amare Maria per abbracciare Gesù. Nei difficili anni della guerra fredda, Montini pregò la Madonna affinché aiutasse la Chiesa, ormai aperta alla modernità con il Concilio, a non smarrire se stessa e a mantenere la sua identità in Cristo. Per tutta la vita Paolo VI mantenne l’impostazione mariana a tre: “Gesù-Maria-l’uomo”. Alla Madre di Dio dedicò 2 encicliche e 3 esortazioni apostoliche, l’ultima delle quali è la Marialis cultus (1974) con cui regolamentò la devozione mariana adeguandola ai tempi moderni, dando una visione della Vergine abbandonata al Signore, basata sui Vangeli e sui dati dottrinali, e raccomandando la recita del Rosario. Giovanni Paolo I, morto poco più di un mese dopo la sua elezione nel 1978, affermava di non vergognarsi di recitare la coroncina, che lo aiutava in tutte le situazioni. La sua fu una venerazione spontanea nei confronti di Maria, coltivata sin da piccolo nel suo ambiente domestico e con visite a vari siti religiosi. Era legato al santuario della Madonna di Pietralba in Alto Adige, dove si recava anche da vescovo in estate. Il papa dall’impronta mariana più evidente fu Giovanni Paolo II (1978-2005). Tutto il suo pontificato fu una meravigliosa parabola illuminata dalla luce della mamma celeste. Il papa polacco amò Maria sin dall’infanzia, crescendo in una famiglia fortemente religiosa, frequentando la parrocchia e facendo vari pellegrinaggi. Salito al Soglio pontificio sintetizzò la sua fede mariana nella Lettera enciclica Redemptoris Mater, pubblicata durante la festa dell’Annunciazione nel 1987. Che il suo ministero petrino avesse come luce la “Stella Maris” lo dimostra il suo motto “Totus tuus Maria”. Celeberrimo il suo legame con la Madonna di Fatima, consolidatosi in seguito all’attentato del 13 maggio 1981. Il papa si disse certo che proprio la mano della Madonna avesse deviato il proiettile da centri vitali del suo corpo. Amava recitare il Rosario, ebbe un rapporto affettivo con Pompei e, come ogni bravo polacco, restò sempre devoto alla Madonna nera di Czestochowa. Benedetto XVI (2005-2013) approfondì nei suoi scritti la devozione mariana nel complesso della fede. Nato nel giorno in cui morì Santa Bernadette, Ratzinger vide nella veggente di Lourdes un punto di riferimento per la sua vita e per la sua crescita spirituale. Amante del Rosario, il Sommo pontefice descrisse Maria come modello esemplare di carità e specchio di ogni santità nell’enciclica Deus caritas est (2005). Per lui era la “Stella della speranza” che invocò a Lourdes e in altri siti religiosi, menzionandola perfino nella sua Spe salvi (2007). Papa Francesco (2013-2025), fin dall’inizio del suo pontificato, manifestò la sua affezione per la Vergine. Il Rosario era per lui la preghiera che accompagnava la sua esistenza e quella dei semplici e degli umili. Era attratto dall’immagine di “Maria che scioglie i nodi”, ma è molto più conosciuto il suo attaccamento all’icona bizantina della Vergine “Salus populi romani”, conservata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, attribuita a San Luca. Bergoglio pregò dinnanzi ad essa innumerevoli volte e prima di ogni viaggio. Portò sempre con sé la storia mariana del Sud America connessa, tra le altre cose, all’adorazione per la Madonna di Guadalupe. Sosteneva che la Vergine era una mamma sempre presente in mezzo al suo popolo, una discepola e missionaria di Gesù. Con l’Evangelii Gaudium (2013) Francesco ha lasciato un insegnamento importante: tutto ciò che diciamo di Maria dovrebbe applicarsi alla Chiesa, una Chiesa che deve essere una madre forte, ferma, tenera e pronta a prendersi cura dei suoi figli. Il neo pontefice Leone XIV, eletto l’8 maggio, giorno in cui si celebra la Madonna del Pilerio, è un figlio devoto all’immagine sacra della “Madre del Buon Consiglio”, conservata nella basilica santuario di Genazzano, borgo medioevale distante 60 chilometri da Roma. Il sito religioso, tanto caro agli Agostiniani, sta a cuore al papa nordamericano che ha avuto modo di visitarlo l’anno scorso quand’era ancora cardinale, testimoniando una profonda devozione per quest’antica tradizione mariana. Non è un caso, quindi, che Prevost abbia voluto far visita a questo tempio di culto e alla suddetta effige il 10 maggio, a due giorni dalla sua nomina come successore di Pietro, affidando alla madre di Dio il suo pontificato.