Il Tar conferma il -4, è tempo di pensare al futuro del calcio a Cosenza

A retrocessione oramai certa, è opportuno che ci si muova per salvare il Cosenza calcio, un fenomeno sociale prima che un’azienda

L’esito scontato del ricorso al Tar confema ancora una volta il destino infausto del Cosenza, che dopo 7 anni saluta la serie B. Difficile aspettarsi il contrario dalla giustizia amministrativa, attesi i profili di colpevolezza del Cosenza ma soprattutto l’assenza di profili di illegittimità nelle decisioni della giustizia sportiva. Nemmeno gli esperti avvocati incaricati dalla società sono stati sufficienti a ribaltare un verdetto abbastanza chiaro. I 4 punti di penalità pesano eccome sulla stagione del Cosenza, che si è via via perso fino a occupare stabilmente l’ultimo gradino della classifica.
A breve anche la matematica dirà la retrocessione dei rossoblù, che così perdono il prezioso patrimonio della B non avendo fatto praticamente nulla, quest’anno, per salvaguardarlo.
Siamo ad aprile, e consapevoli dell’esito sul campo, in condizioni normali ci sarebbe tutto il tempo per programmare il futuro.
In condizioni normali, appunto. Ma a Cosenza non c’è nulla di normale in questo momento. La massa debitoria, la confusione generale non lascia presumere nulla di buono.
Adesso occorrerebbe anche un intervento del sindaco, perché si faccia sin da subito il possibile per salvare il Cosenza da un non impossibile fallimento. Il calcio è un fenomeno sociale, prima che aziendale o economico.
A meno che Guarascio, finalmente, non decida di cedere la mano a un offerente serio, che si assuma la massa debitoria e le garanzie a essa correlata. C’è ancora tempo, ma prima si fa e molto meglio è.