Primo rilievo 3D del Colosseo con documentazione digitale e modellazione HBIM

Fra le tecniche impiegate per realizzare questo progetto tridimensionale ci sono la topografia tradizionale, il laser scanner e la fotogrammetria con e senza droni

Quando si pensa alla gloria dell’Impero Romano, il nostro immaginario corre subito ad un grande monumento, il Colosseo. È difficile riuscire a trovare qualcosa di originale da dire sul simbolo non solo dell’Urbe, ma della romanità in generale. Il filosofo e teologo irlandese, Beda il Venerabile, nell’VIII secolo d.C., quando il mondo classico romano era ormai un ricordo, scriveva: “Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma”. Oggi la tecnologia digitale consente la conservazione di un patrimonio così importante, rendendo disponibili e fruibili, in maniera più rapida, le informazioni sul suo conto. Il Parco archeologico del Colosseo, diretto da Alfonsina Russo, ha realizzato il primo database geometrico-morfologico completo del famoso anfiteatro flavio, dando una forte spinta in avanti in direzione della valorizzazione del bene. Il progetto, che ha avuto una durata biennale, è stato sottoposto alla direzione scientifica della dottoressa Federica Rinaldi e dell’architetto Barbara Nazzaro. Diverse imprese guidate dal Consorzio Futuro in Ricerca CFR di Ferrara, con il sostegno di GEOGRA’ Srl di Sermide, l’ETS Srl e JANUS Srl di Roma, hanno offerto il loro contributo alla realizzazione del modello 3D del Colosseo. È un progetto di rilievo tridimensionale ottenuto con la tecnica HBIM (Heritage Building Information Modelling), evoluzione della metodologia BIM, che trova applicazione nella riqualificazione del patrimonio storico e architettonico esistente. Il modello tridimensionale del Colosseo è una copia assolutamente fedele dell’originale, che integra dati geometrico-morfologici e informazioni specifiche sui materiali, sui colori, sulle tecniche costruttive, sulla storia del reperto, sul suo degrado e sugli elementi originali, tutti presenti in un solo ambiente. Per ottenerlo sono stati eseguiti dei rilievi integrati, combinando varie tecnologie: topografia tradizionale, laser scanner, fotogrammetria terrestre e a drone. I potenti laser scanner, sia terrestri che aerei con droni, hanno consentito un rilievo fisico dell’anfiteatro, realizzando delle scansioni ad alta risoluzione di varie posizioni georeferenziate (esterni, cavea, ipogei e cunei interni), a partire dalle quali è stato possibile comporre il modello tridimensionale. Con la fotogrammetria sono state generate altre immagini, ritraenti la struttura di ogni elemento del Colosseo. Le informazioni ottenute riguardanti i materiali, le tecniche costruttive, le superfetazioni, gli stati di degrado, le condizioni strutturali e la stratigrafia murale del Colosseo, sono state inserite in un archivio dinamico accessibile tramite rete VPN, che può essere condiviso da tutti gli esperti ed è soggetto a continui aggiornamenti e revisioni. “Avere un modello HBIM del Colosseo”, ha dichiarato Alfonsina Russo, “significa custodire e analizzare il passato con gli strumenti del futuro: finalmente sarà possibile una gestione integrata e multidisciplinare del monumento, prevedendo analisi strutturali, monitoraggio conservativo e pianificazione degli interventi attraverso un sistema informativo interoperabile e aggiornabile nel tempo. La sfida per il futuro, grazie alla presenza di uno strumento innovativo che consente una integrazione di dati archeologici, geometrici e materici in un ambiente digitale unico, supportando decisioni più consapevoli e interventi più sostenibili, sarà quella di sviluppare e implementare la formazione specialistica e mantenere il necessario coordinamento con gli enti di ricerca pubblici e gli operatori del settore privato, affinché le potenzialità del digitale si traducano in valore reale per la conservazione della memoria collettiva”. Il modello 3D del Colosseo permette di pianificare, controllare e documentare ogni intervento futuro, e serve per effettuare nuovi studi e nuove ricerche. Il modello HBIM, inoltre, stimola la connessione multidisciplinare tra vari ambiti: archeologia, ingegneria e arte. Il Colosseo diventa quindi un laboratorio all’avanguardia, capace di intersecare tradizione storica e modernità digitale.