Cultura
Giubileo, media e mezzi pubblici

I mezzi comunicativi e lo sviluppo delle linee ferroviarie hanno reso l’Anno Santo un fenomeno globale
Il Giubileo è un evento sacro che assume una rilevanza mondiale, grazie al lavoro performante dei mass media e alla disponibilità offerta dai mezzi di trasporto. Il libro Pellegrini e spettatori. I Giubilei, il treno, i media (Giunti editore) si concentra sull’impatto che lo sviluppo delle reti ferroviarie e l’avanzata delle tecnologie mediali hanno avuto, da un secolo e mezzo circa, sull’esperienza del pellegrinaggio giubilare, e su come il papato abbia interpretato e organizzato nel tempo gli Anni Santi. Il volume, a cura di Gianluca della Maggiore, Direttore del Centro CAST (Centro di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies), e di mons. Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione MAC (Memorie Audiovisive del Cattolicesimo), nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane e MAC. Il libro contiene immagini, pubblicità e rimandi a vari cinegiornali storici, estratti da varie istituzioni tra cui l’Archivio FS, l’Archivio Storico dell’Istituto Luce e l’Archivio Apostolico Vaticano, oltre ai contributi di tanti studiosi tra cui Gabriele Ragonesi, Gabriele Romani e Andrea Pepe. Questi materiali – come ha ricordato Viganò – non svolgono solo una mera funzione documentale, ma sono testimoni storici dell’ “apostolic cinema” o “apostolic media”, cioè dei media vaticani che non guardano all’intrattenimento ma che hanno una funzione evangelizzatrice. Al delicato compito delle tecnologie della comunicazione va associato quello del treno, che non è solo un mezzo di trasporto ma è un linguaggio, un “vettore di modernizzazione cattolica” che garantisce l’apertura della Chiesa al mondo, sottolineando l’autorità del Papa ed esaltando la centralità dell’Urbe. Il titolo del volume accosta i due termini “pellegrini” e “spettatori”, non scelti in maniera casuale. Chi si dirige a Roma (pellegrino) per prendere parte al Giubileo vive un’intensa esperienza di fede ed è circondato da immagini, dalla storia secolare della Chiesa e di Roma ed è seguito dai media, mentre chi resta a casa (spettatore) può partecipare, mediante le moderne tecnologie, all’evento. La ricerca inizia dall’Anno Santo del 1933, indetto da Pio XI per celebrare il 1900° anniversario della morte e risurrezione di Gesù. In un momento storico segnato dalla riconciliazione tra il Vaticano e lo Stato italiano, il Pontefice compì un atto eroico permettendo l’accesso del primo treno nella Stazione Vaticana. L’avvenimento fu ripreso dall’Istituto Luce che diffuse l’immagine della locomotiva, come mezzo di comunione e di apertura alla contemporaneità. Nacque il “Centro di cinematografia” presso la Santa Sede che andò ad affiancare la “Radio Vaticana” e il “Servizio Fotografico della Santa Sede”. Questi mezzi documentarono il Giubileo del 1933 con immagini ad alta risoluzione del Papa, delle bellezze vaticane e delle varie tappe del pellegrinaggio. Viganò ricorda che il connubio tra movimento e sonoro, assicurato da siffatte strumentazioni, amplificò l’evento e l’orientò ad un vasto pubblico. Il Giubileo del 1950 dal titolo “L’anno del grande ritorno e del grande perdono”, indetto da Pio XII, servì a gridare al mondo il bisogno di superare la crisi postbellica e di porre rimedio ai danni, causati dalla seconda guerra mondiale. Radio Vaticana divenne protagonista indiscussa, come lo era stata durante il conflitto e nel secondo dopoguerra, dando voce alle notizie e divulgandole fino ai paesi dell’Europa orientale. Venne prodotto il film “Desiderio di Roma” dall’Orbis Film dell’Azione Cattolica, che documentò le fasi del Giubileo e la difficile rinascita di Roma dopo la guerra, oltre a lanciare l’invito a far sorgere una nazione unita. Fu costruita la Stazione Termini con la sua iconica pensilina, dove giunsero i treni carichi di pellegrini desiderosi di partecipare al Giubileo. Da questo punto il fedele raggiungeva la Santa Sede, muovendosi come un “turista religioso” dentro un contesto secolare segnato dall’avanzata preponderante della pubblicità di massa, a servizio dell’Anno di grazia. Un’evoluzione nell’approccio dei Pontefici all’uso del treno si ebbe con Giovanni XXIII e con Paolo VI. Il “Papa buono” fu il primo a lasciare la Sede Apostolica dopo l’Unità d’Italia e il primo a viaggiare in treno. Il 4 ottobre 1962 salì sulla locomotiva che da Roma lo condusse a Loreto e ad Assisi, compiendo un devoto pellegrinaggio prima dell’inizio del Concilio Vaticano II. Fu un segno di apertura alla modernità, di dialogo con il mondo esterno e di affetto per il popolo di Dio, grazie anche ai saluti e alle benedizioni che il Santo Padre dispensò dal suo vagone. Dieci anni dopo Paolo VI dimostrò la sua vicinanza agli operai impegnati nel cantiere, che avrebbe portato alla nascita della Direttissima Roma-Firenze, la prima linea ad alta velocità in Europa, celebrando messa la notte di Natale del 1972. Le Ferrovie dello Stato iniziarono persino a produrre dei film documentari, mediante la nuova casa di produzione cinematografica sorta nel 1955, la Cinedocumenti FS, divulgando l’idea del treno come simbolo di progresso e come veicolo per tenere memoria dei viaggi dei pontefici. Giovanni Paolo II fu un viaggiatore instancabile che portò ovunque l’annuncio del vangelo. L’8 settembre 1979 raggiunse il deposito e scalo merci di Roma Smistamento, in occasione della Giornata del Ferroviere. La stampa lo definì il “viaggio più breve” compiuto sul treno “Arlecchino” ma carico di significato, perché Wojtyla portò la benedizione ai fedeli, ai lavoratori e alla casa produttrice. Nel 2002 il papa polacco raggiunse in treno Assisi con l’Intercity dopo l’11 settembre, celebrando messa in Santa Maria degli Angeli per la terza Giornata mondiale interreligiosa di preghiera per la pace, viaggio replicato nel 2011 da Benedetto XVI. Il Giubileo del 2025 sta riportando a Roma migliaia di fedeli pellegrini e spettatori che prendono il treno, catturando ogni istante dell’esperienza fatta tramite gli smartphone, pubblicando storie su Instagram, facendo reels o feed su Tik Tok, mentre il loro passo viene immortalato dalle telecamere dell’emittente Rai o da Vatican Media. Il libro è un contributo essenziale per marcare, ancora una volta, il continuo ritorno del Giubileo come un fenomeno globale che mobilita le masse e si adatta ai tempi, pur preservando il rispetto per i simboli storici. “Il quadro che ne è emerso – spiega Viganò – avvalora l’intuizione di papa Francesco che ha più volte sottolineato l’urgenza di raccogliere la sfida culturale della salvaguardia e della valorizzazione della documentazione visiva ed audiovisiva per ricostruire la storia della Chiesa cattolica nel suo rapporto con la società moderna”. Nel suo messaggio di saluto, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato: “Questa presentazione è oggi l’occasione per condividere un progetto che nasce dall’urgenza e dalla passione di preservare e valorizzare la memoria della nostra storia durante quest’anno così importante per la comunità cattolica e non solo. Ogni pagina della raccolta di saggi del libro – ha continuato il ministro Urso – racconta una storia in cui vita religiosa e laica si intrecciano, regalando al pubblico la possibilità di apprezzare l’evoluzione storica e sociale attorno a un evento così emblematico e caratteristico come il Giubileo. Un percorso che invita anche ad apprezzare i luoghi descritti con un turismo lento e riflessivo, dove il viaggio è parte dell’esperienza e non solo una necessità per arrivare alla meta”. “Il tentativo realizzato con questo volume – ha aggiunto Viganò – frutto del più ampio progetto costruito con la Fondazione Fs Italiane, è stato quello di fornire un primo inquadramento rispetto a interrogativi che interpellano la più vasta questione del rapporto tra la Chiesa cattolica e la modernità: in che modo il mezzo e le reti ferroviarie hanno modificato le forme di intendere e interpretare, da parte del papato, l’evento giubilare nella nuova cultura forgiata dai mezzi di comunicazione di massa? E, procedendo dal vertice dell’istituzione alla massa del popolo di Dio, in che modo tutto questo ha modificato l’approccio dei fedeli alla pratica plurisecolare del pellegrinaggio verso Roma e alle modalità concrete di vivere e pensare l’Anno Santo?”
