Papa Leone XIV: “Costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio. Guardate a Cristo”

Il pontefice inizia il ministero petrino facendo riferimento alla missione affidata a Pietro da Gesù. “Pietro deve amare di più”. Cita Sant’Agostino e Leone Magno.

“Amore e unità: queste sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù”. “Costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità”. Sono due passaggi significativi di papa Leone XIV nell’omelia pronunciata nella Messa per l’inizio del ministero petrino, durante la quale gli è stato imposto il pallio e consegnato l’anello del pescatore. Momenti forti, accompagnati dagli applausi dei fedeli che hanno gremito piazza San Pietro, piazza Pio XII e via della Conciliazione. Salutando gli oltre 200 mila presenti e le 156 delegazioni dagli Stati di tutto il mondo, il Santo Padre ha esordito evidenziando che “sono stato scelto senza alcun merito” e, “con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”.
Papa Leone ha citato Sant’Agostino, “il cuore non ha posa finché non riposa in te”, e, nel descrivere ancora la missione che impegna la Chiesa, ha evidenziato che essa deve “gettare sempre e nuovamente la rete per immergere nelle acque del mondo la speranza del Vangelo”, così da “navigare nel mare della vita perché tutti possano ritrovarsi nell’abbraccio di Dio”.


Così ha descritto “il ministero di Pietro”, che “è contrassegnato proprio da questo amore oblativo”, perché “la Chiesa di Roma presiede nella carità e la sua vera autorità è la carità di Cristo”. Difatti, richiamando la triplice domanda a Pietro da parte del Signore, ha detto che “a Pietro è affidato il compito di “amare di più” e di “donare la sua vita per il gregge”.
Per papa Leone “non si tratta mai di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù”.
Da qui quello che “vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio”:
“una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliata”
. Difatti, ha detto papa Leone, “in questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”.

Il Santo Padre è chiaro: “noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno” (il suo motto). Questa, per il pontefice, è “la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona
volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace”
.
Per realizzare questo, “siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze”, ma “valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo”.
Con uno sguardo sempre ampio, citando papa Leone XIII (“se questo criterio
prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace”) ha esortato ancora: “Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore! La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo”.