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Dal ‘sogno’ di Ursino all’incubo della serie C, appunti su una stagione pessima

La conferenza stampa del 14 giugno 2024 aveva fatto sperare in bene. Ma di lì a poco tanti nodi al pettine. E ancora: su Delvecchio, Ursino, Alvini…
“Vogliamo regalare un sogno”. Ci hanno regalato un incubo.
Nel giorno della matematica retrocessione in serie C echeggiano nelle orecchie le parole pronunciate da Beppe Ursino, dg meteora del Cosenza 24-25. Meteora perché, all’infuori di quella conferenza stampa (durante la quale il patròn prese l’unico applauso della stagione annunciando il riscatto di Tutino), la voce di Ursino non si è mai udita, vittima anch’egli di una società che per scelta aziendale non comunica.
Ai giornalisti, il 22 ottobre, nell’incontro informale in tribuna centrale, l’esperto dirigente disse che anche a Crotone non era abituato a stare in vetrina, ma nelle retrovie, però da un direttore generale ci si attendeva altro.
Sicuramente, quando pronunciò quel ‘sogno’, Ursino non si aspettava che i sonni di questa stagione sarebbero stati tutt’altro che tranquilli. Il marasma generale lo ha portato alle dimissioni il 24 dicembre, alla vigilia del derby contro il Catanzaro.
Neanche Massimiliano Alvini, arrivato a Cosenza per rilanciarsi dopo due stagioni negative, immaginava una situazione così ingarbugliata. Sempre richiamando quella conferenza stampa del 14 giugno, che pure ispirò una certa fiducia nell’ambiente, confidava di essere certo che alla fine sarebbe stata allestita una buona squadra.
Avrebbe capito presto la suonata sbilenca dell’ambiente calcistico bruzio, quando dopo la sconfitta in coppa Italia contro il Torino invocó, unica volta nella stagione, nuovi acquisti per rimpolpare la rosa.
Ma, in agosto, già le cose erano cambiate, i nodi stavano venendo al pettine.
Ciononostante, l’inizio del campionato era stato promettente, il carattere del tecnico di Fucecchio era stato determinante nelle prime vittorie casalinghe contro Cremonese e Sampdoria.
In questi anni di B spesso il Cosenza ha apportato in corsa le migliorie alla rosa. Quest’anno il mercato dei calciatori è stato insufficiente sia in estate che a gennaio. Il diesse Gennaro Delvecchio, giovane presentatosi a Cosenza ‘in rampa di lancio’ ma in realtà con tanta inesperienza, sperava di ‘piazzare’ qualche colpo in campionati stranieri minori, ma non ha indovinato i colpi. Così, a gennaio, nella difficoltà di portare calciatori a Cosenza, ha ricevuto come ‘piacere’ il regalo di un calciatore infortunato come Cruz, dal nome blasonato ma in fin dei conti un fantasma. Va da sé che la stagione di Delvecchio, al di là delle budget basso (ma uguale a quello degli scorsi anni) è assolutamente negativa. I fischi ricevuti al suo ingresso in campo all’inizio di Cosenza – Bari ne sono la prova. I cosentini non hanno gradito il suo battere i pugni in sala stampa all’indomani del mercato di gennaio, in cui è arrivato anche l’infortunato e nervoso Garritano.
Quanto alla società, abbiamo già speso fiumi di parole per esprimere le tante negatività di questa stagione, a livello sportivo (la retrocessione), amministrativo (il -4), gestionale (mancanza di comunicazione). Ci limitiamo a dire la voce del popolo, che ritiene – unanime – che il tempo del patròn Guarascio a Cosenza sia finito. Così come questa esperienza di serie B. Purtroppo. Un incubo.