Cultura
Luigi Lilio, ideatore della riforma del calendario gregoriano

Se oggi osserviamo lo scorrere del tempo, se viviamo le stagioni e festeggiamo gli appuntamenti religiosi più importanti dell’anno lo dobbiamo a Luigi Lilio, figura storica molto importante del XVI secolo ma, stranamente, da tutti dimenticata. Scienziato, astronomo e matematico, Lilio nacque a Cirò, sullo Ionio crotonese, all’incirca verso il 1510. Dopo aver conseguito gli studi medici a Napoli si trasferì a Roma, su invito di un altro calabrese, Guglielmo Sirleto, nato a Stilo, il quale ebbe un certo influsso sulla commissione per la correzione del Calendario gregoriano, permettendo così a Lilio di apportare le dovute modifiche. Lilio, infatti, è considerato l’inventore del calendario gregoriano, attualmente in vigore in tutto il mondo. In passato c’era un discordanza tra le date del calendario giuliano, in vigore dal 46 a.C., e l’equinozio di primavera. Fu necessario allora modificare le regole per registrare il tempo. Gregorio XIII, durante il Concilio di Trento, istituì un’apposita commissione di esperti che concluse i lavori nel 1582. Nel 1582, con la bolla papale “Inter gravissimas”, il pontefice sancì la nascita del calendario, usato ovunque tranne che in Etiopia e basato sul ciclo delle stagioni. Le proposte avanzate da Lilio furono le seguenti: (1) Un anno comune contiene 365 giorni; 366 giorni l’anno bisestile. Il giorno in più viene aggiunto alla fine di febbraio; (2) Ogni anno dell’era cristiana dopo il 1582 se è divisibile per 4 è un anno bisestile. (3) Fanno eccezione gli anni centenari che sono bisestili solo se sono divisibili per 400. In quanto allo spostamento dell’equinozio di primavera dovuto al calendario giuliano, Lilio propose di eliminare dieci giorni. Lo studioso elaborò un calendario civile quasi perfetto, in base al moto di rotazione della terra, al movimento lungo l’orbita attorno al Sole e al movimento dell’asse terrestre intorno ad un punto ideale della sfera celeste. Calcolando due equazioni, accordò i due cicli solare e lunare, avanzando il modello delle epatte con cui si stabilisce, ancora oggi, la data della Pasqua di ogni anno. L’opera di quest’astronomo è una tappa fondamentale nella storia della Chiesa cattolica e della società civile.