Costruire ponti tra le religioni per curare la crisi sociale e ambientale

All’Auditorium Antonianum di Roma si è tenuto il Forum “Comuni orizzonti” sul bisogno di creare percorsi condivisi di coesione e di fratellanza per la cura del mondo  

Comuni orizzonti” è il titolo del Convegno che si è tenuto nei giorni 8 e 9 aprile, presso la Pontificia Università Antonianum a Roma, organizzato dal Centro internazionale di dialogo (Kaiciid) e dal Centro europeo dei leaders religiosi (Ecrl). La discussione ha riguardato il bisogno di cercare nuovi “percorsi per la coesione sociale e di giustizia climatica in Europa”, per favorire uno sviluppo integrale condiviso da tutti gli abitanti della terra. Le sfide attuali riguardanti le disuguaglianze, il consumo delle risorse del pianeta e le guerre richiedono una cooperazione generale, fondata sull’idea di una comunità fraterna di individui che sappiano relazionarsi tra loro. È anche il concetto esposto nell’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, diffusa dieci anni fa, nella quale sono contenute delle esplicite esortazioni affinché si concorra all’edificazione di una cultura ecologica, che guardi alla salvaguardia dell’universo e delle sue specie come bene comune. “La Laudato Sì rappresenta lo strumento ermeneutico imprescindibile” – ha affermato fratel Augustin Hernandez Vidales, rettore dell’Antonianum. I leader religiosi devono spendere le loro energie diventando “lievito di solidarietà e di giustizia”, agendo in particolare nei settori del sapere e della cultura. Solo così potrà sorgere “un’intelligenza integrale” – ha sottolineato il religioso – che funga da cura alla frammentazione sociale in corso. Lo scopo del forum è stato più volte ribadito: creare sempre più forti reti di dialogo e di collaborazione. C’è bisogno di “idee fresche per approcci sempre nuovi perché il dialogo non sia fatto di parole ma di esperienze” ha aggiunto l’ambasciatore Antonio Almeida-Riberio, Segretario generale di Kaiciid. Interessante è stato l’intervento di Kiran Bali, magistrato del Regno Unito e leader del Global Chair of the United Religions Initiative, la quale ha proposto l’espressione “strutture spirituali” per parlare del ruolo attivo che devono avere i leader religiosi in questa sfida. Le reti di collegamento e di dialogo tra le religioni di tutto il mondo possono rappresentare il sostrato, per rilanciare politiche sociali attive di sviluppo a favore dell’umanità. In un’epoca di aggressiva secolarizzazione è bene non perdere mai il dono del dialogo né quello della preghiera, che aiutano a difendersi dalle manipolazioni. È importante “essere uniti su tutto ciò che unisce e empatici” – ha detto Kari Mangrud Alvsvag, presidente dell’Ecrl e vescovo della chiesa protestante di Norvegia – ricordandosi di essere sempre “donne e uomini di speranza”. Fratel Giuseppe Buffon, vice direttore e direttore del Centro di ricerca dell’Antonianum, ha messo in guardia contro queste nuove forme di colonialismo e di imperialismo che imperversano oggi, e che stanno portando ad una crisi sociale generale e alla perdita di significati. Buffon ha aggiunto che bisogna combattere a favore dell’energia rinnovabile e dare spazio ad un’ “energia per la vita”, tenendo ben presente l’insegnamento del Poverello d’Assisi che, a distanza di 800 anni, ha offerto l’esempio più bello di fraternità e di comunione degli uomini dinnanzi a Dio.