Il lavoro come momento di grazia e di crescita nel libro di Prosperi

Possedere un impiego vuol dire mettersi in gioco, mostrando la propria creatività e le proprie abilità

La grazia del lavoro. Crescere, prendersi cura e ritrovarsi nella propria professione (San Paolo 2025) è il nuovo libro di Massimiliano Pappalardo, filosofo del lavoro e saggista, in edicola dal 21 maggio. L’autore cerca di indagare sul concetto di “spiritualità del lavoro”, traendo ispirazione dal passo del vangelo “non di solo pane vive l’uomo”. Adotta una prospettiva di analisi che riguarda sia chi possiede già un’occupazione, sia chi si approccia per la prima volta al mondo professionale, tentando così di rispondere ai molti interrogativi sul perché l’uomo svolga determinate attività e in che misura le porti a termine. Il messaggio è chiaro: praticare un mestiere non serve solo a soddisfare bisogni materiali, ma a mettersi anche in gioco mostrando le proprie abilità, stimolando la propria intelligenza ed esprimendo la propria creatività. In questo modo l’essere soddisfa se stesso, contribuisce al bene collettivo e realizza la propria “vocazione personale”. La professione è una sorta di “grazia”, non intesa in termini religiosi né capitalistici, ma come l’occasione che l’uomo ha di dire e di fare qualcosa, come una rara opportunità per conoscersi meglio attraverso quello che fa e per scandagliare il suo mondo interiore. Il lavoro diventa quindi lo specchio del proprio volto, mediante il quale si lascia il segno nel contesto nel quale si agisce. In qualità di esperto di tematiche quali la consapevolezza, la responsabilità, il pensiero critico e il linguaggio delle relazioni, Pappalardo apre un dialogo costruttivo sull’evoluzione del mondo del lavoro, soggetto ad un’inarrestabile trasformazione, mettendo in guardia dal pericolo di aderire alla logica del disimpegno generalizzato e dal rischio di sprofondare nell’abisso dell’apatia, che annientano la motivazione e distruggono la possibilità di sviluppo e di gratificazione. Essere parte di un progetto lavorativo vuol dire accrescere la propria posizione, assumendo un ruolo di partecipazione attiva nella società ed essere protagonisti della propria vita. Pappalardo non parla tanto di “sfida” in un mestiere ma di “duetto”, perché il lavoratore dev’essere pronto ad agire costruttivamente e rispettosamente nei contesti nei quali si trova, evitando gli scontri, collaborando con i colleghi e mantenendo un equilibrio tra obiettivi e salute personale. Il segreto del successo è metterci l’anima in quello che si fa, formarsi continuamente, dare valore al tempo e diventare sempre più performanti, per rispondere alle crescenti richieste della società. Riconoscendo, inoltre, i propri limiti ed evitando le ossessioni, si perviene ad una sana cultura professionale.