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No, Alvini, allenare questo Cosenza non è un privilegio.

Il tecnico, abbacchiato, al termine della partita contro il Cesena pronuncia parole d’addio. Nebulosa densa sulla “fabbrica del Cosenza”
Massimiliano Alvini a testa bassa dinanzi alle domande dei cronisti è l’ennesima cartolina del campionato amarissimo dei rossoblù. Il tecnico di Fucecchio, pochi minuti dopo il termine dell’ultimo match casalingo dei 7 anni di B, si è presentato abbacchiato in sala stampa, palesando il disagio di chi è stato lasciato solo in una stagione surreale.
Quando è arrivato a Cosenza, non pensava minimamente di trovarsi in un simile paradosso, e se qui cercava un progetto per rilanciarsi, ha invece scoperto settimana dopo settimana l’ennesima delusione della sua carriera. Ha detto di non essersi pentito perché “allenare il Cosenza è un privilegio” (nostra domanda), ma sa benissimo che allenare un Cosenza così gestito è tutto fuorché un privilegio, perché significa macchiare il proprio curriculum. Alvini, probabilmente, lungo questa stagione ingloriosa ha scommesso sull’impossibile, in qualche modo sperando di racimolare un miracolo sportivo. Ma quest’anno era davvero un azzardo pensare di salvarsi.
Con una situazione del genere, che nebulosa è dire poco, i contratti servono a nulla. E anche se Alvini ha un’altro anno, quella di La Spezia sarà l’ultima del tecnico sulla panchina rossoblù.
Impensabile continuare in queste condizioni.
La stessa cosa, almeno finché la società non parlerà e non si vedranno risvolti concreti sul futuro, vale per i calciatori. Il domani rimane incertissimo, e in una situazione del genere è lecito mettere in dubbio che gli stessi contratti rappresentino una garanzia.

Si è chiuso con i razzi sul San Vito. In un Marulla con poche centinaia di presenti, con una contestazione su via degli Stadi che ha richiesto l’arrivo delle forze dell’ordine. E con un Guarascio che, incurante del frutto della sua gestione, ha seduto sul suo sediolino come nulla fosse.
Non c’è molto tempo per disegnare un futuro solido. I progetti vincenti nascono già a maggio, figuriamoci un progetto nuovo mentre tutto è incerto e sembra andare a rotoli.
Ma occorre anzitutto che qualcuno spieghi alla città lo stato dell’arte attuale della “fabbrica del Cosenza”. E che I responsabili della cosa pubblica prendano in mano la situazione.



