Chiesa
Il card. Re: “caro Francesco, dal cielo benedici la Chiesa, Roma, il mondo”

Lunga e accorata omelia del decano del Collegio cardinalizio, che ha tracciato la figura e il pontificato di papa Francesco
“Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi e i suoi incontri personali dicendo: ‘Non dimenticatevi di pregare per me’. Ora, caro Papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi e ti chiediamo che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza”. Lo ha detto il card. Giovanni Battista Re, nel corso dell’omelia per le esequie di papa Francesco. Una lunga meditazione, quella del decano del Collegio cardinalizio, che ha voluto fare memoria di alcuni dei momenti principali del pontificato di Francesco, sottolineando i tratti caratteristici, fra cui il tema della misericordia e la vicinanza agli ultimi.
“Filo conduttore della sua missione è stata la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una casa dalle porte sempre aperte”, la certezza del card. Re, che ha parlato dinanzi ai leader del mondo e a circa 200mila fedeli. “Ha più volte fatto ricorso all’immagine della Chiesa come ospedale da campo dopo una battaglia in cui vi sono stati molti feriti”, ha proseguito: “una Chiesa desiderosa di prendersi cura con determinazione dei problemi delle persone e dei grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo; una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite”. “Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi”, ha detto il porporato. “Costante è stata anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri”. Poi, a proposito dei “faticosi viaggi apostolici”, ha citato Lampedusa, Lesbo, la messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico. Il porporato ha poi posto l’accento sulla visita in Iraq in condizioni alquanto difficili. “Resterà nella storia in modo particolare quello in Iraq nel 2021, compiuto sfidando ogni rischio in quel momento. Quella difficile visita apostolica è stata un balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena, che tanto aveva sofferto per l’opera disumana dell’Isis”.
