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Colpiti ospedali pediatrici e centrali elettriche. “Il mondo si risvegli dall’indifferenza”, appello dei vescovi dopo i nuovi raid russi
E’ sul fronte orientale dell’Ucraina che la battaglia si sta facendo più dura. La Russia continua ad avanzare a Pokrovsk, città ucraina nel Donetsk. Presi di mira Dnipro, Zaporizhzhia, Kharkiv, Chernihiv e Odessa. Tra le vittime si contano anche bambini. Mercoledì scorso è stato colpito un ospedale pediatrico a Kherson. Il vescovo di Odessa: “Sono segni evidenti del genocidio che la Russia sta compiendo contro il popolo ucraino”
“Sono segni evidenti del genocidio che la Russia sta compiendo contro il popolo ucraino”. Usa parole durissime il vescovo di Odessa mons. Stanislav Szyrokoradiuk. Il Sir lo ha raggiunto dopo che mercoledì 29 ottobre i russi hanno colpito l’ospedale pediatrico di Kherson. Al momento del raid nell’ospedale si trovavano circa cento persone. Nell’esplosione sono rimasti feriti tre dipendenti dell’ospedale e una bambina di nove anni, colpita dalle schegge a una gamba.
“È triste che il mondo intero non riesca a comprendere che si tratta di un genocidio pianificato contro il popolo ucraino”, dice il vescovo Szyrokoradiuk.
“C’è la deportazione di migliaia di bambini. Vengono bombardati gli asili, le scuole e perfino gli ospedali pediatrici. Tutte le università nazionali nelle grandi città sono state distrutte, così come gli istituti, le scuole e persino i musei, soprattutto quelli di valore culturale e storico”.
E’ sul fronte orientale dell’Ucraina che la battaglia si sta facendo più dura. La Russia continua ad avanzare a Pokrovsk, città ucraina nel Donetsk. Gli ucraini provano a tenere le difese per evitare la capitolazione della città ma la situazione è ormai critica e per la difesa di Kiev sta diventando sempre più difficile liberarsi dei gruppi di sabotaggio e ricognizione russi. Nel fine settimana i russi hanno preso di mira Dnipro, Zaporizhzhia, Kharkiv, Chernihiv e Odessa uccidendo almeno sei persone tra cui due bambini. Si contano almeno 60mila persone rimaste senza energia elettrica. “In questa situazione, l’Ucraina sopravvive spesso senza elettricità e senza acqua”, racconta il vescovo cattolico di Odessa che però aggiunge:
“il popolo ucraino riesce sempre a trovare una via d’uscita in ogni circostanza e continua a lottare, perché semplicemente non ha altra scelta”.
Mons. Szyrokoradiuk lancia un appello all’Europa e al mondo: “Tutti i rappresentanti delle diverse religioni in Ucraina, così come i politici, si appellano al mondo intero e all’Europa affinché si risveglino dall’indifferenza di fronte a questi problemi. La Chiesa, in particolare, invita alla preghiera per il popolo ucraino che soffre”.
Anche Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc), da Kyiv parla delle ultime ore di battaglia e difesa su tutto il territorio ucraino, ma in particolare nelle regioni orientali. “Questa è stata una settimana di lotta eroica, una lotta per la difesa e la protezione della nostra Patria”, ha affermato nel consueto video-messaggio settimanale. L’arcivescovo chiede “preghiere speciali” per i difensori di Pokrovsk nel Donbass di Kupyansk nella regione di Kharkiv, per la regione di Sumy e la regione di confine di Chernihiv, per Zaporizhzhia e Dnipro. Nel video, il capo dell’Ugcc ringrazia gli operatori del settore energetico che lottano perché non si spenga la luce in Ucraina e gli addetti alle ferrovie per il coraggio e la resilienza. “Eroicamente assicurano la vita delle nostre città e dei nostri villaggi, anche a costo della propria vita e della propria salute”. “Pertanto, ancora una volta, vogliamo che il mondo intero conosca questo eroismo del popolo ucraino. Affinché il mondo sappia che questa settimana l’Ucraina resiste, l’Ucraina combatte, l’Ucraina prega!”, ha detto Shevchuk. E nonostante i bombardamenti e i blackout, anche ieri, domenica, la Cattedrale della Resurrezione di Cristo a Kiev ha accolto l’iniziativa “Il Rosario unisce” rispondendo all’appello di Papa Leone di dedicare il Rosario alla preghiera per la pace.
