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Francesco: voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia

Un mare azzurro colora piazza San Pietro

Bambini, ragazzi, giovani e adulti. Centomila scout Agesci sabato scorso alla prima udienza generale con Papa Francesco

Un mare azzurro colora piazza San Pietro

Da tutte le strade per arrivare a Roma, parafrasando il famoso proverbio. Sono giunti infatti da tutta Italia gli Scout Agesci che sabato scorso hanno colorato Piazza San Pietro per l’udienza generale, la prima, con Papa Francesco. Dalla Sicilia al Piemonte, dalla Sardegna alla Puglia un fiume di 100mila camicie azzurre ha invaso fin dalla notte tutta Roma per partecipare ad un evento atteso e preparato da mesi. Sono arrivati in pullman, in treno, in auto a piedi e in bici per rispondere all’appello lanciato dal Papa che li voleva “pellegrini con Francesco”, in cammino per fare una Chiesa più bella, da lasciare, utilizzando uno dei motti cari agli scout, ancora più bella di come la si è trovata.

Tantissimi anche i gruppi della nostra regione presenti con più di 4mila associati e numerosa la presenza degli scout della Zona Cosenza-Tirrenica, che raggruppa gli scout della nostra diocesi, che ha partecipato con ben 11 gruppi (Cosenza 1, Cosenza 4, Castrolibero, Montalto, Paola, Mendicino, Rogliano, Fuscaldo, Rende 2, Rende 3 e Sartano) con oltre 500 tra capi, ragazzi e  sacerdoti assistenti.

A lupetti e coccinelle Papa Francesco aveva chiesto di diventare “pellegrini della gioia”; una gioia preziosa, impegnativa, contagiosa. Compito di guide ed esploratori era quello di trasformarsi in “pellegrini del bene”, scegliendolo sempre e testimoniandolo con una buona azione da presentare al Papa. E infine i rover e le scolte a cui il santo Padre ha chiesto di diventare “pellegrini del dono” per essere ancora i protagonisti di quel cambiamento che l’estate scorsa hanno riassunto nella Carta del Coraggio redatta a San Rossore durante la Route Nazionale. E tutti, con gioia, bontà e servizio si sono fatti pellegrini ed hanno raggiunto Roma per incontrare ed ascoltare Francesco, come in molti lo chiamano, che li ha subito ringraziati per la numerosissima presenza in Piazza San Pietro. Poi subito un monito con l’invito a non farlo diventare un vanto: “voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. Grazie! In particolare, voi offrite un contributo importante alle famiglie per la loro missione educativa verso i fanciulli, i ragazzi e i giovani. I genitori ve li affidano perché sono convinti della bontà e saggezza del metodo scout, basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità. Questa fiducia delle famiglie non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande Comunità cristiana”. Comunità cristiana nella quale l’Agesci vive, lavora, ne è protagonista. Così Papa Francesco ha voluto porre l’accento sull’impegno a cui ogni gruppo è chiamato, partendo proprio dalle parole del fondatore del movimento Lord Baden Powell: “che cosa c’entra la religione [con lo scoutismo]?’, egli rispose che «la religione non ha bisogno di ‘entrarci’, perché è già dentro! Non c’è un lato religioso del Movimento scout e un lato non… L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo Servizio»”.

Agesci che, come precisa il pontefice, pur investendo molto nell’educazione alla fede ha “ancora tanto da lavorare, perché tutte le comunità-capi ne comprendano l’importanza e ne traggano le conseguenze” ricordando come ogni gruppo non debba perdere “il contatto con la parrocchia del luogo, dove hanno la loro sede, ma che in molti casi non frequentano, perché, pur svolgendo là il loro servizio, provengono da altre zone”. Da qui l’incoraggiamento del Santo Padre a cercare il modo di integrarsi "nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello, con i vostri vescovi, con i parroci e gli altri sacerdoti, con gli educatori e i membri delle altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio, e non accontentarvi di una presenza ‘decorativa’ alla domenica o nelle grandi circostanze”. E poi l’appello al dialogo, all’apertura, al confronto con il forte richiamo a costruire ponti e a non alzare muri. Perché “associazioni come la vostra sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito Santo suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori”. Tutto questo riconoscendo il lavoro di numerosi “gruppi che già sono pienamente integrati nella loro realtà diocesana e parrocchiale, che sanno fare tesoro dell’offerta formativa proposta dalla comunità parrocchiale ai ragazzi, ai giovanissimi, ai giovani, agli adulti, frequentando, insieme con gli altri loro coetanei, i gruppi di catechesi e formazione cristiana. Fanno questo senza rinunciare a ciò che è specifico nell’educazione scout. E il risultato è una personalità più ricca, e più completa”.

Al termine del discorso la recita del Padre Nostro che ha echeggiato in tutta la piazza, ha preceduto la solenne benedizione del Santo Padre che ha invitato tutti a continuare a pregare per lui e per la Chiesa.

 

 

Curiosità e numeri di un giorno memorabile. I tre doni fatti al Papa

1584 gruppi, 23mila lupetti e coccinelle, 29mila esploratori e guide, 20mila rover e scolte, 20mila capi e 8mila assistenti ecclesiastici per un totale di 100mila scout. Sono stati questi i protagonisti dello tsunami che ha inondato Roma e piazza San Pietro per l’incontro di sabato 13 giugno, trasmesso in diretta su TV2000 e sui social grazie all’hashtag #agescidalpapa che ha inondato la rete di foto, commenti, emozioni. Tutti in viaggio dalla notte o dal giorno prima con in mano lo sgargiante “bastone del pellegrino” preparato per l’occasione da ogni gruppo scout, la bisaccia con le BA (buone azioni) da presentare al Papa e la “Preghiera per il Papa con il Papa”, sintesi di oltre 150 preghiere scritte per l'occasione dai gruppi scout di tutta Italia. Tutti in marcia verso i metal detector per entrare nella piazza, affollatissima, dove si respirava un gioioso clima di festa, quello che si respira nelle grandi occasioni e che accompagna gli eventi storici, memorabili. Tutti “armati” di borraccia e cappellino, per proteggersi dal caldo intenso, e da un enorme sorriso che ha accompagnato le oltre 5 ore di permanenza nella piazza. Ore che hanno accompagnato l’arrivo del Santo Padre con canti, testimonianze, spot video e la presentazione dei tre doni poi offerti al pontefice: pane, terra e bende. Partiamo dal primo. Il pane, offerto da un lupetto e una coccinella, simbolo del lavoro dell’uomo e frutto della terra che ha bisogno di condivisione e fraternità per essere presente su ogni tavola. Poi la terra, portata in dono da un esploratore e una guida, proveniente dai posti dove ha camminato nostro Signore e dalle città, dai paesi e dalle periferie di tutta la penisola, il luogo dove gli scout vogliono e devono stare. Infine le bende, portate da rover e scolte, a testimonianza dell’aiuto che bisogna sempre dare ai fratelli e alle sorelle che si incontrano sulla strada della vita, così come ci invita a fare la parabola del buon Samaritano. 

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