Territorio
Da Cosenza a Sirka. Il container della solidarietà
Partito lo scorso 22 ottobre, il container è arrivato in Africa il 31 dicembre. È iniziata la distribuzione della merce raccolta e inviata da Casa San Francesco.
Chi ha visto il sorriso di chi stringeva tra le mani un nuovo pantalone difficilmente potrà dimenticarlo. C’è dentro il candore di una gioia che esplode e tutta la forza di centinaia di cuori buoni che non sono stanchi di fare del bene. A pochi giorni dall’inizio del 2021 vogliamo raccontare la buona novella di cui sono protagonisti Cosenza e l’Africa. “Abbiamo deciso di destinare alla popolazione africana parte degli indumenti raccolti nel corso degli ultimi 2 anni”. Parte così il racconto di Pasquale Perri, direttore di Casa San Francesco, la Onlus nel cuore della città dei Bruzi che lo scorso 22 ottobre ha inviato un container carico di merce. Direzione? La scelta è ricaduta su Sirka, un villaggio del Togo dove lo scorso anno sono sorti, grazie all’aiuto di Casa San Francesco, una bottega di falegnameria e una fabbrica per la produzione di sapone artigianale. Abbigliamento, scarpe. E poi materiale scolastico, giocattoli, sedie a rotelle, alimenti. C’è tutto questo nel container giunto a destinazione il 31 dicembre. La mobilitazione, si può dire, è stata una questione cittadina: “C’è una sensibilità molto viva; è tanto forte questa forma di beneficenza che è stato necessario rivedere la logistica dello spazio dove poter effettuare la raccolta, tanto da aprire un centro deputato alla raccolta dei capi. Ringrazio quanti hanno l’abitudine di destinare abitualmente capi d’abbigliamento”, prosegue. A fare del bene anche quei commercianti che chiudono bottega e “destinano a noi i capi e le calzature in magazzino. Ci sono più forme di raccolta che ci consentono di soddisfare le richieste quotidiane di persone che accedono al nostro centro di raccolta per ricevere quanto occorre al cambio di stagione, e poi anche di fare arrivare la nostra carità in un luogo che ha accolto con entusiasmo questa forma di sostegno”. Ma la carità esige delle regole, non si può spedire tutto quello che capita: “Il riempimento del container ha dovuto soddisfare alcune istruzioni funzionali a garantire il superamento dei controlli doganali nel passaggio da un continente all’altro. Per far sì che tutto venisse realizzato secondo le normative del trasporto e di destinazione finale siamo stati aiutati da suor Rose Mélodie Ayola, che ha preparato con noi la merce da inviare”. E forse non è un caso, a noi piace pensare questo, che il container, partito il 22 ottobre a ridosso della Giornata missionaria mondiale, sia arrivato in vista della festa dell’Epifania, che è anche la Giornata dell’infanzia missionaria mondiale. La distribuzione della merce si è tramutata in un momento di grande festa. È bello assaporare la sorpresa e la felicità dei bambini che godono di doni che per loro rappresentano tanto. Contro la cultura del consumismo frenetico e dell’indifferenza che allontana, l’antidoto è la gioia del dono senza nulla volere in cambio. Che poi a renderci veramente ricchi è il sorriso di chi non ha nulla. È la vittoria più bella.