Centenario PdV
Franco Bartucci: Parola di Vita è stata una fucina di vita professionale

Ha iniziato la collaborazione negli anni ’60, organizzando anche la pagina “Parola Giovani”

In occasione del centenario del nostro settimanale diocesano, vogliamo celebrare questo traguardo non solo ricordando la sua lunga storia, ma anche ascoltando le narrazioni di quanti, con passione e impegno, hanno contribuito alla sua realizzazione. Tra questi Franco Bartucci, il cui contributo ha segnato la storia di un giornale rispetto al quale continua a mostrare simpatia e vicinanza.
Ho iniziato ad avere dei rapporti con Parola di Vita fin dalla frequentazione a Cosenza, negli anni sessanta, dell’Istituto Tecnico per Geometri “Pezzullo”, nell’antico centro storico cosentino, anche per effetto della mia adesione all’Azione Cattolica. Ero delegato diocesano per il movimento degli studenti e lì, frequentando l’Arcivescovado, ho avuto modo di conoscere persone importanti, sia in ambito diocesano che del giornale, il quale aveva la redazione nella tipografia di Santino Fasano in corso Telesio, a piano terra dell’ala dell’Arcivescovado che affaccia su questo corso storico dell’antica città. Spinto dalla passione per la scrittura, ho iniziato a scrivere da giovanissimo. Dopo aver conseguito il diploma di geometra e una breve esperienza di lavoro, in qualità di tecnico, a Toronto in Canada di un anno, dal 1968 al 1969, al mio ritorno c’è stata una ripresa del rapporto in ambito diocesano con mons. Lauro, figura importante di riferimento per la mia formazione, come quella di Franco Locanto, presidente provinciale dell’Azione Cattolica. Questi solidi riferimenti mi hanno portato a instaurare un rapporto pieno di lavoro con la tipografia Fasano, che mi affidò negli anni 1970-1973 la cura delle attività amministrative della tipografia e la raccolta del materiale per la stampa di Parola di Vita. Sono stato anche correttore di bozze. A un certo punto, su iniziativa di Salvatore Fumo, il giornale si aprì ai giovani con una pagina loro dedicata “Parola Giovani”, affidandomi l’incarico di organizzare un gruppo di giovani studenti con la passione e l’interesse verso la scrittura per scrivere ed occuparsi di questa importante pagina, dal momento che forte era il dibattito in città per avere, dopo l’approvazione della legge istitutiva, che porta la data del 1968 ed il nome del Presidente del Consiglio Aldo Moro, la prima università statale calabrese. Riuscii nell’intento di comporre un piccolo gruppo di redazione con Francesco Capocasale e Marcello Maggiolini ed altri, che all’epoca frequentavano il Liceo Telesio, arrivando ad organizzare la pagina “Parola Giovani” come inserto di Parola di Vita, occupandoci in particolare delle problematiche giovanili e della nascente Università degli Studi della Calabria, che nel 1971 si concretizzò, grazie al presidente del Consiglio, Emilio Colombo, coadiuvato dal sottosegretario Dario Antoniozzi, ed al Ministro della Pubblica Istruzione, Riccardo Misasi, con la costituzione ed insediamento dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà (Ingegneria, Scienze Economiche e Sociali, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Lettere e Filosofia), nonché del Comitato Tecnico Amministrativo, che nel mese di luglio di quell’anno scelse di insediare la cittadella universitaria sui territori di Rende e Montalto Uffugo, legandola a Sud alla superstrada SS 107 Crotone/Cosenza/Paola, mentre al Nord all’erigendo nuovo tracciato ferroviario Cosenza/Sibari/Paola. Il tutto costeggiato dall’autostrada Salerno/Reggio Calabria. Quel 1971 per la città di Cosenza, guidata dal Sindaco, Fausto Lio, costituisce una svolta con la nascita dell’Università della Calabria, che ha nel cattolico e democristiano prof. Beniamino Andreatta il suo primo Rettore; ma anche per la nomina e l’insediamento nella città dei Bruzi del nuovo Arcivescovo, mons. Enea Selis, proveniente da Milano con un grosso bagaglio di esperienze in campo universitario essendo stato assistente spirituale degli universitari italiani cattolici Si dice che a volere a Cosenza Monsignor Selis sia stato il Ministro della Pubblica Istruzione, on. Riccardo Misasi, dato il suo ottimo rapporto con Papa Paolo VI, oggi santo. Non tutti sanno dell’ottimo rapporto che avevano il nuovo Arcivescovo di Cosenza, mons. Enea Selis, ed il Rettore Beniamino Andreatta, la cui sede arcivescovile veniva spesso visitata per opportuni incontri tra i due. “Parola di Vita” con la sua “Parola Giovani” finivano per occuparsi della neonata università sostenendo la causa attraverso i suoi articoli, stimolando i giovani dell’Azione Cattolica ad essere parte attiva e propositiva negli aspetti di frequenza e governabilità dell’Ateneo. Bisogna prendere coscienza e consapevolezza che negli anni 1970/1973, la redazione di Parola di Vita con Parola Giovani, stimolata dal Dott. Salvatore Fumo e dal tesoriere Santino Fasano, fecero il loro dovere nell’essere vicino alla nascita di questa importante creatura, essendo io stesso testimone e praticante giornalista, che non mi risparmiavo all’uscita del giornale nel distribuirne un consistente numero di copie nelle varie chiese di Cosenza. Tutto questo fino a quando, dietro segnalazione di Monsignor Lauro e Monsignor Selis, il Rettore Andreatta volle conoscermi e dopo un lungo colloquio mi propose il 16 dicembre 1972 di occuparmi dell’informazione della nascente università e di svolgere un ruolo di supporto ed accoglienza delle prime seicento matricole in città. Così, il 2 gennaio 1973, presi servizio in pianta stabile all’Università della Calabria, lasciando il lavoro in tipografia senza dimenticare nel tempo la bella esperienza vissuta e che mi ha dato slancio per il mio nuovo lavoro, passando anche dall’utilizzare lo stesso giornale per le notizie dell’Università, come del quotidiano cattolico nazionale “Avvenire”, che per la diocesi di Cosenza/Bisignano settimanalmente si usciva con una pagina. Dopo l’esperienza di “Parola di Vita”, ch’è stata scuola di vita professionale, ho avuto la fortuna per ben 36 anni di svolgere il lavoro d’ateneo in qualità responsabile dell’ufficio stampa e pubbliche relazioni, incoraggiato dal mandato affidatomi dal primo Rettore, prof. Beniamino Andreatta, e dalle decisioni del Rettore prof. Pietro Bucci, che volle istituire ufficialmente l’ufficio di cui sopra e che, in data 1° aprile 1980, rappresentava una novità assoluta in ambito universitario statale italiano. Sono stati anni nei quali ho assecondato con passione e continuità la vita e gli eventi dell’Università raccontandoli per garantire la sua trasparenza e buon governo. Lo faccio ancora oggi nello stesso modo nel rispetto delle promesse e stimoli che ho ricevuto dalle due figure di Rettori sopra citati. È importante che i valori del giornalismo non restino alienati da logiche di sudditanza come oggi appaiono nell’ordine della vita e degli eventi che fanno parte e ruotano attorno a noi. Al contrario bisogna essere consapevoli che si è parte integrante di una società, di una comunità il cui benessere deriva dal rispetto della persona e del senso o meglio valore umano che scaturisce dalla lettura del Vangelo.