Airoma: una firma che diventa segno

Il procuratore aggiunto di Napoli Nord testimonia perché sceglie l'8xMille. La Chiesa sta a fianco degli uomini per dare loro dignità e libertà nell'oggi. 

Domenico Airoma, nato a Portici il 27 settembre 1963, è Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Napoli Nord. È vice presidente del Centro Studi Livatino. A Napoli Airoma ha ricoperto, fra gli altri, gli incarichi di pm della Direzione distrettuale antimafia e di giudice per le indagini preliminari. È stato procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Cosenza. Dal 2004 è stato inviato su incarico del Ministero della Giustizia, del Csm e della Commissione Europea a svolgere missioni negli Stati dei Balcani Occidentali, in Russia e in Asia Centrale, nel contesto dei progetti di riforma dei sistemi giudiziari. Impegnato nel mondo dell’associazionismo cattolico, lo abbiamo intervistato a proposito dell’importanza della devoluzione 8xMille alla Chiesa Cattolica.

Perché firma per l’8xMille?

Perché sono sempre stato convinto che la mera filantropia, pur importante, non basta: solo chi vede nel prossimo sofferente il volto di Cristo lo ama profondamente. E poi perché non vorrei che, seppure indirettamente, vi potesse essere un mio sostegno ad interventi statuali in favore di associazioni o enti che sostengono iniziative ispirate ad una visione dell’uomo, relativista e libertaria, che non condivido.

Lei è un testimone dell’impegno nella carità della Chiesa. Cosa la colpisce?

Il fatto che, nonostante le molte debolezze che pure hanno colpito tanti uomini di Chiesa, si assista sempre ad una rinascita prodigiosa di opere di carità, soprattutto in contesti di difficoltà e di emergenza. Si pensi a quanto accaduti durante la pandemia: mentre i “professionisti” dell’assistenza si ritiravano nel confinamento, le strade si sono popolate di tanti volontari animati da autentico spirito di soccorso e di vicinanza umana e spirituale.

I contributi 8xMille sono a sostegno anche dei diversi disagi. Dal suo punto di vista, quali sono oggi le povertà e le criticità dei territori?

Vi è certamente una povertà materiale che va affrontata; ma vi è, sempre più diffusa, una miseria morale che preoccupa ancor di più. Una miseria che conduce spesso all’oblio della dignità umana, fatta di giovani allo sbando, sedotti da un relativismo dall’aspetto buonista e abbandonati nei meandri dei vicoli ciechi di un nichilismo senza speranza.

Il mondo cattolico è una rete. Pensiamo alle Acli, al mondo dell’associazionismo in generale. Perché è importante fare rete?

“Guai al solo”, dice la Sacra Scrittura. Ed è proprio così. Bisogna abbandonare, anche nell’apostolato sociale, l’illusione inebriante dell’individualismo che rappresenta una sottile forma di orgoglio. Occorre fare rete: personalmente l’ho sperimentata proprio in Calabria, mettendo insieme la capacità delle ACLI di fare bene il bene e il carisma di Alleanza Cattolica, votata alla diffusione della dottrina sociale della Chiesa, indispensabile per dare adeguata formazione culturale agli operai della ricostruzione umana e sociale.

Mi permetta una chiosa sulla giustizia. La Chiesa in Calabria è una sentinella contro la criminalità organizzata e si moltiplicano le opere segno. Cosa possono dare al territorio?

La testimonianza. Che è di per sé un segno. Ciascuno di noi è un segno per l’altro, a partire dal proprio comportamento, dalle proprie scelte.

Un ulteriore appello alla firma 8xMille.

Una firma per dare fiducia a chi ci dà speranza.