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Che qualità formativa ha la scuola cattolica?

Da domani, 4 settembre, sarà on line il sussidio del Consiglio nazionale della scuola cattolica per aiutare il mondo dell'educazione ad interrogarsi sulla qualità dell'offerta formativa, leggere i cambiamenti sociali e culturali in corso e confrontarsi con le nuove sfide. Si tratta - spiega Ernesto Diaco, direttore dell'Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università - di "uno strumento per ‘pensare la scuola e l’educazione’ nel contesto attuale. Le difficoltà che le scuole cattoliche devono affrontare sono numerose, ma le opportunità non sono da meno, come dimostrano le numerose esperienze raccolte nel testo".

Che qualità formativa ha la scuola cattolica?

“Educare nel cambiamento. Realtà e futuro della scuola e della formazione professionale cattolica e di ispirazione cristiana” è il sussidio elaborato dal Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc) che da domani, 4 settembre, sarà online sul sito dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei. Nella presentazione del volumetto – anticipato al Sir – mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e presidente del Cnsc, richiama il “cambiamento d’epoca” sottolineato dal Papa nel 2015 a Firenze e sostiene che il mondo della scuola e della formazione deve “fare i conti con esigenze, generazioni e modelli educativi diversi da quelli cui si era abituati fino a un passato anche recente”. Di qui il documento con il quale, spiega al Sir il direttore dell’Ufficio Cei, Ernesto Diaco, il Cnsc “vuole offrire uno strumento per ‘pensare la scuola e l’educazione’ nel contesto attuale. Le difficoltà che le scuole cattoliche devono affrontare sono numerose, ma le opportunità non sono da meno, come dimostrano le numerose esperienze raccolte nel testo”.

La pubblicazione, frutto della riflessione e del lavoro comune dell’organismo che rappresenta l’ampia e composita realtà della scuola cattolica in Italia, contiene il documento su “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa”, pubblicato nel giugno 2017 e dal carattere programmatico, e il sussidio “Uno strumento per il discernimento delle comunità educative”, che vede qui la luce per la prima volta e si propone di aiutare scuole e centri di formazione professionale (Cfp) a promuovere una riflessione ponderata di fronte alle trasformazioni sociali e culturali in corso. A completare il volumetto due appendici: la prima costituita da esperienze e buone pratiche di scuole e Cfp che hanno saputo misurarsi con il cambiamento in maniera creativa e coraggiosa; la seconda contenente i recapiti degli organismi che a vario titolo compongono il mondo della scuola cattolica. Per mons. Crociata,

“la scuola paritaria è una risorsa per la pluralità di proposte che la sua presenza permette di attivare”, ma deve anche “essere di stimolo nel sistema nazionale dell’istruzione”.

In questa prospettiva, il nuovo documento sul discernimento “va letto come una pista di lavoro”. Tre le parti in cui è articolato: il confronto con il cambiamento, la sfida del discernimento e una “griglia” per svolgerlo. In una società caratterizzata dalla “cultura del frammento”, da una drammatica denatalità, dalla riduzione del personale religioso e dall’avanzare del laicismo, “essere una scuola cattolica – si legge nel testo – non può risolversi in alcuni aspetti aggiuntivi della vita scolastica ma deve comparire negli stessi criteri di costruzione e conduzione del curricolo scolastico”. L’attenzione perciò si sposta sull’intero sistema di istruzione, anch’esso chiamato a ripensarsi e rinnovarsi. Di qui la necessità di fare discernimento alla luce della missione propria della scuola cattolica. Un’azione che riguardi carisma, bisogni educativi del territorio, contesto ecclesiale in cui la scuola è inserita, risorse umane e materiali di cui dispone, in alcuni casi anche l’ipotesi di chiusura. Il sussidio, precisa Diaco, “non si rivolge solo a quanti sperimentano con più forza la crisi. Alla radice del discorso c’è l’invito a crescere nella capacità di fare discernimento, che non è solo cercare soluzioni ai problemi che si presentano” ma chiedersi

“come attuare oggi la vocazione a dare vita a comunità educanti, centrate sugli alunni, cristianamente ispirate e aperte a tutti”.

Sei i nodi affrontati dalla “griglia” proposta, ognuno dei quali corredato da specifiche domande per stimolare la riflessione: progetto educativo (sua qualità pedagogica-didattica-culturale e rispondenza alle attese delle famiglie e della società); comunità educante (valorizzazione delle relazioni e corresponsabilità in un progetto comune); formazione (con particolare attenzione alla qualificazione dei laici). E ancora: gestione economica e amministrativa (competenze specifiche, sostenibilità, trasparenza); scelta delle figure con ruoli di responsabilità (pure qui competenze specifiche ma anche appartenenza alla Chiesa e adesione al carisma); infine confronto, condivisione e collaborazioni con altre scuole cattoliche e anche statali perché “lavorare da solo oggi vuol dire isolarsi e disperdere energie e risorse”, si legge nel sussidio.

Mettere in campo strategie e scelte, spesso difficili e non indolori, per superare criticità che possono mettere a rischio il futuro dell’opera educativa, finisce per premiare. Lo dimostrano le buone pratiche raccolte nella terza sezione del sussidio: esperienze di passaggio della scuola a un nuovo soggetto gestore; collaborazioni, accorpamenti, reti e sinergie tra istituzioni scolastiche e tra Cifp; azioni e strumenti di sostegno e accompagnamento messi in campo dalle Congregazioni religiose e da altri organismi di scuola cattolica.

“Pur essendo rivolto alle scuole cattoliche – conclude Diaco -, credo che molte delle provocazioni e delle prospettive contenute nel testo possano interessare l’intero mondo scolastico. Ci sono infatti sfide comuni, come quella di alimentare le sinergie educative con le famiglie, il territorio e le altre istituzioni formative, o anche il saper leggere i cambiamenti in atto e rinnovare le relazioni fra gli educatori in chiave di corresponsabilità”.

Fonte: Sir
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