Attualità
Sunburn Challenge: la nuova moda pericolosa dei ragazzi
Restare troppo a lungo sotto il sole per bruciarsi e mostrare la bruciatura sui social
Il Sunburn Challenge è la moda del momento fra i ragazzi: restare sotto il sole fino a procurarsi una bruciatura evidente, per poi mostrarla sui social.
La mia amica Lucia Daniela Bosa, con la sua esperienza al Servizio per le Dipendenze (Serd) e Alcologia, lo ha acutamente definito un “utilizzo dissacrante del corpo”: un atto che unisce l’autolesionismo alla ricerca di visibilità, con una componente di dipendenza, e quindi di craving, nel cercare gesti che facciano sentire sempre più vivi e riconoscibili.
In chiave psicoanalitica, questo gesto parla di un vuoto. Massimo Recalcati, nella sua “Clinica del vuoto”, ha parlato appunto di come alcuni comportamenti nascano da un’anestesia del desiderio, dalla ricerca di un’intensità che riempia il vuoto e la sensazione di non esserci. Il dolore della bruciatura sulla pelle, allora, può diventare un “contenitore sostitutivo”: ricorda che esistiamo e che tutti possono vederci.
Come psicologo del profondo, oltre a questi due aspetti, volevo evidenziare almeno altri tre elementi che spesso si intrecciano.
Il corpo come messaggio diretto a un bersaglio inconscio: dietro il procurarsi un Sunburn potrebbe nascondersi la difficoltà a percepire il corpo come parte del proprio sé, ma come un oggetto separato sul quale esercitare potere. Questo può riflettere una frammentazione dovuta a un attaccamento non sicuro con i genitori, fino a contenere un attacco inconscio a chi ha dato un corpo, ma non l’amore.
La dimensione esibizionistica e di protesta: la ferita deve essere visibile e urlare. È una sfida non tanto al Super-io morale di freudiana memoria, ma a quello che potremmo chiamare “Super-io medico”. Dopo la pandemia di Covid, il precetto dominante, infatti, non è più “non essere immorale” ma “proteggi la tua salute”.
Le dinamiche femminili transgenerazionali: oggi molte madri mantengono in età adulta atteggiamenti e comportamenti tipici dell’adolescenza, come la ricerca spasmodica di approvazione fisica o la competizione implicita con le donne di generazioni precedenti (le figlie!). Non è un caso che il fenomeno riguardi in larga maggioranza le ragazze. In questo contesto, la Sunburn Challenge può diventare un modo per “giocare” sullo stesso piano della madre, ottenendo attenzione, riconoscimento oppure differenziandosi da lei.
Il segno dell’abbronzatura rischia di diventare il segno di vuoto, una scottatura che però passa in pochi giorni, lasciando il senso di mancanza di prima. La psicologia psicodinamica, che lavora nel profondo, può aiutare a comprendere e analizzare come mai un gesto apparentemente innocente possa essere l’unico modo per sentirsi vivi. La domanda è: se questo è l’unico modo che trovi per sentirti viva, cosa ti è stato tolto, o non ti è mai stato dato, che possa farti sentire viva senza dover soffrire?
Marco Piccolo – Psicologo
