Niente di nuovo sotto il sole!

Conferenza stampa con una narrazione alterata della realtà che pure è sotto gli occhi di tutti

Di certo la conferenza stampa di presentazione del ds Lupo, del tecnico Buscè e del “consulente” Micheli non ha placato gli animi abbastanza infuocati della tifoseria rossoblù. Giustamente, si può aggiungere. Perché la conferenza del 26 luglio in Sila ha detto davvero poco o nulla. La narrazione di Micheli è quella di chi voglia fare passare il patròn Guarascio come vittima della retrocessione, perché il consulente (questo abbiamo capito che è il suo ruolo, sia pur con tanti compiti di fatto!) ha affermato che la colpa della retrocessione non è certo del proprietario ma dell’area tecnica; anzi, ha rincarato la dose sostenendo che Guarascio abbia investito milioni su milioni nella rosa del Cosenza a titolo di monte ingaggi (ben 11!), che la società è solida, che quanto meno – pur con dei limiti – il patròn garantisce il calcio professionistico a Cosenza. Ma è tutta una strategia comunicativa che non incanta più, o comunque incanta pochi.

Una narrazione appunto alterata, che vuole cancellare con un colpo di spugna le tante manchevolezze della scorsa stagione, dal meno quattro in classifica ai pignoramenti (su cui non si fa luce), al mancato investimento a gennaio nel rafforzare la rosa, al caro prezzi, alla chiusura dei settori, alle tante e crescenti voci su mancati pagamenti. Il collega Alfredo Nardi, con coraggio, ha tentato di fare la giusta contronarrazione, cioè quella che è sotto gli occhi di tutti, ma non ha trovato granché soddisfazione alla sua domanda. A testimonianza che non si vuole cambiare direzione.

Per questo andazzo, ormai cronico, la conferenza stampa si preannunciava già abbastanza inutile. La società ha ripreso a comunicare le questioni di campo col nuovo responsabile Giovanni Folino, ma l’assenza senza soluzione di continuità del duo Guarascio – Scalise rende poco credibili e realizzabili le buone intenzioni di Lupo e Buscé. Quanto a Micheli, non è difficile immaginare che – stante questa situazione – rischia di non durare a lungo in riva al Crati. A tanta gente, poi, il campo interessa davvero poco.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Le buone intenzioni, di cui è lastricata finanche la via dell’inferno, sbattono sul muro duro di chi aveva detto una cessione “a brevissimo” ma che dopo 75 giorni è più in sella che mai. Per la depressione di una città e di una provincia intera.