Città
Via Miceli intitolata all’avvocato Ernesto Corigliano
La cerimonia alla presenza della moglie, del sindaco, del presidente Coa Cosenza e del procuratore Spagnuolo
interrogato molto su quello che potevano essere le parole che avrei potuto dire questa sera e credo che la questione personale, familiare, quella che mi fa essere presente qui oggi, è quella che più di tutti va ricordata anche perché i suoi successi, i suoi meriti, i suoi titoli conquistati sul campo li conosciamo tutti. Ma ognuno di noi, sono sicuro, conserva una battuta, una frase e forse anche la cazziata, che faceva solo quando si era nel suo cuore. Io ne conservo tante di cazziate. In questi giorni ho riletto alcune delle lettere che mi ha scritto, in particolare quella di quando sono stato eletto per la prima volta consigliere comunale. Con voi voglio condividere una frase in essa contenuta che era anche il suo motto: onorare sempre questa città, questo ruolo e, soprattutto, cercare di dare un contributo per la crescita della nostra comunità”.
Non è mancato il ricordo del presidente dell’ordine degli avvocati di Cosenza, Claudio De Luca, che ha voluto ringraziare l’amministrazione comunale di Cosenza “che – ha affermato – ha consegnato ad imperitura memoria uno dei nostri migliori avvocati. L’esigenza di consegnare alla toponomastica cittadina Ernesto d’Ippolito è data dalla centralità della sua figura nell’avvocatura. Egli ha conferito alla professione forense una forte dimensione culturale fondata sui valori dell’illuminismo. Ha avuto una vita piena Ernesto d’Ippolito, strenuo ed appassionato l’impegno come presidente dell’Accademia cosentina e come animatore dei migliori valori laici della Massoneria universale. Soprattutto è stato Maestro di molte generazioni di avvocati. Un maestro raffinato per vocazione, di “generatore di coscienza” come lo intendeva Seneca nelle sue lettere a Lucilio, che lui molto amava ed a cui piaceva imparare per insegnare”. L’ex procuratore Mario Spagnuolo ne ha rappresentato l’uomo in un ricordo del tutto personale. “Questa città – ha concluso Mario Spagnuolo – è quella che è grazie anche all’arroganza intellettuale di persone come Ernesto d’Ippolito, che hanno saputo vedere, con lungimiranza, quello che poteva essere il futuro di Cosenza. Oggi lo rimpiangiamo anche perché non vediamo altri della sua stessa levatura”.
