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Venezuela. Mons. González de Zárate (presidente vescovi): “Il popolo vuole pace e democrazia
Il presidente dei vescovi venezuelani, mons. Jesús González de Zárate, esprime al Sir preoccupazione per la crescente tensione tra Stati Uniti e Venezuela. L’arcivescovo richiama alla vocazione democratica del Paese e alla scelta costante della via pacifica. Il popolo, afferma, vive tra ansie e speranze, ma soprattutto concentrato sulla dura sopravvivenza quotidiana. Ogni uso della forza comporta “rischi imprevedibili” e accresce l’incertezza. L’appello dei vescovi: mettere al centro dignità, bene comune e unità nazionale
“Il popolo venezuelano ha una chiara vocazione democratica. Hanno ripetutamente optato per la via pacifica ed elettorale e rimangono impegnati in questo proposito anche oggi”. Perciò “il desiderio dei vescovi è che i venezuelani possano risolvere pacificamente i nostri problemi e le nostre divergenze”. Lo ribadisce in una intervista al Sir da Caracas monsignor Jesús González de Zárate, arcivescovo di Valencia e presidente della Conferenza episcopale venezuelana, a commento della tensione tra Stati Uniti e Venezuela. Il presidente americano Donald Trump ha infatti dispiegato nelle acque caraibiche la più imponente flotta da guerra mai vista in queste zone, con 15.000 militari e la più grande portaerei al mondo. L’obiettivo dichiarato è di combattere il narcotraffico proveniente dal Venezuela ma Trump ha espresso più volte l’intenzione di deporre il presidente Nicolas Maduro. Negli ultimi giorni i due hanno però fatto dichiarazioni aperte al dialogo e all’incontro. I rischi di un intervento americano, secondo gli osservatori internazionali, sono altissimi perché l’esercito in Venezuela è ancora forte e potrebbe portare ad una guerra civile o alla presa di potere di un leader più estremista di Maduro. Secondo indiscrezioni stampa Trump avrebbe intenzione di ripiegare su operazioni segrete della Cia anziché inviare forze di combattimento sul territorio venezuelano. La leader dell’opposizione venezuelana e premio Nobel per la Pace María Corina Machado ha diffuso il suo “Manifesto di Libertà”, un documento in cui afferma che il Paese si trova “a un passo da una nuova era” preannunciando che “il lungo e violento abuso di potere del regime sta arrivando alla fine”. Intanto in Venezuela il popolo vive una situazione sospesa: tra la fatica della sopravvivenza quotidiana in un Paese al collasso e il timore dell’esacerbarsi delle tensioni. “In tempi difficili come questi – è l’appello del presidente dei vescovi venezuelani -, il bene e la verità devono prevalere. In questo senso, cittadini e leader devono anteporre la dignità delle persone e il bene comune agli interessi personali e di parte”.

mons. Jesús González de Zárate – foto: Conferenza episcopale venezuelana
Un enorme contingente militare statunitense è schierato al largo delle coste del Venezuela e Trump minaccia di deporre Maduro. Come sta vivendo la popolazione questo delicato momento? Quali sentimenti predominano?
La comprensione di questa realtà da parte del popolo venezuelano è plasmata principalmente dalle informazioni che riceve attraverso i social media, alcuni organi di informazione e conversazioni informali. Queste fonti presentano una realtà sfaccettata, in continua evoluzione e altamente dinamica, piena di domande e poche risposte. Spesso,
le analisi della situazione sono parziali e persino contraddittorie, riflettendo gli interessi politici di una o dell’altra parte dominante nel nostro Paese.
Questo influenza il modo in cui ogni persona vive questo momento e determina i sentimenti che porta nel cuore. Anche il fatto che molte persone abbiano un accesso limitato a queste informazioni gioca un ruolo. In generale, si può affermare che, negli ultimi decenni, il popolo venezuelano ha imparato a gestire la propria realtà quotidiana integrando ansie e speranze. Questo rimane vero anche oggi. Tuttavia, la mia impressione è che la stragrande maggioranza del popolo venezuelano sia attualmente più preoccupata di soddisfare i propri bisogni primari e di superare le difficoltà causate dalla costante perdita di potere d’acquisto e dalle carenze nei servizi pubblici che di queste questioni.
Quali rischi potrebbe comportare una dimostrazione di forza da parte degli Stati Uniti? Alcuni temono il rischio di una guerra civile, data la forza dell’esercito e la frammentazione dell’opposizione. Qual è la sua opinione al riguardo?
È chiaro che, in ogni caso,
l’uso della forza comporta rischi imprevedibili e può generare ulteriori problemi.
Credo che sarebbe inappropriato da parte mia soffermarmi sull’analisi di situazioni ipotetiche indesiderabili, poiché ciò non farebbe che aumentare le attuali ansie dei venezuelani. Confido che, in qualsiasi situazione, prevalga il senso di unità del popolo venezuelano. Il desiderio dei vescovi è che i venezuelani possano risolvere pacificamente i nostri problemi e le nostre divergenze. Preghiamo costantemente per questo.
La democrazia può essere imposta in un Paese con la forza e dall’alto?
Il popolo venezuelano ha una chiara vocazione democratica. Hanno ripetutamente optato per la via pacifica ed elettorale e rimangono impegnati in questo proposito anche oggi.
La stragrande maggioranza di noi desidera vivere in pace e democrazia, sebbene oggi siamo consapevoli che, data la complessità della realtà politica nazionale, non è facile canalizzare questa aspirazione, che spesso genera sfiducia e disperazione in molte persone.
Qual è l’appello dei vescovi venezuelani in un momento così critico?
In tempi difficili come questi, il bene e la verità devono prevalere. In questo senso, cittadini e leader devono anteporre la dignità delle persone e il bene comune agli interessi personali e di parte.
Dobbiamo perseverare, senza tentennamenti, nella costruzione di una società più fraterna, giusta, libera e solidale, al fine di trovare soluzioni ai gravi problemi che noi venezuelani stiamo vivendo, soprattutto i più poveri e bisognosi. Come abbiamo fatto finora, i vescovi del Venezuela desiderano continuare ad accompagnare il nostro popolo in questo compito. Ribadiamo il nostro impegno in tal senso.
Agensir
