Universitari e il ‘peso’ della casa

Federconsumatori Calabria ha realizzato la prima indagine sul caro affitti per gli studenti. Studiare all’Unical costa. Nell’area Cosenza-Rende la media mensile è pari a 391 euro

Antonino racconta di essere venuto a Rende per frequentare il corso di laurea magistrale in Ingegneria ambientale da Maierato, provincia di Vivo Valentia. “È iniziata questa estate la ricerca del nuovo alloggio, ho notato l’aumento del costo dell’affitto, spesso immotivato dato che le dimensioni delle stanze sono perlopiù simili, ho notato differenze di prezzo anche all’interno dello stesso quartiere, cosa che ha reso la ricerca ancora più complessa”, racconta a PdV. “Ho preso in affitto una camera singola al costo di 250 euro, utenze incluse. Prima vivevo in un’altra zona più distante; il prezzo era sì inferiore, però dovevo fare uso dei mezzi pubblici per spostarmi, per questo motivo ho deciso di prendere casa altrove”. E aggiunge: “Quest’anno inizierà la carriera universitaria anche mia sorella, i miei genitori dovranno fare dei sacrifici per mantenere entrambi, per questo motivo la ricerca di un nuovo alloggio è stata ancor più meticolosa; ho contattato diversi proprietari e visto due case prima di scegliere”. Il costo della camera di Alessia, invece, è pari a 220 euro, utenze escluse. “Ho visto diverse case prima di scegliere, non ero soddisfatta dei costi, sono stata fortunata nell’aver trovato una camera ad un costo più sostenibile rispetto ad altre”.  Ad essere stato meno fortunato è Matteo. “300 euro, utenze escluse, è il prezzo che pago per una stanza singola. Ho visitato decine di case, è la quarta che cambio in tre anni. Per la casa in cui vivevo prima pagavo 280 euro, ma l’ho lasciata perché era fatiscente. Mi spiace dover fare affrontare ai miei genitori dei sacrifici per consentirmi di studiare; il costo dell’affitto è alto però sono stato fortunato perché i padroni di casa sono gentili e disponibili, cosa che non è affatto scontata”. I gruppi sui social dedicati agli affitti sono un pullulare continuo di annunci. C’è chi è alla ricerca di una sistemazione temporanea in attesa dell’assegnazione dell’alloggio universitario, chi, invece, cerca casa imponendo un tetto massimo di canone di locazione. Tra fotografie e descrizione dell’appartamento c’è chi richiede 400 euro al mese per una camera singola con bagno interno. A pochi giorni dall’inizio dell’anno accademico si torna a parlare del problema del caro affitti per gli studenti universitari. In Calabria, nel 2025, le famiglie possono mandare i figli all’università a stento. Dalla prima indagine di Federconsumatori Calabria emerge che sempre più famiglie fanno fatica a far quadrare i conti. Il caro affitti fa tremare i polsi, ancor di più se si pensa che c’è il rischio di dover rinunciare ad un diritto fondamentale, quello allo studio.

“Federconsumatori non è nuova a indagini di settore. Dopo l’indagine nazionale condotta insieme a Udu e Sunia abbiamo ritenuto aprire una finestra sul mercato regionale degli affitti universitari per calcolare l’incidenza sui bilanci familiari calabresi sempre più falcidiati da inflazione e caro prezzi. L’UDU ha calcolato l’incidenza dei costi degli affitti per i fuori sede in circa il 40% del costo complessivo di mantenimento degli studi universitari. Se si considera il reddito medio delle famiglie calabresi, per i dati elaborati i costi di locazione hanno un’incidenza elevata anche dentro confini regionali con affitti mensili a persona che arrivano a superare i 600 euro cui si aggiungono tutte le spese accessorie per luce, acqua, gas, condominio”, ha spiegato a PdV Mimma Iannello, presidente di Federconsumatori Calabria. Quello degli affitti è un “mercato privato legato alla domanda che nelle aree più prossime alle Università subisce aumenti incontrollati laddove non ci sono accordi territoriali. I prezzi sono lievitati da tempo; ora, in particolare nelle città, hanno toccato delle assurde impennate. Dal post Covid si è registrato un sensibile aumento legato evidentemente anche alla sottrazione di immobili verso gli affitti turistici”. Studia chi può, purtroppo è un’amara verità. Rende, da questo punto di vista, è la città più proibitiva: “Sull’area urbana di Cosenza-Rende abbiamo registrato la media mensile più alta di affitti con 391 euro a studente ma con picchi oltre le 600 euro. L’Unical ha una maggiore popolazione studentesca anche se offre ben 2.500 posti alloggio, mentre l’Università Magna Graecia e Mediterranea insieme ne offrono meno di 200. Molto poco di fronte alla domanda di affitti. Le scuole e le Università ricevono solo il 7,3% di finanziamenti contro la media UE del 9,6% e paesi come la Svezia che destinano il 14%. È evidente che senza politiche mirate per la casa per gli studenti la domanda deve essere soddisfatta dal privato”. Su Cosenza “i prezzi medi annui per studente arrivano a 5.500 euro, ma possono lievitare se costretti a scegliere altre soluzioni”. Per arginare il problema è necessario “sicuramente aumentare l’offerta di posti alloggio in tutti gli Atenei”. Se le borse di studio e gli alloggi costituiscono una boccata d’ossigeno per molte famiglie, si tratta di misure che purtroppo non sono sufficienti: “Sono di grande aiuto per le famiglie. All’Unical c’è una buona offerta di posti alloggio ma la popolazione scolastica, anche regionale, è maggiore dell’offerta. Secondo indagini dell’UDU circa il 37% degli studenti fuori sede rinuncia a trasferirsi per il caro alloggi. È un problema che nega agli studenti l’opportunità di vivere nella pienezza l’esperienza universitaria. In Italia complessivamente l’offerta di posti alloggio pubblici copre il 5% della domanda contro la media europea del 17%. È evidente che alle Università non servono tagli, ma investimenti per incentivare e sostenere il diritto allo studio che non può essere un privilegio per pochi. È un tema di eguaglianza”. A fare la differenza è la location: maggiore è la vicinanza all’ateneo più alto è il costo: “La vicinanza alla sede universitaria fa lievitare i costi. Proprio per questo occorre informarsi e sapere se nella zona e nel Comune prescelto in cui abitare vi siano accordi con le associazioni di categoria che definiscono la calmierizzazione dei prezzi e il rispetto delle clausole per gli studenti universitari”, spiega. Il disagio non è solo nei numeri snocciolati dalla presidente Iannello, ma anche nelle segnalazioni che Federconsumatori riceve: “Le segnalazioni principali emergono durante le nostre riunioni o quando ci confrontiamo con i giovani del servizio civile e ci raccontano delle difficoltà generali a fronteggiare i costi delle spese universitarie. Non sono pochi gli studenti che per sostenere le famiglie ricorrono a lavori occasionali”. Nel mare magnum di annunci e proposte da cosa bisogna sempre diffidare? “Sicuramente da chi nega la scrittura e la registrazione dei contratti a norma o il pagamento di somme a nero”, sottolinea Iannello, che fornisce una serie di consigli: “Come prima cosa invitiamo gli studenti a visitare i social dell’UDU o del Sunia-Cgil che offrono informazioni esaustive su ogni aspetto riguardante gli affitti. Dopodiché come informazioni base occorre verificare se ci sono le condizioni reddituali familiari, o comunque l’intento di partecipare al bando per fruire di posti alloggio pubblico nella disponibilità dell’Ateneo prescelto. Se ci si affida al mercato libero, in rapporto al budget disponibile, oltre che aver sentito l’esperienza utilissima di amici, consultare le offerte di agenzie o di siti attendibili. Informarsi se gli alloggi da locare sono a canone libero o concordato (il DM 16 gennaio 2017 specifica le condizioni per attivare un contratto di locazione per studenti universitari. Si tratta di una forma specifica di contratto ben normato); chiedere bene dell’incidenza dei costi accessori (acqua, luce, gas, tributi comunali, condominio wifi ecc.); valutare se l’alloggio è collegato all’Ateneo da mezzi pubblici; accertarsi della registrazione del contratto; sapere che ci sono soglie insuperabili per la caparra confirmatoria, ed una serie di altre avvertenze che meritano precisi accorgimenti”, conclude.