Una breve biografia di don Carlo De Cardona

Originario di Morano Calabro, apostolo delle casse rurali, antesignano del cattolicesimo sociale

100 anni

A Morano Calabro, paese in provincia di Cosenza arroccato ai piedi del Pollino, il 4 maggio 1871 nasceva don Carlo De Cardona. Proveniente da una famiglia della locale borghesia, Carlo scelse la via del sacerdozio recandosi a studiare, dopo la vicina Castrovillari, prima a Cosenza e poi a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana. Gli anni di formazione a Roma furono fondamentali. Qui fece esperienze di diverse realtà e venne in contatto con esponenti di primo piano del movimento cattolico, avvicinandosi in questo primo periodo anche alle idee di Murri e ispirandosi all’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII.Tornato in Calabria venne ordinato sacerdote a Cassano il 7 luglio 1895, ma subito lasciò la sua diocesi d’origine perché chiamato a Cosenza dall’arcivescovo Camillo Sorgente per svolgere il ruolo di suo segretario particolare. Fu, questa, un’altra tappa fondamentale della sua vita. Iniziò l’impegno diretto per far sorgere e consolidare nel Cosentino un movimento cattolico bene organizzato, che vide De Cardona battersi per la costituzione di numerose leghe del lavoro e casse rurali. Le prime erano pensate per dare ai contadini la possibilità di consociarsi per difendere i propri diritti, e difatti nel pensiero e nell’azione di De Cardona il progresso delle classi contadine ha avuto sempre un ruolo centrale. Le casse rurali erano sorte invece per incentivare modalità di credito più adeguate alle esigenze delle classi meno abbienti della popolazione, ed il loro successo nei primi anni di attività è testimoniato dal grande numero di casse rurali aperte in molti paesi della regione. Tramite queste istituzioni fu protagonista, in diversi luoghi della provincia, di diverse iniziative tese a sostenere le classi più deboli.Altro fondamentale fronte di azione per De Cardona fu il giornalismo. Scrisse molto e fondò egli stesso diverse testate, tra cui La Voce Cattolica nel 1898, seguita alcuni anni dopo da L’Unione e da altri periodici.In ambito politico, dopo la vicinanza alle idee della Democrazia Cristiana di Murri e l’aver ricoperto cariche elettive in istituzioni quali il Comune e la Deputazione provinciale di Cosenza, De Cardona fu nel 1919 tra i fondatori in provincia del Partito popolare italiano, soggetto politico che si proponeva di sostenere le istanze dei cattolici in politica. L’avvento del fascismo fu, sia per i popolari sia per lo stesso De Cardona, un periodo di limitazioni e difficoltà. Il fallimento dell’esperienza delle casse rurali, avvenuto negli anni ’30 per i problemi economici di quegli anni e per la mancata volontà di sostenere i piccoli istituti di credito, segnò in modo determinante il resto della sua vita. Per De Cardona fu necessario allontanarsi da Cosenza trovando ospitalità a Todi dal fratello Ulisse, ma non si poté comunque evitare il fallimento. Don Carlo tornò in Calabria ormai anziano e malato ma continuò il suo impegno ricoprendo diverse cariche, tra cui quella di assessore del Comune di Cosenza nel 1945. Debilitato dalla malattia, dapprima si recò nuovamente a Todi e poi tornò in Calabria, ritirandosi in povertà nella casa di famiglia di Morano. Qui don Carlo morì il 10 marzo del 1958. Negli anni successivi alla morte la figura e l’attività di De Cardona, che per un periodo avevano portato Cosenza all’avanguardia del movimento cattolico meridionale, sono state oggetto di numerose indagini e studi.

Questo pezzo è un estratto dell’articolo di Lorenzo Coscarella e Alessia Prosperoso su www.paroladivita.org del 5 maggio 2021 per i 150 anni della nascita di don Carlo De Cardona

https://www.paroladivita.org/150-anni-fa-nasceva-don-carlo-de-cardona/