Uff. famiglia. Essere presenza attraversando l’assenza per incontrare la comunione

Diario di bordo del campo diocesano dell’Ufficio famiglia


Appena arrivati sulla costa degli dei, a Tropea, le famiglie poco alla volta si sono ritrovate, si sono conosciute, con quella genuina curiosità sul nuovo viaggio interiore che di lì a poco li avrebbe travolti.

Durante l’anno pastorale, attraverso la formazione proposta dall’Ufficio famiglia diocesano, avevano avuto la possibilità di interrogarsi sul tema dell’accoglienza: come accogliamo l’altro, il diverso da noi, lo straniero, ma anche il coniuge, il figlio, il parrocchiano.
I dialoghi poco alla volta si sono addensati di fatiche, di esperienze difficili, di paure non superate, di traguardi mai raggiunti.
Dopo l’ascolto di queste fatiche, i direttori dell’Ufficio, Zaira e Gianluca Marino, insieme all’assistente don Rodolfo Bruschi e con l’aiuto del direttivo, hanno voluto dare eco a queste esperienze, dedicando il consueto campo che ormai di tradizione diventa manifesto per l’avvio del nuovo anno pastorale.

Ecco che tutto prende forma quando la proposta nasce dalle storie delle famiglie, dalle esperienze nelle parrocchie, da una lettura fatta col cuore di quel bisogno che non ha trovato altrove risposta.

Ecco che prende quota il campo, con quello slancio positivo che solo lo Spirito Santo può donare. Non ci sono indecisioni, passo dopo passo, un dettato forte e chiaro ci indica la strada da percorrere, i relatori, i testimoni, gli ospiti.

Eppure, anche se completamente affidati a Cristo, la preparazione del campo quest’anno è stata contrassegnata da diverse fatiche per noi organizzatori. Pieni di fiducia nell’accompagnamento spirituale delle nostre amate sorelle Clarisse del monastero dell’Immacolata di Rende e mossi dalle attese delle famiglie che subito si erano prenotate, abbiamo camminato, come sempre insieme, “con passo leggero e piede sicuro” come scriveva proprio Santa Chiara.

Il tema “Profumo: essere famiglia tra assenza e pienezza” centra questo “faccia a faccia” con la prova, con la fatica, con il dolore. Abbiamo pensato a quelle famiglie incontrate, toccate dalle malattie, costrette a dividersi per curarsi lontano da casa. Abbiamo pensato a quelle famiglie toccate da un lutto, da quelle tragedie che anche le nostre comunità parrocchiali fanno fatica ad accompagnare. Abbiamo pensato a quelle famiglie che sperimentano l’assenza di relazioni autentiche, concretamente prossime, che sanno essere abbraccio, farsi carezza.

Quante mancanze abbiamo ascoltato tra i nostri giovani!
Ragazzi e ragazze che pensano di non avere spazio nelle nostre chiese , convinti di non avere voce nelle nostre case, per essere ascoltati davvero, per manifestarsi così come sono, senza filtri, senza social, senza maschere.

Qualcuno leggendo si starà chiedendo:
“E profumo? Perché?”.
Profumo, perché ogni vuoto può rappresentare una presenza viva, profumo perché quando un dolore ci frammenta il cuore, quel cuore si fa frumento e poi si fa pane e il pane è nelle top ten dei profumi.
Profumo perché nell’assenza viviamo il confronto con la parte più profonda di noi, perché solo nell’assenza riusciamo a sentire più forte l’eco di un Dio Padre che ci parla nell’intimo e ci dice che non siamo mai soli, che siamo profondamente amati, così come siamo, con la nostra fragile presenza.

Il profumo ci rammenta quanto in ognuno di noi ci sia un’essenza sacra indistruttibile, che nessun evento potrà cancellare. Quel profumo di Cristo ci abita e ha sapore di pane, di amore, di vibrazione divina.

Venerdì sera, dopo l’introduzione all’esperienza del nostro padre Arcivescovo, ci siamo presi un tempo per parlare di noi, dei nostri profumi di casa, concludendo la serata con lo strappo di mezzanotte per festeggiare il compleanno di don Rodolfo, animati dai vostri sorrisi, dal sorriso contagioso di Beniamino e Sabina, dalle grida dei nostri figli, coinvolti dai più grandi con le attività proposte da Animatema di famiglia.

Il sabato mattina, con Maria Carmela Cerra, docente responsabile del laboratorio di sistemi dell’Unical, abbiamo riflettuto sull’importanza del profumo sulla nostra memoria olfattiva e sulle relazioni che viviamo. Con frate Franco Lio, piccolo missionario della Trinità, siamo riusciti a penetrare il nostro cielo, per capire quanto un singolo può divenire una stella, quanto una famiglia possa divenire una costellazione, quanto la missionarietà può albergare all’interno di una diocesi che si fa cielo.

Nel pomeriggio mare profumo di mare, alle 19 la Santa Messa presieduta dal nostro caro arcivescovo, monsignor Giovanni Checchinato, a seguire un momento speciale, in cui i nostri figli hanno allestito l’altare per l’adorazione eucaristica.
Con la base musicale di un loro amato cantante, Luchè con “le pietre non volano”, insieme, come un gruppo di Street Art, sono riusciti a realizzare un cielo stellato e a consegnare a ogni famiglia una pietra da loro decorata. Dopo l’esposizione del Santissimo Sacramento, ogni famiglia, mano nella mano, con i propri figli, ha percorso la navata e lasciato ai piedi di Gesù, quella pietra, simbolo dei pesi, delle emozioni, delle prove che si porta nel cuore.

Domenica mattina, tutti pronti per una nuova full immersion, che ha visto l’introduzione dei lavori a cura mia e di mio marito Pietro Caruso, con cui abbiamo provato a condurre i lavori della tavola rotonda. A questa hanno partecipato tre testimoni: suor Antonella del monastero dell’Immacolata di Rende, Mariateresa Aloe madre di un giovane ragazzo tornato alla casa del padre all’età di 34 anni a causa di un incidente stradale, Carmen Onorato madre che ha vissuto l’esperienza difficile dei pluri aborti. Proprio mentre a San Pietro veniva celebrata la canonizzazione dei beati Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, a Tropea tre donne raccontavano le loro storie, a tratti intrecciate tra loro dalla mano sapiente del Signore, e, in ciascuna di queste, ognuno di noi ha potuto cogliere come la vita dei santi si sia innestata, donando nuovo vigore, rammendando gli strappi vissuti, colmando mancanze apparentemente incolmabili.

Infine, la mattinata si è conclusa con le riflessioni schiette e profonde del nostro amato don Rodolfo e il passaggio di consegne con i nuovi direttori dell’Ufficio famiglia Maria e Nicodemo Passalacqua. Un momento in cui le famiglie hanno aperto il cuore, soprattutto per ringraziare il dono di Zaira e Gianluca, la loro missione evangelica, l’ascolto costante e le braccia sempre aperte nei confronti di tutti.

Un campo colmo di assenze, di difficoltà apparentemente insuperabili, eppure, come in tutte le prove della nostra storia, qualcosa ha determinato una nuova scena, il sipario calato aveva nascosto nuovi traguardi, nuove percorsi, nuovi passi.
Il tempo è volato, ma ancora ne sento il profumo.

Federica Mazzuca
Direttivo Ufficio Famiglia
Arcidiocesi Cosenza Bisignano