Terremoti, cosa fare per salvaguardarci

Intervista al professore Gino Crisci, già rettore Unical

Se è vero che i terremoti non si possono prevedere e che quindi è nostro dovere imparare a conviverci, è altrettanto vero che le azioni da mettere in atto per la salvaguardia di persone e cose sono tante. La Calabria è tra le regioni a più alto rischio sismico ed è ancora indietro sul piano pratico. Venerdì Palazzo Arnone ha ospitato il convegno ‘Terremoti e prevenzione in Calabria’, tenuto dal professore Gino Mirocle Crisci, già rettore dell’Università della Calabria. Lo abbiamo intervistato.
La nostra regione è ad alto rischio sismico, perché?
La Calabria ha una storia geologica molto recente, in atto, complicata, che ci porta a due cose. Si tratta di una regione molto bella e per certe cose unica, da una parte; dall’altra purtroppo abbiamo i problemi di dissesto idrogeologico e sismico, soprattutto. Dobbiamo subire questa situazione, però si possono fare molte cose per attenuarne gli effetti.
C’è una provincia che è più a rischio delle altre?
Più o meno tutta la Calabria. Ad essere maggiormente a rischio è soprattutto il lato tirrenico, il lato ionico è di meno a meno rischio; forse la provincia di Reggio Calabria lo è un po’ di più. La parte meno a rischio è quella situata a nord della Calabria, quella a valle con il Pollino, la parte ionica è l’area più tranquilla.
Cosa può dirci dello sciame sismico che interessa ultimamente il Catanzarese?
Mi sembra che si stia attenuando. In 24 ore credo ci sia stata solo una scossa di lieve entità, quindi, come succede quasi sempre, gli sciami hanno una durata, poi terminano.
Edifici abusivi o non a norma. Si può fare qualcosa per minimizzare l’impatto dei terremoti?
Si può fare moltissimo. Si può intervenire sui palazzi. Sugli edifici storici ci sono una serie di interventi che si possono fare, interventi che ci hanno insegnato i nostri antenati, a partire dalle catene fino ad altri accorgimenti di questo tipo. Sui palazzi nuovi ci sono mille accorgimenti da fare. Ci sono i cosiddetti assorbitori, dei dispositivi impiegati nelle nuove costruzioni per stabilizzare gli edifici impedendo il cedimento in caso di vibrazioni. Mi stupisce che non si prendano provvedimenti obbligando le zone ad alto rischio, quali sono le nostre in gran parte, ad attenersi a queste nuove scoperte scientifiche.
Si è erroneamente pensato che il bonus edilizio servisse solo per l’efficientamento energetico…
Il 110 è stato fatto sia per il risparmio energetico che per le norme antisismiche. In Calabria pochissimi hanno usato il 110 per le norme antisismiche, anche perché molte persone non lo sapevano.
Tra i primi effetti del terremoto c’è il blackout nelle abitazioni. Ci dia una serie di consigli…
Avere una torcia a disposizione. Ora, grazie agli smartphone la cosa è migliorata molto, per fortuna. Il secondo consiglio è fissare i mobili alle pareti, poi istallare la serratura con sistema antipanico. Credo che il Governo debba obbligare nelle zona a rischio 1, quale la nostra, a mettere in atto le norme antipanico; poi la gente dovrebbe sapere dove andare in caso di terremoto, dovrebbe essere pubblicizzato il piano di Protezione Civile che tutti i Comuni hanno.  

In che modo le politiche urbane possono aiutare?

Intanto attivando il piano di protezione civile che è previsto per legge

Com’è cambiata nel tempo la sorveglianza sismica?

A livello di sorveglianza sismica la Protezione civile calabrese è attenta. Il problema è che siamo rimasti molto indietro e recuperare il tempo perso non è facile. Si tratta soprattutto di un discorso culturale, va detto alla popolazione che la nostra è una regione a rischio.

 Negli ultimi tempi si sono verificati numerosi eventi sismici, dai Campi Flegrei alla Basilicata, fino alla nostra Regione. C’è una correlazione?

No. Nei Campi Flegrei si tratta di un problema totalmente vulcanico, che fortunatamente noi non abbiamo. Il Potentino è una zona in cui in passato si sono verificati grossi terremoti; anche il Foggiano, l’unica zona delle Puglie che può avere terremoti, quindi è una cosa assolutamente nella norma.

Premesso che i terremoti sono eventi che non possono essere previsti, dobbiamo imparare a conviverci?

Sì, oggi la scienza ci dice cosa si può fare, anche quando si costruisce un palazzo. È meglio spendere un po’ di più e dormire tranquilli che risparmiare pochi euro.

Bisogna investire anche in piani di evacuazione.

I piani esistono, vanno resi pubblici. Rende ne ha uno fatto bene, è necessario investire sul piano della comunicazione e sulla cultura del rischio sismico.