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Sparatoria a Minneapolis, Arcivescovo alla veglia: “Nessuno ha le parole giuste” di fronte alla violenza

In 600 hanno partecipato al momento di preghiera per le vittime, 2 bambini di 8 e 10 anni, uccisi da un ex studente di 23 anni
(da New York) Sotto le arcate della palestra dell’Accademia dei Santi Angeli di Minneapolis si sono riuniti bambini piccoli, studenti delle superiori, famiglie intere, ma anche anziani, suore, sacerdoti e rabbini. Gli occhi sono chiusi, alcuni sono pieni di lacrime, altri sono rivolti al soffitto mentre si prega per le vittime della sparatoria che mercoledì mattina ha colpito la scuola cattolica dell’Annunciazione. Poco dopo le 8.30, mentre i bambini e i ragazzi iniziavano l’anno scolastico con una messa nella chiesa del campus, Robin Westman, 23 anni, ex studente della scuola, ha aperto il fuoco dalle finestre della chiesa uccidendo sul colpo 2 studenti di 8 e 10 anni e ferendo altre 17 persone, anche questi bambini e tre anziani ultraottantenni che frequentavano la parrocchia. Secondo l’ultimo bollettino medico tutti i feriti dovrebbero sopravvivere, anche se al momento almeno 7 vittime sono ancora in condizioni critiche. Le motivazioni del gesto non sono note, anche se il giovane ha pubblicato un manifesto su YouTube dove mostrava sparatorie in altre scuole, presentava le armi acquistate e poi usate nella sparatoria e inneggiava a temi di violenza, non lontani dalle ideologie di destra.
Tra i 600 partecipanti alla veglia di ieri sera, presieduta dall’arcivescovo di Minneapolis, mons. Bernard Hebda, c’erano anche i genitori di Enoch. Erano in ritardo ieri mattina. Quando sono arrivati nel piazzale della scuola, si sono visti venire incontro un’altra mamma che li avvertiva della sparatoria, mentre oltre 60 auto della polizia si sono riversate nelle strade adiacenti la chiesa. Alla preghiera erano presenti anche il governatore Tim Walz e la senatrice Amy Klobuchar che prima di cominciare si sono incontrati con i presenti, abbracciando e parlando con alcuni membri della comunità. L’arcivescovo nella sua riflessione ha iniziato dicendo che “nessuno ha le parole giuste stasera, ma sappiamo di avere un Dio che ci ama e che è con noi anche quando soffriamo”. L’arcivescovo ha ribadito che questo amore include le vittime, i feriti e anche il killer. Ha poi ricordato i tanti messaggi e le testimonianze ricevute nella giornata e tra queste quelle di bambini che in mezzo alla sparatoria cercavano di proteggere i compagni e di aiutarli nelle procedure di sicurezza. Mons. Hebda ha chiesto la guarigione anche della memoria per tutti quelli che hanno sperimentato l’atrocità della violenza e ha invitato i presenti ad essere “casa di Dio e porta del Cielo”, come titola l’iscrizione della chiesa dell’Annunciazione, per gli altri, per tutti.
La veglia dell’Accademia non è l’unica. La città ne ha ospitate molte altre anche nei parchi pubblici. Al Lynnhurst Park si sono trovati i gruppi che chiedono una regolamentazione nella vendita delle armi e tra questi Protect Minnesota e Moms Demand Action. Liz che ha scelto di unirsi al gruppo delle mamme ha dichiarato, ad una rete locale, che, dopo aver avuto due gemelli, ha iniziato il suo attivismo, proprio perché“la sparatoria di oggi e molte altre dimostrano che nessun bambino in America è al sicuro dalla violenza armata e che le risorse per le scuole private o il coinvolgimento dei genitori non possono garantire la sicurezza”.
In Minnesota, per acquistare una pistola bisogna avere 21 anni e 18 per tutte le altre armi e non serve un permesso speciale per comprare le armi tradizionali e non c’è neppure un limite per il loro possesso. Robin Westman era arrivato nella chiesa dell’Annunciazione portando 2 fucili e una pistola, acquistati con facilità e usati con altrettanta superficialità, prima di togliersi la vita nel parcheggio dell’edificio di culto. La sparatoria alla chiesa dell’Annunciazione è la 286ª sparatoria di massa negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno, secondo il Gun Violence Archive.Le sparatorie di massa, definite tali perché contano quattro o più vittime, hanno provocato 246 morti e 1.297 feriti dall’inizio dell’anno:un’epidemia che continua a non conoscere la parola fine, neppure quando ad essere uccisi sono, ancora una volta, i bambini di una scuola.