Chiesa
Sotto il manto di Maria, nell’unità di Sant’ Agostino

Papa Leone XVI accompagnò nel 2009 la fondazione del monastero, segnando l’inizio ufficiale della comunità agostiniana nella Sila Greca
A poche ore dall’elezione del nuovo pontefice, papa Leone XIV, abbiamo raggiunto suor Lucia Solera, superiora del Monastero delle Monache Agostiniane della diocesi Rossano-Cariati. Il monastero, è il primo di clausura femminile del Sud Italia dedicato a Sant’Agostino. Sito in località Piana Vernile, è collocato nella zona collinare della Sila Greca, sulle alture di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza.

Suor Lucia, come la comunità agostiniana di Rossano ha accolto l’elezione di Papa Leone XIV, primo pontefice appartenente all’Ordine di Sant’Agostino? Con un’immensa gioia. Nei giorni precedenti all’elezione avevamo fatto anche noi alcune considerazioni, tenendo conto del presente della Chiesa e della situazione mondiale particolarmente delicata. Così, tra le varie considerazioni, conoscendo abbastanza bene il cardinale Prevost, ci dicevamo: “Anche lui potrebbe essere eletto Papa”, perché riassume in sé tante caratteristiche; avevamo così intuito queste probabilità. Quando abbiamo sentito pronunciare il suo nome, è stata una grandissima emozione.

Papa Leone XIV ha visitato la vostra comunità? Sì, è venuto due volte. La prima nel 2007 per accompagnarci e sostenerci nel percorso di discernimento in vista della fondazione e della nostra presenza nella diocesi di Rossano-Cariati. In quell’occasione ebbe modo di incontrare più volte il vescovo di allora, mons. Marcianò; nella stessa occasione fece una proposta che si rivelò efficace, molto illuminata: trovandoci con lo stabile del futuro monastero ancora inagibile, suggerì di ristrutturare una casa vicina, di proprietà della diocesi, come sede provvisoria. Grazie a quell’intuizione fu scelta proprio quella struttura come prima sede. Restammo lì per dieci anni. La seconda volta venne nel 2009, il 19 giugno, giorno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, per l’inaugurazione ufficiale della nostra vita monastica all’interno della diocesi.
Nel suo primo discorso, Papa Leone XIV ha esordito con “La pace sia con voi”. Come legge questa espressione alla luce del carisma agostiniano? È il saluto del Risorto ai discepoli chiusi nel Cenacolo, ed è anche il saluto liturgico del vescovo al suo popolo. Credo che il Papa abbia voluto usare quest’espressione con tutta la sua forza evangelica e pasquale in qualità di pastore della Chiesa universale. È anche molto agostiniano: nel XIX libro de “La Città di Dio”, Agostino parla della pace come unità nella pluralità di tante differenze, in pluribus unitas. Un altro aspetto è legato all’intenzionalità che Papa Leone ha sottolineato nella costruzione di nuovi ponti, un aspetto che lo lega certamente all’operato che Agostino svolse con la sua parola e nella sua omiletica.
L’elezione è avvenuta proprio l’8 maggio, giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Crede sia un segno profetico per la Chiesa? La Chiesa è tutta sotto il manto di Maria. Sappiamo che il cardinale Prevost è particolarmente devoto alla Madonna che l’ordine agostiniano venera con il titolo di Madre del Buon Consiglio. L’invito della recita dell’Ave, rivolto a tutti, è stato un gesto di devozione tenera e filiale rivolto a colei che protegge i suoi figli da ogni tipo di insidia custodendoli sotto il suo manto e conducendoli a Gesù.

La scelta del nome “Leone” rimanda anche alla figura di Leone XIII, molto devoto al Rosario e autore dell’enciclica “Supremi Apostolatus Officio”. Ritiene che questa scelta sia un richiamo consapevole al suo predecessore? Mi riservo di ascoltare cosa dirà il Papa stesso sulla scelta di questo nome. Alcuni riferimenti che in queste ore vengono discussi sono chiari e fanno riferimento a San Leone Magno, grande difensore del cristianesimo contro le invasioni barbariche, Attila ecc. San Leone Magno fu un Papa di scuola agostiniana. Ugualmente, a papa Leone XIII è dovuta l’enciclica “Rerum Novarum” che tutelò per la prima volta il lavoro e la sua dignità, un pontefice vicino agli Agostiniani in quanto originario di Carpineto Romano, un luogo legato particolarmente alla presenza del nostro ordine. Ci sono segni di continuità nella scelta del nome, ma anche di originalità rispetto al suo predecessore; si presenta con una sua particolare specificità.

Quali insegnamenti di Sant’Agostino pensa possano guidare il pontificato di Leone XIV? La ricerca dell’unità. Agostino ha lavorato per ricomporre l’unità della Chiesa nel contesto dell’Africa settentrionale nel quale visse, dove fu protagonista dell’importante Concilio di Cartagine del 411 che ricomponeva in unità la Chiesa di Roma e la chiesa donatista, che si era separata da quella romana. Quindi il dialogo, l’attitudine all’ascolto, anche delle sensibilità diverse, talvolta contrastanti, è un tratto essenziale e tipico della spiritualità agostiniana. Quindi la ricerca dell’unità e della pace. Sarebbe bello che, come fedeli, tornassimo a rileggere il XIX libro de “La Città di Dio” dedicato proprio alla pace: lo possiamo trovare sul sito gratuitamente, www.augustinus.it. Potrebbe essere un bel modo per entrare in sintonia e sostenere con la preghiera il lavoro del nostro Papa.
In che modo le comunità monastiche agostiniane, come la vostra, possono sostenere e accompagnare spiritualmente il cammino di Papa leone XIV? Prima di tutto con la preghiera rivolta a lui. Poi, con la nostra testimonianza di comunione nella vita quotidiana, all’interno della nostra comunità e con chi ci raggiunge. Infine, ascoltando e seguendo con attenzione il magistero del Papa, alla luce anche del pensiero di Sant’Agostino. Sono due ricchezze che possono dialogare profondamente.
Un’ultima parola sulla persona di Papa Leone XIV, che ha avuto modo di incontrare in più occasioni. È una persona riservata, forse anche un po’ timida, ma con un tratto semplice, sereno e nobile. È molto aperto all’ascolto. Quando lo incontri, ti invita a coltivare lo stesso tratto personale di riservatezza e nobiltà. È bello vedere questa coerenza con l’interiorità.