Sorridete sempre! E se non ci riuscite… sorridete ancora di più

La storia di Aldo Perrone, giovane affetto da autismo ad alto funzionamento, che grazie alla forza dell’amore materno e alla passione per la musica e la tv, ha trasformato la sua vita in un percorso di rinascita e speranza

“Allora mi sono rimboccata le maniche e ho detto: ce la farò”. È in questa frase che si racchiude tutta la forza di Mariassunta Garritano, docente di scuola primaria e madre di Aldo Perrone, oggi giovane volto della trasmissione televisiva “Permette Signora” su LaC Tv. Una storia che comincia con una diagnosi tardiva e una madre che, con determinazione e fede, ha scelto di non arrendersi. Aldo nasce a Napoli. Il parto con cesareo comporta qualche prima complicazione, un’apnea transitoria non considerevole per i controlli effettuati. Nei primi mesi la madre percepisce che qualcosa non va. Di fronte a visi poco familiari Aldo mostra forti reazioni emotive: piange, urla. Ogni nuovo incontro diventa per lui motivo di disagio. Di riflesso, anche la famiglia comincia a isolarsi. Mariassunta, intanto, decide di mettere in pausa la carriera chiedendo un congedo straordinario “fino al mantenimento del posto”. Docente appassionata, specializzata sull’integrazione scolastica, aveva dedicato la sua tesi di laurea al tema dell’autismo: “Multimedialità e integrazione scolastica”, un progetto sviluppato nel Primo Circolo Didattico “Tavolaro” di Cosenza. “Mai avrei pensato – ammette con voce spezzata – che lo studio di quella tesi mi avrebbe aiutata nella vita”. La diagnosi definitiva di autismo ad alto funzionamento arriva solo a dieci anni. Fino ad allora, le valutazioni parlavano di un generico ritardo psicomotorio. Aldo non parlava, non camminava, non mostrava interazione. “Mi sono mossa subito. Terapie su terapie, terapisti a casa a pagamento, ma niente: non interagiva con nessuno”, racconta la madre richiamando alla memoria le difficoltà affrontate nei primi anni. Poi, il momento della svolta. All’età di due anni e mezzo, quasi tre, Aldo pronuncia la sua prima frase: “Mamma, vengo!”. Mariassunta non ha mai smesso di credere e nelle difficoltà, ci racconta, di lasciarsi affidare. Tornata in Calabria, a Luzzi, non si lascia travolgere dai giudizi esterni: “Le sue grida attiravano l’attenzione di tutte le persone, ma io, ferma e determinata, andavo avanti. Non mi interessava. Volevo combattere quelle difficoltà e volevo superarle. Dovevo riuscirci. E con soddisfazione oggi posso dire di avercela fatta”. In quella casa, così piena di giochi, Il computer fu per Aldo la sua finestra sul mondo, un mondo che sua madre imparò a conoscere con la stessa curiosità del figlio. Attraverso i social, Aldo comincia a esprimersi, a farsi conoscere. Raggiunge cinquemila amici in poco tempo. L’affetto che riceve durante le dirette si concretizza poi nei saluti reali, d’estate, quando molti passano da Paola per incontrarlo. Il passaggio dal virtuale alla realtà, però, non è semplice: inizialmente respinge quei volti che dallo schermo prendono forma. Così, Mariassunta inizia a lavorare sulla sua sicurezza ed autostima: quella che per Aldo era la sua difficoltà più grande diventa, pian piano, tratto distintivo della sua giovialità. Oltre il pc, la musica. Le canzoni di Omar Codazzi, lo aiutano a emozionarsi, a comunicare. Durante l’esperienza al Liceo Artistico di Luzzi, il laboratorio musicale diventa uno dei suoi spazi più sicuri, in cui riesce ad aprirsi e sentirsi compreso. Ma c’è anche un’altra passione che diventa via di comunicazione e crescita: quella per la televisione e per la conduzione. Aldo sviluppa una particolare simpatia per il conduttore Pino Gigliotti, che lui affettuosamente chiama “zio Pino”. L’apprezzamento e la stima nei suoi confronti convincono Aldo a creare un profilo con l’identità del conduttore, creando una prima ingerenza che, dopo il suo incontro, segnerà l’inizio di una collaborazione nel programma de LaC Tv “Permette Signora”. “Probabilmente – riflette Mariassunta – la sua simpatia per Pino e la passione per la radio e la TV lo hanno spinto a immedesimarsi in quei ruoli, fino a viverli in prima persona”. Ai ragazzi come lui Aldo consiglia: “Sorridete sempre! E se non ci riuscite… sorridete ancora di più!”. Alla domanda “Chi è per te la tua mamma?”, sorride dicendo: “Un raggio di sole”.