Cultura
Sindone: falso medievale o prova autentica? Un enigma senza risposte
Tra i depistaggi delle fake news e le ricerche scientifiche serie, il sacro panno di lino continua ad essere un faro di speranza per i cristiani
Negli ultimi giorni è diventata virale la notizia dello (pseudo)studio sulla Sindone condotto dal designer brasiliano Cícero Moraes, che metterebbe in discussione la retrodatazione della santa reliquia all’epoca in cui visse Cristo. Un ennesimo tentativo, per lo più di carattere mediatico, finalizzato ad offrire ai milioni di utenti del web, e ai tanti curiosi di tematiche a metà strada tra scienza e fede, una versione alternativa, benché tutt’altro che originale, della storia del sacro telo che – secondo la tradizione cristiana – avrebbe avvolto il corpo di Gesù. L’analisi essenzialmente grafica fatta da Moraes sembrerebbe sostenere la tesi, in base alla quale il panno di lino custodito a Torino sarebbe un falso. Il grafico brasiliano ha ricostruito un’immagine della Sindone al computer, mediante un software open source gratuito disponibile online, sostenendo che la foto altro non è che il risultato del posizionamento del santo telo su un bassorilievo medioevale. Il risultato di quest’indagine è stato pubblicato sulla nota rivista scientifica Archaeometry dell’Università di Oxford. Questa notizia ha suscitato reazioni contrastanti da parte dell’opinione pubblica e del mondo della ricerca: c’è chi la sfrutta per negare l’autenticità della Sindone, sottolineando il proprio scetticismo e spalleggiando una prospettiva assolutamente anticattolica, e c’è chi invece vede nello studio di Moraes una fake news di dimensioni sproporzionate, aggrappandosi con tutte le forze alla fede e al bisogno di credere, pur non avendo una prova scientifica completa ed esaustiva. Sarebbe scontato ricordare ai lettori la presa di posizione cristiana da parte di un giornale diocesano come Parola di Vita, ma c’è un dato di fatto che non può essere per niente sottostimato: nessuna ricerca seria è degna di considerazione se non è accompagnata da dati scientifici, ottenuti con rilevazioni fatte direttamente sull’oggetto preso in esame. Come ha recentemente ricordato in un’intervista al Sir (https://www.agensir.it/italia/2025/08/04/sindone-formata-da-un-bassorilievo-marinelli-operazione-mediatica-priva-di-valore-scientifico/) Emanuela Marinelli, una delle più rinomate studiose della Sindone al mondo, è innegabile che sulla famosa stoffa ci siano pigmenti, residui di macchie sanguigne, pollini mediorientali e altre tracce di diverso tipo, che collocano la storia della reliquia all’interno della macrostoria di Gerusalemme. Moraes ha sottovalutato completamente gli aspetti materiali legati allo status di conservazione della Sindone, i processi di ossidazione che l’hanno interessata, la disidratazione della stoffa, il suo stato di ingiallimento e di usura, né ha valutato gli studi condotti con una certa scrupolosità nel corso degli anni, come la nota indagine al radiocarbonio. Quella di Moraes è l’ennesima mossa mediatica volta a sollevare un grande polverone, allo scopo di intrappolare la mente delle persone nelle gabbie di una cultura scettica, interessata solo a sbarazzarsi con facilità delle cose che reputa di poca importanza, perché non dimostrabili. I cristiani, tuttavia, sono chiamati a credere senza vedere, a considerare quel panno di lino tanto venerato come testimone della Resurrezione del Figlio di Dio, come una reliquia che fa riflettere sulla propria fede e riaccende la speranza in Colui che ci ha chiesto di prepararci alla venuta del regno del Padre, tenendo “le vesti strette ai fianchi e le lampade accese”. La Sindone è il nodo che ci ricollega al cielo, il ponte di comunicazione tra il mondo terreno e quello ultraterreno, la testimonianza dell’evento più grande e maestoso da cui è scaturita la nostra salvezza, un atto di fiducia nella luce che abbatte le tenebre. Il nostro discorso, intriso di fede cristiana, fa tesoro degli sforzi che la scienza ha compiuto finora e che continuerà a compiere in futuro, nella consapevolezza che quel margine di dubbio sarà sempre presente. Ma è proprio nel dubbio che si gioca il sentirsi veramente figli di Dio. Attenzione allora alle false notizie circolanti che inquinano la mente e lo spirito, creando inutili vuoti nella storia dell’uomo.
Cogliamo l’occasione per consigliare la lettura di alcuni libri, che potrebbero tornare utili agli appassionati della Sindone:
Balossino, Nello (2010), Sindone. Immagini per la conoscenza, Torino, Effatà editrice
Bollone, Pierluigi Baima (2015), 2015. La nuova indagine sulla Sindone. Duemila anni di storia e le ultime prove scientifiche, Torino, Priuli&Verlucca
Lombatti, Antonio (2007), Il Culto delle Reliquie, Milano, Sugarco edizioni
Petrosillo Orazio, Marinelli Emanuela (1998), La Sindone. Storia di un enigma, Milano, Rizzoli
Siliato, Maria Grazia (2001), Il Mistero della Sindone, Casale Monferrato, Piemme editore
Zaccone, Gian Maria (2007), Guardare la Sindone. Cinquecento anni di liturgia sindonica, Torino, Effatà editrice
