Attualità
Rileggere l’anno per ritrovare il senso della vita
Il bisogno di verificare il cammino di un anno trascorso non è automatico. In questi giorni spesso si è occupati con le feste con i parenti, con gli amici, con i viaggi programmati. Non sempre si trova il momento per fermarsi e rivisitare il tempo vissuto nel 2025 e dare una valutazione oggettiva
Il bisogno di verificare il cammino di un anno trascorso non è automatico. In questi giorni spesso si è occupati con le feste con i parenti, con gli amici, con i viaggi programmati. Non sempre si trova il momento per fermarsi e rivisitare il tempo vissuto nel 2025 e dare una valutazione oggettiva.
Ognuno è fagocitato dal vortice che attraversa la vita e spesso le ore trascorrono senza che l’individuo prenda contatto con il significato che caratterizza la sua esistenza. Mentre mille cose da fare assorbono, perché considerate urgenti, spesso manca la capacità di riconoscere ciò che è veramente importante per sé e per gli altri. A questo si aggiunge la mancanza di tempo occupato dal continuo chattare con gli amici o con chi si conosce.
Chi non sperimenta di esserci, di esistere, non è capace di dire a chi incontra: “tu sei importante per me”. Rimanendo molte volte imbrigliati nelle maglie della non esistenza, alla fine dell’anno non riesce a far memoria di tutti gli eventi positivi vissuti e si blocca su quelli negativi. In realtà l’individuo, solo rivisitando la propria storia reale, può avvertire il senso di gratitudine e fare la scelta di ringraziare il Signore o le persone per quanto ha ricevuto nella propria vita, anche attraverso accadimenti che hanno potuto causare tanta sofferenza.
Chi non ha sperimentato, dopo un periodo di dolore vissuto con fede, quanti cambiamenti ci sono stati nella propria vita?
Solo se decidiamo di guardare gli eventi dolorosi secondo un’altra prospettiva, possiamo cogliere anche alcuni aspetti positivi che ci aiutano a maturare nel cammino umano e di fede. Ci accorgiamo allora che, attraverso l’accaduto a volte anche doloroso, il Signore ci ha aiutato a conoscere e convertire alcuni atteggiamenti della nostra vita che forse non sarebbero mai emersi senza lo scontro-incontro sperimentato in un avvenimento denso di sofferenza.
Il Signore ci chiede costantemente di far memoria del suo amore per svelare aspetti inediti della nostra esistenza. Egli ci dice: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere…, per sapere quello che avevi nel cuore” (cfr. Dt 8,2).
Alla fine dell’anno, dopo una seria verifica, chi ringraziare e perché? Bisogna guardare la vita con occhi nuovi, per poter individuare i segni della presenza di Dio che ci hanno permesso di vivere alcune situazioni con fede, nonostante le difficoltà.
Quante persone “samaritane” il Signore durante l’anno ci ha inviato! Con la loro presenza tanto umana, in tempi bui, e con l’autentica testimonianza evangelica ci hanno aiutato a coniugare armonicamente anche gli opposti, ad accogliere con mitezza e non con rivendicazione anche la sensazione di essere considerati servi inutili, proprio dopo aver dato tutto di sé.
Quali sono gli eventi da cui partire per trovare la passione per la vita e donarla momento per momento nella gratuità come Gesù ci chiede? Come ci prendiamo cura di chi ci sta accanto o di coloro che incontriamo senza distinzione di persone?
Che cosa vogliamo cambiare nella nostra esistenza durante il prossimo anno per essere persone veramente umane consapevoli di essere abitate da Dio che in modo particolare ci chiede di non scartare o ignorare gli umani, mentre si spendono tante risorse solo per gli animali, anche se vanno protetti?
Durante l’anno trascorso il Signore ci ha fatto sperimentare la sua continua fiducia, nonostante le nostre infedeltà, e ci chiede la nostra collaborazione per custodire sempre e ovunque la comunione.
Siamo disponibili a rispondere all’appello di Gesù Cristo che ci invia a portare il suo annuncio di pace, di giustizia e di gioia ovunque attraverso il nostro concreto contributo? Possiamo partire dalla certezza che Dio ci ama con amore eterno e che tale consapevolezza può aiutarci a custodire l’umanità e tutto il creato?
Rispondendo alla chiamata di Cristo non sentiremo più il vuoto dentro che ci paralizza, ma scopriremo giorno dopo giorno la bellezza della vita animata dallo Spirito di Dio che consente a ciascuno di essere in contatto con noi stesso, in relazione con gli altri e con i piedi per terra.
