Cultura
Protocollo di intesa per la diffusione del pensiero gioachimita
Il Centro DHMoRe ha sviluppato una piattaforma digitale per valorizzare e documentare il patrimonio storico del teologo di Celico
Il Centro interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities (DHMoRe) dell’Università degli Studi di Modena e Reggio, rappresentato dal prof. Matteo Al Kalak, la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, rappresentata da mons. Giacomo Morandi, l’Università Cattolica di Milano, rappresentata dalla prof.ssa Elena Beccalli, e il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, rappresentato dal prof. Giuseppe Riccardo Succurro, hanno stipulato un protocollo di intesa, allo scopo di avviare dei progetti per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico connesso alla figura di Gioacchino da Fiore. La diocesi di Reggio Emilia-Guastalla è in possesso di manoscritti di fondamentale rilievo, tra cui uno dei codici del Liber Figurarum, il codice miniato che rappresenta la più rilevante raccolta di teologia figurale e simbolica fatta da Gioacchino da Fiore, in cui è presentata la teologia trinitaria della storia e l’esegesi concordistica della Bibbia. In quest’opera, una delle principali fonti della Divina Commedia, l’abate introduce le immagini sinottiche della Concordia in rapporto al susseguirsi delle generazioni, le Concordanze di personaggi del primo e del secondo stato, la sinossi della Concordia di personaggi biblici e di persecuzioni storiche. Le Figure furono inserite in questa raccolta in seguito alla morte del Servo di Dio, avvenuta nel 1202. Tra i vari codici di questo capolavoro medioevale abbiamo quello “Reggiano”, conservato nella Biblioteca del Seminario Vescovile di Reggio Emilia, il Codice “Corpus Christi College 255 A” di Oxford, il “terzo codice” preservato dalla Sächsische Landesbibliothek di Dresda, mentre il quarto è il “Vat. Lat. 4860” della Biblioteca Apostolica Vaticana. Le stesse Figure furono poi riportate da Gioacchino in altri suoi testi. Fu con il “Protocollo di Anagni” del 1295 che fu data una corretta valutazione della fortuna di Gioacchino, attraverso un’analisi precisa del suo pensiero e della dottrina storica e trinitaria. Qui fu stabilita la paternità delle figure attribuite a Gioacchino, già con la proposizione “Idem habetur per inspectionem arborum et figurarum inde confectarum ab ipso Joachim”. Nel 1283 fra Salimbene de Adam da Parma, religioso, storico, frate minore nonché seguace dell’abate florense, parla più volte nella sua “Cronica” di Gioacchino da Fiore, presentandolo come il predicatore che preconizza una sorte di apocalisse che sarebbe seguita alle due ere del Padre e del Figlio, con il sopraggiungere dell’era dello Spirito santo, predicatore a cui Salimbene riserva tutta la sua amicizia e ammirazione. Cita, tra le altre cose, le parole del frate calabrese in merito alla nascita nel Medioevo dei due Ordini (i Minori e i Predicatori). “Questi due Ordini spunteranno nella Chiesa con semplicità ed umiltà, ma col passare del tempo rimprovereranno con durezza e accuseranno la prostituta di Babilonia” … E dice ancora di loro: “Mi sembra che l’uno di essi raccolga indifferentemente i grappoli della terra, incorporando nella Chiesa chierici e laici, mentre l’altro scelga soltanto le primizie dei chierici”. Salimbene, inoltre, usò per primo l’espressione “Liber Figurarum” con tre citazioni: “Abbas Ioachym in Libro Figurarum. . ”, “Nam in Libro Figurarum”, “Vide in Libro Figurarum Ioachym”. ll Centro DHMoRe di Modena e Reggio ha sviluppato una piattaforma interattiva, aperta e trasversale chiamata “Lodovico Media Library”, capace di immagazzinare e di condividere il patrimonio manoscritto e fotografico digitalizzato, contenuto in archivi e biblioteche. La collaborazione tra i vari enti mira, tra le altre cose, ad inserire parti sostanziali del patrimonio culturale della diocesi di Reggio in questa piattaforma. Il Centro DHMoRe lavora a stretto contatto con altre istituzioni di Reggio Emilia-Romagna e con l’Ufficio Beni Ecclesiastici della Cei. L’ateneo milanese vanta ad oggi studi notevoli sull’abate Gioacchino e, in particolare, sul Liber Figurarum, mentre il Centro Internazionali di Studi Gioachimiti organizza, da oltre quarant’anni, convegni, lezioni e mostre, e cura pubblicazioni scientifiche per far conoscere sempre di più questo calabrese e la sua opera. La collaborazione tra tutti questi enti permetterà, non solo di approfondire la figura di Gioacchino ma di renderla disponibile, accessibile e fruibile anche ai non esperti.
