Territorio
Presentata a palazzo dei Bruzi la Rete di Trieste

L’iniziativa unisce i cattolici in un nuovo impegno politico. Referente provinciale Bianca Rende, consigliere del comune di Cosenza. Alla conferenza di presentazione anche il coordinatore regionale Marino
Si è svolta questa mattina, nella Sala consiliare del comune di Cosenza, la conferenza stampa di presentazione della Rete di Trieste, l’iniziativa di network degli amministratori cattolici nata a seguito delle Settimane Sociali di Trieste del 2024. Presenti diversi amministratori ed ex amministratori, nonché il mondo dell’associazionismo locale. La conferenza è stata moderata da Fabio Mandato.
I saluti introduttivi sono stati recati dal sindaco di Cosenza, Franz Caruso, che ha sottolineato “la presenza attiva sul territorio della Chiesa, che con l’amministrazione comunale vive una collaborazione reciproca nel servizio alla nostra città”. A prendere la parola per prima è stata Bianca Rende, referente provinciale della Rete di Trieste, la quale ha evidenziato che “la Rete di Trieste nasce per unire i cattolici e per rifondare una politica ispirata ai valori più alti del cristianesimo”. Rende ha richiamato ad alcune urgenze relativamente all’impegno politico al di là degli schieramenti, tra cui “la ricerca del bene comune, che poi è un’espressione nella quale si ritrovano non solo i cattolici, ma tutti quanti amministrano la cosa pubblica”. La referente, nel suo accorato intervento, ha citato le figure di papa Paolo VI e di papa Leone XIV.
Significativo l’intervento di Maurizio Misasi, presidente della Fondazione Misasi – Ereditare la Terra di Cosenza, che ha portato la propria esperienza di impegno civico, proprio ereditato da una feconda tradizione familiare. Misasi, impegnato in prima persona affianco a Bianca Rende nella Rete di Trieste sul territorio di Cosenza, ha voluto richiamare alcuni episodi evangelici per dire come Cristo stesso abbia inteso lanciare dei messaggi dal valore politico.
Particolarmente apprezzato l’intervento di Giuseppe Marino, coordinatore regionale della Rete di Trieste e consigliere metropolitano di Reggio Calabria, che ha spiegato la genesi e gli obiettivi della Rete stessa.
A riflettere sul valore della proposta è stata invece Maria Donato, presidente provinciale Acli di Cosenza, che ha posto l’accento “sull’importanza dell’associazionismo, soprattutto nel nostro territorio”, e ha richiamato come alcuni principi ispiratori della Rete di Trieste siano già realizzati dalle Acli con progetti sui territori.
Proprio il territorio è il punto di forza della Rete, come evidenziato da Marco Iusi, manager di una multinazionale, che ha spiegato i punti del programma della Rete, raccogliendo i progetti virtuosi già in atto nella città di Cosenza, come l’impegno per i giovani in politica, il coinvolgimento nel dibattito cittadino delle scuole, l’attenzione alle aree interne. Una realtà ribadita, in sintesi, da don Fabio De Santis, direttore dell’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi, che ha recato i saluti di mons. Checchinato e ha evidenziato che la Rete di Trieste nasce come “strumento per coltivare il cammino sinodale, di partecipazione attiva alla vita della Chiesa e nella costruzione di una città fondata sui valori più alti”.