Diocesi
Mons. Checchinato: “la non violenza come principio”
In centinaia alla marcia e veglia dalla chiesa del Carmine a San Nicola. La riflessione del vescovo Giovanni

“Noi dovremmo assumere la non violenza come principio — forse utopico, ma necessario — per cambiare il mondo”. Lo ha detto mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza – Bisignano, presiedendo la veglia pro Gaza nella parrocchia di San Nicola. Nel corteo partito dal centro eucaristico del Carmine alla parrocchia bruzia in tanti come singoli e gruppi organizzati. C’erano tanti sacerdoti, c’era l’Azione cattolica diocesana. E ancora, gli Scout Agesci e i movimenti. Tanti le religiose e i religiosi. Ha aderito anche Parola di Vita, così come la Caritas diocesana. Tra i presenti, anche l’Issr. Diverse centinaia di presenti.
“È strano come noi cristiani ci siamo assoggettati a logiche mondane, rischiando di perdere le parole del Vangelo: una Parola di fuoco, per cui si è data la vita”. Così il presule bruzio ha proseguito la propria meditazione. “Il discorso della Montagna è stato trasformato in una parola comune, addomesticata da logiche di convenienza umana. Eppure, la sera della Resurrezione, Gesù ha chiesto a noi cristiani di essere testimoni nel mondo e artefici di pace. Solo per questo potremmo essere sale della terra e luce del mondo”. Per il vescovo di Cosenza, “la pace, come la guerra, nasce da lontano. La guerra nasce perché si è ingordi, perché si vuole prendere la terra degli altri, dimenticando che la terra è di Dio. I pochi grandi della Terra che hanno accumulato ricchezze sono succubi della loro stessa condotta, sono accecati dall’avarizia. E noi cristiani non abbiamo alzato la voce di protesta di fronte a tutto questo. Abbiamo pensato che il Vangelo potesse essere diffuso con le sole risorse umane, iniziando a ragionare secondo logiche umane. E così abbiamo perso il contatto con la potenza di quella Parola che ha persino resuscitato i morti.
Non possiamo sentirci senza colpa, se la guerra ha prevalso. La nostra timidezza e la nostra reticenza hanno fatto sì che la Parola, anziché unire, desse copertura ideologica a chi ha diviso”.





