Cultura
Quell’ebreo nato in tempi duri
Nel libro “La vera storia di Gesù Bambino. Crescere in Giudea in tempi turbolenti”, Joan Taylor analizza l’identità del Messia e gli anni bui in cui visse
Esce la prima edizione italiana del volume La vera storia di Gesù Bambino. Crescere in Giudea in tempi turbolenti (Edizioni Sonda 2025) a cura di Joan Taylor, docente di origini britanniche considerata tra i maggiori esperti internazionali di storia e letteratura del primo secolo, nota per le sue ricerche sull’ebraismo e sul cristianesimo e, in particolare, su vari aspetti dell’umanità di Gesù.
Taylor attinge a testimonianze letterarie e archeologiche autorevoli, per cercare di restituire una descrizione veritiera e precisa degli eventi connessi alla nascita di Gesù, alla sua infanzia e alla sua crescita. Un viaggio dentro la storia del Messia, tra identità e ibridazioni, conflitti e visioni, oppressioni e libertà, è ciò che attende i lettori del testo. L’intento è quello di restituire Gesù alla sua martoriata terra, alla sua gente e alla sua epoca, eliminando lo scetticismo di tanti falsi racconti. In primo luogo viene riportato alla luce, con dettaglio e meticolosità, il contesto socio-culturale turbolento nel quale matura la visione gesuana del Regno di Dio, una realtà pregna di violenza, odio e strapotere. Gesù cresce in una regione mortalmente ferita da Roma, sovrappopolata, povera e carica di risentimenti verso la classe dirigente. La sua infanzia – secondo l’esperta – non è una pagina storica del tutto vuota, poiché sussistono prove certe che permettono di avvalorare il racconto evangelico che tutti conosciamo. Gli scritti di Giuseppe Flavio, per esempio, basati su quelli di Nicola di Damasco, cronista e testimone oculare al tempo di Erode, accendono i riflettori su un’epoca alquanto cupa: le opposizioni tra vari gruppi etnici, la distruzione del Tempio di Gerusalemme, l’ascesa di Erode il Grande, re di Giuda, l’odio di quest’ultimo per Betlemme e per chiunque appartenga alla discendenza di Davide, la strage degli innocenti. Taylor analizza alcune delle ipotesi avanzate sulla nascita di Gesù. Alcuni studiosi, rifacendosi al Vangelo di Matteo, pongono la data della sua venuta al mondo a ridosso degli ultimi anni del regno di Erode il Grande, morto nel 4 a.C., mentre altri propendono per la lezione lucana che avvalora come dato storico importante, per stabilire la data della nascita del Figlio di Dio, il censimento del 6 d.C., indetto dal governatore romano di Siria e Giudea, Publio Sulpicio Quirinio. La studiosa insiste sull’identità di Gesù che è “ebreo” (Ioudaios) perché appartenente all’etnica religiosa israelita, “giudaita” in quanto nato dal “seme di Davide” non solo per natura ma “secondo la carne” (Kata sarka), e “giudeo” perché proveniente da una terra, la Giudea (Ioudaia), il suo Paese (chōra) che fa parte della Siria sul Mediterraneo orientale, con Gerusalemme come sede dell’amministrazione giudaica e dove la legge ebraica è la legge del Paese. Taylor, nello specifico, riprende il vangelo di Luca e sottolinea come sembra abbia dato delle risposte agli interrogativi posti da Matteo. Luca scrive più di Giuseppe che di Maria, suggerendo che la sua capacità di interpretare i sogni e il suo radicarsi nella discendenza familiare abbiano avuto molta influenza sul bambino Gesù.
L’esperta spiega cosa significhi per Cristo nascere ebreo e giudeo, appartenere alla discendenza davidica e, per questo motivo, essere perseguitato da Erode, vivere a Betlemme, essere esiliato in Egitto, tornare a casa portando la Speranza al popolo di Israele, quindi crescere in Galilea e farsi voce autorevole che insegna nel Tempio, istruendo persino i suoi cari. La ricostruzione storica viene fatta passando in rassegna anche le memorie delle persone che circolano attorno al Signore e le testimonianze delle famiglie e delle comunità vissute in tempi e luoghi diversi. Grazie anche allo studio di diverso materiale costituito da mappe, monete, scritti di varia natura e approfondendo le tradizioni orali, Taylor offre l’immagine di un Cristo storico calato nel suo tempo, ma che guarda “oltre il confine della sua identità”, andando incontro a chi ha una cultura diversa dalla sua e, così facendo, porta avanti la sua missione evangelizzatrice. La ricercatrice mostra una certa padronanza della tematica e una spiccata capacità di spiegare le cose con chiarezza e profondità di analisi, coinvolgendo il lettore nel fare domande. Leggendo il testo in prossimità del Natale avremo modo di riconsiderare la nascita di Gesù, ponendola al centro dell’indagine storica e non più dal punto di vista della periferia del mondo.
