Cultura
Testimonianze profonde dei personaggi del Vaticano II
Tanti i testimoni che hanno vissuto l’assise e hanno espresso il loro punto di vista su quest’evento che ha cambiato la Chiesa
Sessant’anni fa, esattamente l’8 dicembre 1965, Paolo VI chiuse il Concilio Vaticano II, che era stato convocato dal suo predecessore, Giovanni XXIII, il 25 gennaio 1959 e avviato nell’ottobre del 1962. Si tennero quattro intense sessioni di lavoro, nel corso delle quali la Chiesa fu chiamata non tanto a pronunciarsi sui dogmi quanto a interpretare “i segni dei tempi”, cercando di dialogare con il mondo esterno e di entrare in sintonia con la modernità, senza arroccarsi su posizioni difensive. Nel corso dell’ultima seduta Montini, rivolgendosi ai padri conciliari, sottolineò che il compito dell’assise consisteva nel volgere “la mente della Chiesa verso la direzione antropocentrica della cultura moderna”, senza mai smarrire l’autentico messaggio cristiano che si collega a tutti i valori umani e temporali. A distanza di un sessantennio dalla fine dell’assise, è bene ricordare quanto essa abbia contribuito a modificare il volto della Chiesa, avvicinandola sempre di più al popolo di Dio. Nel libro “Testimoni del Concilio – Il racconto del Vaticano II nell’esperienza dei protagonisti” (Effatà editrice 2006) il giornalista Luca Rolandi prova ad attualizzare l’insegnamento del Vaticano II, proponendo undici interviste a personaggi che ebbero la fortuna di partecipare alla storica assemblea. Testimoni come Franz König, Johannes Willebrands, Aldo Del Monte, Pietro Fiordelli, Jorge María Mejía, Vincenzo Carbone, Luigi Sartori, Lukas Vischer, Damaskinos Papandreou, Rosemary Goldie e Raniero La Valle narrano la loro esperienza in seno allo storico concistoro, spiegando come esso abbia inciso sulla loro vita spirituale. Il defunto Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, specifica, nella prefazione del volume, il carattere più che altro pastorale e non dogmatico del Concilio Vaticano II, che ha affrontato questioni spinose tra cui la modernità della Chiesa, la ricomposizione dell’unità dei cristiani, la giustizia e la pace. Bettazzi parla dell’assise come della “Pentecoste del nostro tempo”, da offrire in dono ai contemporanei affinché la conoscano bene. Tra gli ecclesiastici che parteciparono all’assemblea ricordiamo, per questione di spazio, i cardinali Franz König, Jorge María Mejía e Johannes Willebrands, ancora vivi all’epoca della pubblicazione del testo. L’austriaco König, diventato arcivescovo di Vienna nel 1956, apprese una lezione importante dal Vaticano II: “La Chiesa non deve avere paura, ma deve andare verso il mondo con tutti i suoi problemi”. Il cardinale argentino Jorge María Mejía, nominato perito in seno ai lavori conciliari, sostenne che gli anni dell’assise furono impegnativi, dovendo tenere incontri con i vescovi latino-americani e uruguayani con cui stilò varie proposte da sottoporre all’attenzione dei padri. “Il Concilio è una pietra miliare del magistero ufficiale della Chiesa – disse – Un evento che ha ancora tutta la sua portata profetica per i credenti e il mondo di oggi”. L’olandese Johannes Willebrands, in qualità di segretario del Segretariato per l’Unione dei Cristiani, si occupò della preparazione dei documenti relativi all’ecumenismo, alla libertà religiosa e ai rapporti con le religioni non cristiane, sotto la guida del cardinale Agostino Bea. In un’intervista rilasciata a Radio Vaticana nel 1989 disse che “l’amore che Cristo ha chiesto a Pietro, non è circoscritto ad un gruppo, nemmeno alla Chiesa cattolica: tutti sono sue pecorelle. L’importanza del Vaticano II risiede nelle sedute e nel varo delle quattro Costituzioni (“Sacrosanctum Concilium” sulla riforma liturgica in volgare; “Lumen Gentium” sul corpo mistico di Cristo e sulla delineazione della Chiesa come “Popolo di Dio”; “Dei Verbum” sullo studio e sulla traduzione della Bibbia; “Gaudium et spes” sull’incontro della Chiesa con la contemporaneità), ma anche nei nove decreti e nelle tre dichiarazioni, tra cui la nota “Dignitatis Humanae” che mette in luce e difende la libertà religiosa per tutti.
