Mons. Aloise (Rossano) : la scuola spazio vitale per mettere radici

Carissimi studenti,
stimati Dirigenti scolastici e docenti,
è con grande gioia e profondo affetto che voglio farvi giungere queste semplici parole all’inizio
questo nuovo anno, consapevole che la “comunità scolastica” è, e deve restare, una luce che illumina il cammino della società civile in quanto è luogo di conoscenza e di crescita umana, dove i sogni dei più giovani prendono forma e le speranze che abitano il cuore dell’uomo mettono radici.

So bene che la vostra vita quotidiana, sia per voi studenti che per voi docenti, è piena di sfide da
affrontare. I diversi impegni pongono, particolarmente voi docenti, in una continua corsa che a volte appesantisce i passi del cammino; le situazioni familiari e personali rubano talvolta la serenità della vostra età, carissimi giovani studenti, facendovi sperimentare quelle tempeste interiori che sembrano soffocare la bellezza che caratterizza la vostra esistenza.

Cari giovani studenti,
è vero, viviamo in un mondo in rapido cambiamento, dove le informazioni ci bombardano da ogni
direzione e, a volte, è difficile distinguere la verità dal rumore. Di fronte alla crescente tentazione
dell’isolamento digitale, diventa sempre più faticoso l’impegno per lo studio, una responsabilità che vi è richiesta in questo tempo della vostra vita, e ancora più difficile sta diventando la costruzione di relazioni educative autentiche e di amicizie che sappiano aprirsi al vero bene dell’altro.

Cari docenti,
la scuola, perciò, oggi più che mai, è uno spazio di vita che dovrebbe introdurre i più giovani a saper tessere la trama più preziosa dell’esistenza: la passione per la conoscenza e la capacità di creare relazioni significative.

Carissimi studenti,
con amore di padre, vi chiedo di non isolarvi; non lasciate che uno schermo diventi la vostra unica
finestra sul mondo; non accontentatevi dei “profili” e non contate i “mi piace”. Cercate, piuttosto,
gli sguardi dei volti delle persone che vi circondano e contate gli abbracci scambiati con gli amici.
Ritornate al gusto della lettura di un buon libro per esplorare sempre più la ricchezza della propria
umanità e della preziosità dell’altro. Italo Calvino ci ricorda: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto
una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando
Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…”. Io voglio aggiungere: chi non dialoga,
non si confronta, non condivide, vivrà una sola vita, una vita isolata.
Guardatevi negli occhi. Parlate, sorridete, litigate e fate pace. È in questo scambio che scoprirete ogni giorno chi siete per scegliere chi volete diventare.

Oggi si parla molto di intelligenza artificiale, di algoritmi, di un futuro che sembra già qui. Queste
tecnologie possono essere strumenti straordinari, ma ricordate sempre che non potranno mai sostituire la vostra umanità. Nessun algoritmo può insegnare la compassione, la solidarietà, la capacità di perdonare e amare.

Carissimi docenti,
come educatori, siete stati investiti di una grande responsabilità grazie al prezioso sacrificio del vostro studio ma la vostra missione nella scuola per essere veramente fruttuosa non può limitarsi a
trasmettere solo nozioni, certamente necessarie, ma è indispensabile “educare i cuori”, ponendosi in ascolto dei giovani che vi sono affidati, trasmettendo fiducia e vicinanza e intessendo relazioni
significative, affinchè venga favorita negli studenti la capacità dell’apprendimento e del successo
scolastico.
Papa Francesco ci ha detto: “L’educazione è un atto di amore, è dare vita”. La missione educativa
trova difatti la sua manifestazione più alta in quei processi creativi che sappiano favorire l’espressione di sé con i propri talenti, la consapevolezza e la gestione del mondo emotivo, il pensiero critico e la comprensione di ciò che avviene nel mondo attraverso uno sguardo attento, per essere cittadini che abbiano il desiderio di costruire una società sempre più umana in un tempo in cui sembra regnare l’indifferenza e la bruttezza.

Cari studenti,
vi invito a non avere timore di aprire gli occhi sulla realtà in cui viviamo. Imparate a riconoscere il
bene e la generosità che abitano in voi e che vi circondano. Promuovete l’inclusione dei più fragili e
lottate contro ogni forma di bullismo e violenza sociale. Fatevi carico della povertà che ci circonda
non solo come mancanza di beni, ma anche di quella povertà di tanti giovani che vivono nella
solitudine e nella disperazione per essere voi stessi samaritani di speranza. Ritrovatevi insieme per
gridare, nel nostro territorio, il bisogno di legalità e giustizia perché ogni persona sia rispettata e
valorizzata nel lavoro che svolge, a volte con sacrificio e senza un adeguato stipendio. Vi esorto anche ad essere custodi del Creato, la nostra casa comune, ponendo gesti concreti di cura a partire dagli atteggiamenti quotidiani; innamoratevi, aprite il vostro cuore all’amore che sa donarsi senza
possedere, avendo premura di dare il giusto valore ai vostri sentimenti e al vostro corpo.

Caro studente, cara studentessa,
ti auguro di non aver “paura di sbagliare”: la vita è un cammino, e a volte si cade; l’importante è
trovare quella forza interiore che ci permette di rialzarci e che vive già dentro di noi; non abbatterti
dinanzi “a ciò che non va come dovrebbe andare”: la vita che ti è stata data in dono è talmente
preziosa, così unica e ricca di luce, che a volte nemmeno tu ne sei consapevole; più grande è il deserto da attraversare, maggiori saranno le oasi di fiducia e speranza dove dissetarsi per riprendere il viaggio; 

ti auguro di non aver “paura di non sapere”: un voto negativo non può essere fonte di scoraggiamento e motivo per sentirsi falliti, ma occasione per raggiungere con determinazione propri obiettivi e lottare per sogni ancora più grandi; 

 ti auguro di non aver “paura di chiedere aiuto”: c’è sempre una mano tesa pronta a custodirti e risollevarti. Ti auguro di cercarla ogni volta che ne avrai bisogno: è la mano di quel Dio che ti ha
creato con amore e continua a custodirti. Non aver paura di fidarti di Lui: non hai niente da perdere ma forse potrai guadagnarci sperimentando un amore che non ti giudica e una speranza che ti libera dal buio che a volte si fa presente; è anche la mano dei tuoi familiari, dei tuoi docenti e amici pronti ad abbracciarti, ascoltarti e accoglierti così come sei.

Un pensiero di particolare vicinanza e di preghiera al Signore voglio esprimerlo per i giovani,
vostri amici e compagni di viaggio, che in questo ultimo tempo, per diverse situazioni, hanno
concluso il loro cammino su questa terra! Ai familiari, agli amici e a tutti coloro che sono nel dolore, un abbraccio colmo di affetto paterno!

“Ricordatevi di guardare in alto, verso le stelle, e non in basso, verso i vostri
piedi. Cercate di dare un senso a ciò che vedete e di chiedervi perché
l’universo esista. Siate curiosi!”

È l’augurio che voglio rivolgere a ciascuno di voi e che prendo in prestito dal celebre
astrofisico Stephen Hawking, il quale nonostante il suo ateismo professato e le sue preziose riflessioni scientifiche, ci invita ad aprirci alle grandi domande esistenziali e a cercare il “perché” di ciò che esiste, a trovare una “motivazione ultima” che possa spiegare le leggi che governano l’Universo e la vita stessa!
Vi auguro un anno scolastico pieno di curiosità, vi auguro di coltivare la capacità di alzare gli
occhi verso le stelle per non fermarsi al solo visibile; abbiate il coraggio di riconoscere l’anelito di
infinito proprio del cuore umano che non può risolversi in nessuna legge scientifica, ma trova il suo
significato ultimo in un’intelligenza di amore che accompagna e ri-definisce ogni storia umana.
A questo Amore assoluto, che per noi cristiani si è rivelato in Cristo Gesù, affido il cammino
di ciascuno di voi!
Auguri di speranza e di una vita felice!

Mons. Maurizio Aloise