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Massimiliano Alvini: sono qua perché ci credo

Oggi Frosinone – Cosenza è l’ennesima “finale”. Per i lupi l’unico obiettivo è vincere
“Non ho voglia di rivalsa, sono qui perché ci credo”. Parole misurate di Massimiliano Alvini, tornato sulla panchina del Cosenza per compiere un miracolo sportivo che, a dir la verità, come andiamo ripetendo da tempo, appare difficilissimo. Il tecnico di Fucecchio, lasciato solo per mesi, era stato esonerato dopo la pesante sconfitta di Castellammare di Stabia, vittima, più che di scelte tecniche sbagliate (che pure ci sono state, indiscutibilmente), della grande confusione societaria. Ma Alvini aveva conquistato 25 punti in 27 partite, un ottimo ruolino viste le deficienze della rosa, nonché le vicende che hanno interessato il Cosenza calcio. Si è preso sulle spalle questo maldestro campionato rossoblù, cercando di riparare alle assenze della società e al cattivo lavoro sul mercato del diesse Delvecchio. Alvini sa di poter diventare l’alibi di Guarascio, ma vuole provare a scrivere una pagina sportiva memorabile. Per questa, occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo, il che significa vincere. Difficile, ma il mister rossoblù fa leva su quelle “caratteristiche della squadra” che nella prima parte di campionato, prima che il giocattolo si rompesse tutto d’un tratto, avevano portato il Cosenza a giocarsela con tutti.
Il Frosinone viene da un filotto di vittorie che lo hanno momentaneamente tratto fuori dalla zona salvezza. Un organico di tutto rispetto, quello dei laziali, ben rafforzato nel mercato di gennaio. In effetti, ciò che non è accaduto a Cosenza, dove non si è fatto niente per raddrizzare le cose. Anzi, il 2025 è stato finora un annus horribilis per la squadra bruzia.
Guarascio, con la scelta del consulente Micheli, ha finalmente subdorato le gravi difficoltà in cui versa l’azienda Cosenza e molto probabilmente capito che sta per salutare la serie B e, con la massa debitoria esistente, ho compreso anche le difficoltà di iscriversi alla terza serie. Una mossa disperata, che avrebbe dovuto fare già in autunno, quando era chiaro su carta che le casse del Cosenza presentavano un pesante passivo. Eppure si è pensato di “vivacchiare”, sperando in non si sa cosa. Micheli potrebbe essere l’ennesimo alibi, però.
Intanto si pensa al campo. E all’auspicio che questa squadra così fragile, che questi giovani così malcapitati, possano tirare di nuovo fuori l’orgoglio utile a fare bottino pieno.