Lo psicologo: i nostri figli saranno al sicuro dalla pornografia (anche violenta)

Dal 12 novembre 2025 finalmente anche l’Italia applicherà una norma che l’Europa chiede da anni: una verifica seria dell’età per impedire – di fatto – ai minori l’accesso alla pornografia online

È un atto di civiltà e responsabilità – non una stretta moralista – che arriva dopo decenni di pornografia, anche violenta, accessibile a qualunque ragazzino con uno smartphone.

Da anni, come psicologo, denuncio sulla stampa e nei miei interventi pubblici i danni che l’esposizione precoce alla pornografia produce sui minori, alterando il loro sviluppo affettivo e sessuale.

I danni sono sotto gli occhi di tutti…

Ragazzi e ragazze hanno imparato il sesso dagli algoritmi delle ricchissime industrie del porno: dominio della donna, iper-performance fisica, disponibilità costante e immediata. La sessualità si è “pornografizzata”, generando dipendenze compulsive, pretese assurde nella coppia (anche da giovanissimi), disturbi sessuali e comportamentali.

Si parla spesso di “patriarcato”, ma raramente si nomina il fattore che più di tutti ha modellato l’immaginario dei giovanissimi: le sceneggiature pornografiche. È lì che i ragazzi hanno imparato che il sesso è possesso, forza, sottomissione, disponibilità della donna senza se e senza ma. E la cronaca nera dimostra come molti reati orrendi nascano dalla concezione errata del desiderio come potere, del corpo come oggetto.

Questa norma non cancellerà i danni di decenni di ritardi, ma finalmente dice un “basta” netto: i nostri figli non sono merce per un’industria miliardaria – uno dei business più ricchi del mondo – che vive di clic e sfruttamento.

Amare i nostri ragazzi, il futuro della nostra società significa proteggerli. Non solo dall’alcol e dalle droghe, ma anche da una minaccia che abbiamo sottovalutato troppo a lungo: la pornografia liberamente accessibile ai minori.

Ora toccherà a noi adulti, a noi genitori, di porre rimedio ai danni di questi ultimi decenni, assumendoci la responsabilità di parlare ai nostri figli di corpo, consenso, rispetto, intimità. Perché nessun video potrà mai sostituire l’educazione.

Marco Piccolo – Psicologo a Cosenza