Leone XIV: veglia mariana, “i potenti del mondo abbiano l’audacia del disarmo”

“Metti via la spada”. Sono le parole rivolte da Gesù a Pietro nell’orto degli ulivi: Leone XIV le ha poste al centro della sua omelia, durante l’omelia della Veglia mariana con il Rosario per la pace pronunciata in piazza San Pietro. Sul sagrato, la statua originale della Madonna di Fatima, a cui il Santo Padre ha reso omaggio  con la Rosa d’Oro. Prima dell’ingresso di Papa Leone in piazza, con il consueto giro in papamobile tra i fedeli, la statua mariana venerata in tutto il mondo è stata portata in processione dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina, lungo via della Conciliazione,  fino al  sagrato della basilica, sostando anche nel luogo della piazza dove è avvenuto l’attentato a Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981.

“Tra le parole di Gesù che non vogliamo lasciar cadere, una risuona in particolare oggi”, ha detto Leone XIV: “Metti via la spada. Disarma la mano e prima ancora il cuore”.
“La pace è disarmata e disarmante”, ha ribadito citando le sue prime parole da Pontefice: “Non è deterrenza, ma fratellanza, non è ultimatum, ma dialogo. Non verrà come frutto di vittorie sul nemico, ma come risultato di semine di giustizia e di coraggioso perdono”.
Per Leone, “metti via la spada è parola rivolta ai potenti del mondo, a coloro che guidano le sorti dei popoli: abbiate l’audacia del disarmo!
Ed è rivolta al tempo stesso a ciascuno di noi, per farci sempre più consapevoli che per nessuna idea, o fede, o politica noi possiamo uccidere. Da disarmare prima di tutto è il cuore, perché se non c’è pace in noi, non daremo pace”.
“Sostare accanto alle infinite croci del mondo, dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli, per portarvi conforto, comunione e aiuto”, l’esordio dell’omelia, in cui il Papa ha chiesto a Maria “il dono della compassione verso ogni fratello e sorella che soffre e per tutte le creature”. Poi la citazione di padre David Maria Turoldo: “Madre, tu sei ogni donna che ama; madre, tu sei ogni madre che piange un figlio ucciso, un figlio tradito. Questi figli mai finiti di uccidere”.
 “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Le ultime parole di Maria riferite dal Vangelo, pronunciate alle nozze di Cana, “risultano quasi un testamento” e “devono essere carissime ai figli, come ogni testamento di una madre”. “Maria, come un segnale indicatore, orienta oltre sé stessa, mostra che il punto di arrivo è il Signore Gesù e la sua Parola, il centro verso cui tutto converge, l’asse attorno al quale ruotano il tempo e l’eternità”, ha spiegato Leone XIV: “Fate la sua Parola, raccomanda. Fate il Vangelo, rendetelo gesto e corpo, sangue e carne, fatica e sorriso. Fate il Vangelo, e si trasformerà la vita, da vuota a piena, da spenta ad accesa. Fate qualsiasi cosa vi dica: tutto il Vangelo, la parola esigente, la carezza consolante, il rimprovero e l’abbraccio. Ciò che capisci e anche ciò che non capisci. Maria ci esorta ad essere come i profeti: a non lasciare andare a vuoto una sola delle sue parole”.
“I grandi del mondo si costruiscono imperi con il potere e il denaro”, ma “Dio non fa così: il suo impero è quel poco di spazio che basta per lavare i piedi dei suoi amici e prendersi cura di loro”, ha proseguito Papa Leone : “È anche l’invito ad
acquisire un punto di vista diverso per guardare il mondo dal basso, con gli occhi di chi soffre, non con l’ottica dei grandi; per guardare la storia con lo sguardo dei piccoli e non con la prospettiva dei potenti; per interpretare gli avvenimenti della storia con il punto di vista della vedova, dell’orfano, dello straniero, del bambino ferito, dell’esule, del fuggiasco. Con lo sguardo di chi fa naufragio, del povero Lazzaro, gettato alla porta del ricco epulone”.
“Altrimenti non cambierà mai niente, e non sorgerà un tempo nuovo, un regno di giustizia e di pace”, il grido d’allarme del Papa: “Così fa anche la Vergine Maria nel cantico del Magnificat, quando posa lo sguardo sui punti di frattura dell’umanità, là dove avviene la distorsione del mondo, nel contrasto tra umili e potenti, tra poveri e ricchi, tra sazi e affamati. E sceglie i piccoli, sta dalla parte degli ultimi della storia, per insegnarci a immaginare, a sognare insieme a lei cieli nuovi e terra nuova”.
 “Dio regala gioia a chi produce amore nel mondo, gioia a quanti, alla vittoria sul nemico, preferiscono la pace con lui”,
ha garantito il Pontefice commentando la frase contenuta nel Vangelo di Matteo: ”Beati voi, operatori di pace”. “Coraggio, avanti, in cammino, voi che costruite le condizioni per un futuro di pace, nella giustizia e nel perdono”, ha commentato: “Siate miti e determinati, non lasciatevi cadere le braccia. La pace è un cammino e Dio cammina con voi. Il Signore crea e diffonde la pace attraverso i suoi amici pacificati nel cuore, che diventano a loro volta pacificatori, strumenti della sua pace”. Infine la preghiera a Maria, “donna pacificata nel profondo, Regina della pace”: “Prega con noi, Donna fedele, grembo sacro al Verbo. Insegnaci ad ascoltare il grido dei poveri e di madre Terra, attenti ai richiami dello Spirito nel segreto del cuore, nella vita dei fratelli, negli avvenimenti della storia, nel gemito e nel giubilo del creato. Santa Maria, madre dei viventi, donna forte, addolorata, fedele, Vergine sposa presso la Croce dove si consuma l’amore e sgorga la vita, sii tu la guida del nostro impegno di servizio.
Insegnaci a sostare con te presso le infinite croci dove il tuo Figlio è ancora crocifisso, dove la vita è più minacciata; a vivere e testimoniare l’amore cristiano accogliendo in ogni uomo un fratello; a rinunciare all’opaco egoismo per seguire Cristo, vera luce dell’uomo.
Vergine della pace, porta di sicura speranza, Accogli la preghiera dei tuoi figli!”.