Leone XIV, “la conversione ecologica modifica la storia”

Il Papa ha dedicato la catechesi dell’udienza di oggi al rapporto tra la Risurrezione di Cristo e l’ecologia integrale. Sullo sfondo, la Laudato si’ di Papa Francesco

“Se non è custode del giardino, l’essere umano ne diventa devastatore”. A lanciare il grido d’allarme è stato Leone XIV, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al rapporto tra la Risurrezione di Cristo e l’ecologia integrale. “La cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento”, il monito prendendo a prestito le parole di Papa Francesco nella Laudato si’: “Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza”. Di qui l’urgenza di rilanciare una “conversione ecologica, che i cristiani non possono separare da quell’inversione di rotta che seguire Gesù richiede loro”.

 “Coltivare e custodire il giardino è il compito originario che Gesù ha portato a compimento”,

ha esordito il Papa citando la Maddalena, che “piangendo vicino alla tomba vuota, non riconobbe subito Gesù risorto, ma pensò che fosse il custode del giardino”. Maria Maddalena, ha commentato, “non sbagliò del tutto, credendo di incontrare il custode del giardino! Doveva, in effetti, riascoltare il proprio nome e comprendere il proprio compito dall’Uomo nuovo, quello che in un altro testo giovanneo dice: ‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’ (Ap 21,5)”.

“La speranza cristiana risponde alle sfide cui oggi l’intera umanità è esposta sostando nel giardino in cui il Crocifisso è stato deposto come un seme, per risorgere e portare molto frutto”,

ha spiegato il Pontefice: “Il Paradiso non è perduto, ma ritrovato. La morte e la risurrezione di Gesù sono fondamento di una spiritualità dell’ecologia integrale, fuori dalla quale le parole della fede restano senza presa sulla realtà e le parole delle scienze rimangono fuori dal cuore”.

La conversione ecologica, infatti, “inizia nel cuore ed è spirituale, modifica la storia, ci impegna pubblicamente, attiva solidarietà che fin d’ora proteggono persone e creature dalle brame dei lupi,

nel nome e in forza dell’Agnello Pastore. Così, i figli e le figlie della Chiesa possono oggi incontrare milioni di giovani e di altri uomini e donne di buona volontà che hanno ascoltato il grido dei poveri e della terra lasciandosene toccare il cuore”. “Sono molte anche le persone che desiderano, attraverso un più diretto rapporto col creato, una nuova armonia che le porti oltre tante lacerazioni”, ha osservato il Papa: “Lo Spirito ci dia la capacità di ascoltare la voce di chi non ha voce. Vedremo, allora, ciò che ancora gli occhi non vedono: quel giardino, o Paradiso, cui andiamo incontro soltanto accogliendo e portando a compimento ciascuno il proprio compito”.