Leone XIV e le “cose nuove”: la Chiesa nell’era digitale

Nel libro “Il Papa delle ‘Cose Nuove’”, Enzo Romeo racconta il pontificato di Leone XIV come risposta alle sfide dell’era digitale. Tra ascolto, prossimità e discernimento, emerge il ritratto di una Chiesa che costruisce ponti, dialoga con il presente e cerca di orientare l’innovazione al servizio della persona e del bene comune

Ci sono libri che raccontano un pontificato e altri che provano a coglierne il significato profondo. “Il Papa delle ‘Cose Nuove’” (Àncora) di Enzo Romeo appartiene a questa seconda categoria. Non è un profilo celebrativo né un saggio tecnico, ma un percorso di lettura e di interpretazione di ciò che il pontificato di Leone XIV rappresenta: un tempo di passaggio. Come Leone XIII, che alla fine dell’Ottocento seppe interpretare le trasformazioni della rivoluzione industriale, il primo Papa americano della storia è chiamato a confrontarsi con quelle generate dall’era digitale. E lo fa scegliendo uno stile sobrio e concreto, fondato sull’ascolto, sulla responsabilità e sulla prossimità.

Romeo accompagna il lettore con lo sguardo del cronista e la sensibilità di chi conosce la vita della Chiesa.

Racconta Robert Prevost – religioso agostiniano, missionario in Perù, uomo di governo e di dialogo – non come un outsider inatteso, ma come il segno di una Chiesa che cerca di attraversare i cambiamenti senza subirli. “Il pontefice è colui che costruisce ponti”, osserva l’autore, e la biografia di Leone XIV è segnata proprio da ponti: tra Nord e Sud del mondo, tra diritto e profezia, tra istituzione e popolo, tra memoria e futuro.

Il cuore del volume sta però nella domanda che percorre ogni capitolo. Che cosa significa annunciare il Vangelo nell’epoca dell’intelligenza artificiale? Quale contributo può offrire la Chiesa in un mondo in cui le macchine apprendono, decidono e comunicano? Romeo non offre risposte facili. Mostra piuttosto come Leone XIV scelga di affrontare questa sfida con realismo e discernimento, proponendo un approccio che custodisca la dignità della persona e orienti la tecnologia al bene comune.

Il libro non trascura le altre questioni centrali del nostro tempo: le disuguaglianze, le nuove povertà, la solitudine sociale, i conflitti dimenticati.

In continuità con l’esortazione Dilexi te, Romeo descrive una Chiesa che non si limita a denunciare ma cerca di ascoltare il grido delle persone più vulnerabili, riconoscendo in esso un appello evangelico. È la Chiesa che, secondo Leone XIV, non persegue logiche di potere ma si impegna a costruire relazioni e a dare senso alle trasformazioni in corso.

Un elemento originale del volume è la struttura dialogica.

Alla fine di ogni capitolo l’autore apre il discorso a un confronto con esperti di diversi ambiti – teologi, filosofi, economisti, sociologi, comunicatori – che, alla luce della loro esperienza, offrono prospettive complementari sul cambiamento e sulle attese legate al nuovo pontificato. Queste voci ampliano l’orizzonte e rendono il libro un luogo di confronto tra fede e cultura.

Il risultato è un testo solido e stimolante, che accompagna il lettore attraverso le grandi questioni del presente e lo invita a guardare al futuro con lucidità e fiducia.

Nel ritratto di Enzo Romeo, Leone XIV appare come un pontefice attento ai segni dei tempi, chiamato a guidare una Chiesa che sceglie di “ripartire da Cristo” anche nel cuore delle trasformazioni tecnologiche e sociali. Le “cose nuove” non sono soltanto le innovazioni che cambiano la storia: sono, più profondamente, i modi sempre diversi con cui la fede può entrare in dialogo con il mondo contemporaneo.