Leone XIV, “De Gasperi, Livatino e D’Acquisto esempi luminosi di giustizia”

Alcide De Gasperi, Salvo D’Acquisto e Rosario Livatino. Sono tre “luminosi esempi di speranza e di giustizia, di umiltà e di dedizione per lo Stato” citati dal Papa, nell’omelia della messa presieduta sabato scorso, 25 ottobre, nell’Aula della benedizione per il Giubileo degli Uffici Cerimoniali Istituzionali. “Il primo testimone è il servo di Dio Alcide De Gasperi, del quale è in corso il processo di beatificazione”, ha detto Leone XIV, secondo quanto si legge nel testo diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede: “Coniugando la propria fede con una crescente responsabilità politica, questo statista fu tra i padri costituenti della Repubblica italiana. Lungo gli anni segnati dai due conflitti mondiali, si impegnò a costruire ponti che resistettero alle correnti di opposte ideologie. Il suo amore per Dio, infatti, ne sosteneva la dedizione alla Patria, insegnandoci che la politica, la diplomazia e la difesa nazionale diventano strumenti di autentica carità quando sono vissute con animo umile”. Il secondo testimone da imitare è il venerabile Salvo D’Acquisto, anch’egli prossimo alla beatificazione: per il Papa, “il suo sacrificio ha un valore molto più prezioso della medaglia d’oro al valore militare che ne onora la memoria: dando la vita per i propri concittadini, infatti, egli realizzò pienamente la sua missione di Carabiniere. In un tempo di guerra e di odio, il suo coraggio divenne profezia di una pace costruita sulla dedizione più generosa: sono uomini come lui a illuminare le difficoltà che anche oggi pesano su tanti popoli”. Il terzo testimone che affidato ai presenti è il beato Rosario Livatino, “primo magistrato nella storia a essere riconosciuto come martire”: “Col suo impegno incrollabile per la giustizia, egli ha testimoniato che la legalità non è anzitutto un insieme di norme, ma uno stile di vita, e quindi un possibile cammino di santità. ‘Sub tutela Dei’, scriveva in cima ai suoi appunti: sotto la protezione divina ci poniamo fiduciosi anche noi, lavorando ogni giorno come servitori della verità e tessitori di unità. Lo Stato, infatti, si trasforma in meglio se ciascuno se ne sente responsabile, nutrendo con i più alti valori spirituali il proprio senso civico e il dovere istituzionale”.