Chiesa
Leone XIV: “Aspirate alla santità, non accontentatevi di meno”
Il Santo Padre ha presieduto la Messa davanti a oltre un milione di giovani. L’invito a guardare in alto
“Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo”. Le parole di papa Leone XIV sono echeggiate nell’omelia pronunciata nella spianata di Tor Vergata, dove domenica mattina sono stati presenti oltre un milione di giovani. Il Vangelo della XVIII domenica del tempo ordinario propone l’insegnamento di Gesù sul rapporto con le ricchezze.
“La pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né da ciò che possediamo – ha detto il pontefice -. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle cose di lassù, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, di perdono, di pace, come quelli di Cristo”. L’omelia ha catturato l’attenzione dei giovani presenti. “Comprare, ammassare, consumare, non basta”, il monito di Leone XIV ai giovani. Il Santo Padre, piuttosto, propone l’incontro con Cristo. “Teniamoci uniti a lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la comunione eucaristica, la confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati santi”.
È il Giubileo della speranza che non delude.
“Non spegnere la speranza con surrogati inefficaci”, incalza Prevost. “Aspiriamo continuamente a un ‘di più’ che nessuna realtà creata ci può dare”,”sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere”. Il concetto viene ribadito proprio alla luce della liturgia. “Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci!”, ha esclamato il Pontefice: “Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima. Ed è bello, anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con lui verso gli spazi eterni dell’infinito”.
Dopo l’omelia papa Leone ha raccolto l’applauso dei presenti. Concelebrano 20 cardinali, 300 Vescovi, diverse migliaia di sacerdoti.
Angelus. “Una cascata di grazia per la Chiesa e il mondo intero, e lo è stato attraverso la partecipazione di ognuno di voi”. Così il Papa ha definito il Giubileo dei giovani, durante l’Angelus al termine della messa a Tor Vergata, in cui ha ringraziato i giovani “uno ad uno, con tutto il cuore” e ha affidato ancora una volta al Signore Maria e Pascale, “le due pellegrine, una spagnola e l’altra egiziana, che ci hanno lasciato in questi giorni”. In inglese, Leone XIV ha poi ricordato tutti i giovani che soffrono “in ogni terra ferita dalla guerra”, citando in particolare i giovani di Gaza e dell’Ucraina. “Voi siete il segno che un mondo differente è possibile”, l’omaggio in spagnolo. “Sì, con Cristo è possibile”, ha aggiunto in italiano: “con il suo amore, il suo perdono, la forza del suo Spirito”.
Svestiti gli abiti sacri, il pontefice ha nuovamente salutato i giovani. “Voi siete il sale della terra, la luce del mondo”. Poi il saluto ai giovani impossibilitati a essere presenti per le difficili situazioni internazionali.

