Chiesa
Leone XIV ai giovani dell’Ncyc: “Non delegate all’IA le scelte della vita, restate liberi di pensare”
Durante l’incontro con 16mila giovani cattolici dell’Ncyc a Indianapolis, Leone XIV ha affrontato temi chiave come misericordia, relazioni, salute mentale e tecnologia. Ha ricordato che “il peccato non ha mai l’ultima parola”, esortando a fidarsi di Dio, a coltivare amicizie autentiche e a usare con discernimento l’intelligenza artificiale e i mezzi digitali
A volte basta una domanda posta con sincerità per riportare il Vangelo al suo luogo naturale: la vita concreta. È accaduto nel collegamento tra Papa Leone XIV e i 16mila giovani della National Catholic Youth Conference (Ncyc) di Indianapolis, un incontro che ha intrecciato temi diversi – perdono, fragilità, tecnologia, futuro della Chiesa – restituendoli con un linguaggio diretto. Il Papa ha situato il dialogo dentro il cammino giubilare, ricordando che “stiamo vedendo segni di speranza ovunque” e che la fede cresce quando si riconosce che “il Signore è con noi”. Ha richiamato la Presentazione di Maria come esempio di disponibilità: la giovane che “offrì tutta se stessa a Dio” diventa immagine di un affidamento possibile anche per chi cerca orientamento. Rispondendo sulla misericordia, Leone XIV ha ribadito che “il peccato non ha mai l’ultima parola” e che Dio “non si stanca mai di perdonare”. Nel sacramento della riconciliazione, ha ricordato, “sappiamo con certezza che siamo perdonati”, un punto di partenza che apre alla possibilità di un cammino.
La National Catholic Youth Conference
La National Catholic Youth Conference (Ncyc) è il più grande raduno di giovani cattolici negli Stati Uniti. Organizzata ogni due anni dalla National Federation for Catholic Youth Ministry, riunisce migliaia di adolescenti, educatori e accompagnatori provenienti da diocesi e scuole di tutto il Paese.
Prevede momenti di preghiera, catechesi, testimonianze, liturgie e laboratori tematici pensati per favorire incontro, discernimento e partecipazione alla vita ecclesiale.
Fragilità, amicizia e preghiera: fidarsi si impara nel tempo
Il Papa ha accolto con realismo le fatiche interiori raccontate dai giovani, segnalando che la Chiesa riconosce la complessità della stagione che vivono. Sulla salute mentale ha richiamato la lettera di Pietro: “Gettate in Gesù ogni preoccupazione, perché Egli ha cura di voi”, indicando che la fede non elimina il peso delle giornate ma consente di non portarlo da soli. La fiducia, ha osservato, non nasce da un gesto immediato ma da un rapporto che cresce: “Non possiamo affidare i nostri problemi a qualcuno che conosciamo appena”. Da qui il ruolo della preghiera, luogo non di performance ma di sincerità: “A volte la cosa migliore è seguirla un momento… poi tornare alla preghiera e dire: ‘Signore, sono distratto. Tu lo capisci’”. Centrale anche il tema delle relazioni.
“Un vero amico vi aiuta a crescere avvicinandovi a Gesù”.
ha detto, ricordando che il pensiero “nessuno mi capisce” rischia di isolare più che proteggere. In questo orizzonte, la maturazione personale passa attraverso il riconoscimento di chi sostiene, accompagna e ascolta senza giudicare, costruendo un modo cristiano di affrontare la fragilità.

(Foto Vatican Media/SIR)
Tecnologia, IA e futuro ecclesiale: il discernimento come stile
Interpellato sul rapporto con la tecnologia, Leone XIV ha riconosciuto che il digitale amplia possibilità e linguaggi, ma ha aggiunto che “la tecnologia non può sostituire le relazioni vere”. La messa in presenza resta “fondamentale per la vita comunitaria”, perché introduce a una dimensione di corporeità e comunione che nessuna mediazione virtuale può offrire. San Carlo Acutis, ha ricordato, è un esempio di equilibrio: capace di usare il web come strumento, senza esserne dominato. La riflessione sull’intelligenza artificiale è stata particolarmente chiara:
“L’IA non può dare saggezza. Non può distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Non chiedetele di fare il vostro lavoro al posto vostro”.
L’invito è a custodire il proprio pensiero critico e la propria libertà interiore: “Usatela in modo tale che, se sparisse domani, sapreste ancora pensare, creare, agire”. Sul futuro della Chiesa, il Papa ha ricordato la promessa evangelica: “Le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa”, affiancandola a un richiamo alla corresponsabilità: “Voi non siete soltanto il futuro della Chiesa. Siete il suo presente”. Partecipazione, preghiera, discernimento vocazionale e cura delle comunità diventano quindi i luoghi in cui la Chiesa si forma oggi. Citando sant’Agostino – “il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” – il Papa ha concluso indicando nell’amicizia con Cristo la via per leggere le domande del presente e trasformarle in scelte consapevoli.
