Chiesa
Leone XIV agli eremiti, “in un mondo alienato c’é bisogno di interiorità e silenzio”
In un mondo “sempre più alienato nell’esteriorità mediatica e tecnologica”, c’è bisogno di un “richiamo all’interiorità e al silenzio, per vivere in contatto con sé stessi, col prossimo, con il creato e con Dio”. Con queste parole il Papa ha attualizzato la missione degli eremiti, un gruppo dei quali, provenienti dalle diocesi italiani, sono stati ricevuti in udienza oggi, mentre partecipano al Giubileo della vita consacrata. “Questa vocazione all’adorazione e alla preghiera interiore, propria di ogni credente, voi eremiti ed eremite siete chiamati a viverla in modo esemplare, per essere nella Chiesa testimonianza della bellezza della vita contemplativa”, ha detto Leone XIV, che poi ha precisato: “Essa non è fuga dal mondo, ma rigenerazione del cuore, perché sia capace di ascolto, sorgente di agire creativo e fecondo della carità che Dio ci ispira”. “Dall’intima amicizia col Signore rinascono la gioia di vivere, lo stupore della fede e il gusto della comunione ecclesiale”, ha spiegato il Pontefice: “La vostra distanza dal mondo non vi separa dagli altri, ma vi unisce in una solidarietà più profonda, perché la solitudine orante genera la comunione e la compassione per tutto il genere umano e per ogni creatura, sia nella dimensione dello Spirito, sia nel contesto ecclesiale e sociale in cui siete posti come fermento di vita divina”.
“La vostra presenza semplice e la vostra testimonianza orante, attraverso la comunione con il vescovo e la relazione fraterna con i parroci, diventano preziose e feconde, poiché accrescono il respiro spirituale della comunità cristiana”. Per Leone XIV, “ciò è vero soprattutto nelle aree interne del Paese, contesti rurali in cui presbiteri e religiosi si fanno sempre più rari e le parrocchie si impoveriscono di opportunità”, ha affermato Leone XIV, secondo il quale “anche nei contesti urbani, anonimi e complessi, segnati dalla cattiva solitudine, le presenze eremitiche sono oasi di comunione con Dio e con i fratelli”. “Mentre restate fedeli all’eredità ricevuta dai Padri della Chiesa nel custodire la Parola, attraverso la lectio divina e il servizio della lode e dell’intercessione con la preghiera dei salmi, siete al tempo stesso chiamati a interpretare le nuove sfide spirituali con la creatività dello Spirito Santo”, il mandato del Pontefice, che ha esortato i presenti “al dialogo con tutti i cercatori di senso e di verità”, pere “condividere e orientare la loro ricerca spirituale, spesso confusa”.
“Chiamati a stare sulla breccia, con le mani alzate e il cuore vigile, camminate sempre alla presenza di Dio, solidali con le prove dell’umanità, l’invito finale: “Tenendo fisso lo sguardo su Gesù e aprendo le vele del cuore al suo Spirito di vita, navigate con tutta la Chiesa, nostra madre, sul mare tempestoso della storia, verso il Regno di amore e di pace che il Padre prepara per tutti”.
