Cultura
Le “Vie di San Francesco” riconosciute itinerario culturale europeo
L’Alter Christi ha offerto modelli di pace, di fraternità e di solidarietà necessari per l’Europa di oggi
Il “cammino di Francesco” è stato riconosciuto dal Consiglio d’Europa come itinerario culturale, per l’alto valore educativo e per l’indubbia modernità del messaggio d’amore del Poverello d’Assisi, che travalica i confini nazionali. Il riconoscimento, sostenuto dal Ministero della Cultura italiano, è frutto di dieci anni di lavoro ed è, per prima cosa, un dono per i giovani che devono essere istruiti alla pace, alla custodia del creato, all’importanza del dialogo, al disarmo, alla non violenza, alla giustizia e alla cura degli ultimi, tutte tematiche interne allo spirito francescano. La riscoperta di questo pellegrinaggio, che si aggiunge a quello giubilare di quest’anno, non è semplice perché viviamo in una società sempre meno attenta al passato. Bisogna allora recuperare le antiche radici francescane e presentarle alle nuove generazioni, per costruire un domani migliore. L’itinerario serve per esprimere un nuovo concetto di spazio abitato in Europa, nel quale possa germogliare il seme di una sana fraternità ispirata all’eredità religiosa e umana del santo umbro, e finalizzata ad abbattere quel finto comunitarismo senza valori derivato dalla logica industriale settecentesca. I francescani sono stati in tutto il mondo, hanno percorso una miriade di sentieri, come ha fatto il loro maestro, il primo itinerante per eccellenza, senza mai smettere di studiare e di lavorare. Le istituzioni cattoliche e non devono credere in questo itinerario, affinché l’Europa abbia qualcosa da dire e non solo da gestire. L’identificazione come percorsi culturali di rilevanza europea delle vie battute dal Padre Serafico genera un connubio tra fede, spiritualità, studi universitari e patrimonio identitario. È certamente un evento fondamentale in vista delle celebrazioni, nel 2026, degli ottocento anni dalla morte dell’Alter Christi. L’itinerario ha sede ad Assisi e prevede tre direttrici: la ricerca universitaria (per settori come la botanica, la musica, la medicina e la teologia), con il coinvolgimento degli atenei francescani, la tutela del patrimonio francescano materiale e immateriale e i cammini nei luoghi francescani. La rete dei tragitti, sviluppata a partire dagli anni ’90 specie in Italia centrale, collega i siti legati alla vita del Poverello e ai suoi fraticelli. Si parte dal cammino di Francesco per poi arrivare a quello di Rimini, di La Verna, quindi al cammino dei protomartiri, a quello di Sant’Antonio, allo Chemin d’Assise tra Francia e Italia e all’itinerario per le chiese francescane in Slovacchia. Sono a disposizione tecnologie digitali per la fruizione dei beni immateriali, e sono in programmi altri percorsi da rilanciare, come il cammino di Sant’Antonio in Portogallo, da Lisbona a Coimbra. L’iniziativa è promossa dall’associazione “Saint Francis’ Ways” presente in dodici paesi, la cui mission è preservare e diffondere la memoria di San Francesco. “I cammini spirituali lambiscono borghi, eremi, sono un tessuto di trame e tappe, percorsi pieni di vita. E i cammini francescani sono un esercizio di cittadinanza condivisa. Con questo riconoscimento auspichiamo un avvio di nuovi sentieri, sul solco di Francesco e di ciò che non ha mai smesso di rappresentare: un dialogo aperto, tra luoghi, generazioni, identità” ha detto il ministro della cultura Giuli, durante la conferenza per l’annuncio del riconoscimento il 2 luglio, a cui hanno partecipato anche la project manager dell’Associazione internazionale Saint Francis’ Ways, Raffaella Rossi, il vicesegretario alla presidenza del consiglio, Marco Villani, e il presidente dell’Associazione Saint Francis’ Ways, mons. Paolo Giulietti.
