Attualità
Le verità negate sui test di medicina
Sono una ragazza iscritta al semestre filtro che ha sostenuto le due prove del 20 novembre e 10 dicembre 2025. Scrivo perché è stato detto troppo su questi appelli e su questo semestre filtro e molte di queste non sono vere, non sono reali. Da agosto ci è stata palesata la possibilità di frequentare la facoltà di medicina senza dover superare un test d’ingresso. Tutti dentro, queste sono state le parole seguite dal primo “ma”. Tutti dentro “ma” bisogna sostenere tre esami di tre materie fondamentali: chimica, biologia e fisica: i pilastri di qualsiasi facoltà STEM (Science, Technology, Engineering, Matematica). Iniziano le lezioni in modalità mista tra online e presenza ma non in tutti gli atenei le cose filano nel modo giusto. Non tutte le università forniscono gli strumenti per la didattica online e non hanno abbastanza posto per lasciar entrare tutti in presenza. Risultato? Non tutti possono usufruire dello stesso insegnamento. Si inizia già con il piede sbagliato formando i ragazzi in maniera diversa, chi più chi meno in base alle università. Primo grande problema delle università italiane: i fondi messi a disposizioni per migliorare, per permettere a tutti di avere lo stesso tipo di istruzione. Andando avanti arriva il secondo grande “ma”. Tre materie da sostenere prima dell’immatricolazione definitiva e prima di essere veramente uno studente di medicina “ma” come sono strutturati e quali sono i programmi scelti dal ministero per le tre materie? Tre programmi per tre materie molto densi e, soprattutto per quanto riguarda fisica, troppo vasti. Il corso di biologia a medicina è un corso annuale ma per il semestre è stato tutto condensato in un corso di quasi tre mesi con meno di un mese di preparazione a due appelli ravvicinati. Chimica e propedeutica biochimica e fisica pur non essendo due corsi annuali hanno avuto le stesse criticità. Programmi condensati, poco tempo per le spiegazioni e le esercitazioni in aula. Professori che lottavano contro il tempo per spiegare tutto quello che potevano e nel miglior modo possibile “ma” gli studenti? Ragazzi giustamente confusi con tantissimi dubbi e poco tempo per riprendere e approfondire gli argomenti. Questa è formazione? Solitamente la facoltà di medicina è a frequenza obbligatoria “ma” per il semestre filtro? Ogni università, dopo un mese di lezione, ha fornito un tetto minimo di ore per poi sostenere l’esame considerando anche, in alcune università, lezioni di recupero per raggiungere il minimo di ore richiesto “ma” queste lezioni non erano facili da prenotare in quanto non erano per tutti ma su prenotazione e con limite di posti. Anche qui tutto con ritardo perché il ministero non si era ancora espresso sulla frequenza obbligatoria. Arriviamo alla fine delle lezioni “ma” gli studenti come possono studiare per tre esami da sostenere lo stesso giorno? I più diranno che lo studio deve essere giornaliero, seguire le lezioni e studiare è l’unico modo per superare gli esami, bisogna solo sapersi organizzare. È tutto facile finché non lo si deve fare. Una normale giornata si costituisce di sei ore di lezione al termine delle quali, nel migliore dei casi, senza considerare i pendolari o simili, si è a casa a metà pomeriggio. Considerando lo studio pomeridiano che non riuscirà mai a coprire una ripetizione totale degli argomenti delle tre materie, un pasto e un paio d’ore di studio prima delle necessarie otto ore di sonno che consiglia l’OMS, quanto tempo si ha realmente per studiare, capire e internalizzare queste tre materie? Avete mai provato? Parlo da persona che ha già completato un percorso universitario e posso assicurare che l’università non è una gara dei 100 metri di atletica in cui tutto si esaurisce dopo 10 secondi. È una maratona lunghissima in cui bisogna avere costanza e organizzazione ma soprattutto tempo. Tempo per andare a lezione, per capire tutto quello che è stato spiegato, per ripetere, per esercitarsi se l’esame richiede la risoluzione dei problemi, tempo per sbagliare, per chiedere spiegazioni, per ricominciare e per imparare davvero non solo per sostenere un esame. Nello specifico nessuno ha potuto svolgere delle esercitazioni che potessero preparare al test. Con il test di ingresso venivano fornite linee guida precise e tanti manuali venivano utilizzati per lo studio e per l’esercitazione con le domande a risposta chiusa. Quest’anno nessun testo adeguato, nessun simulatore perché con programmi diversi e le nuovissime domande a completamento e la mancanza di linee guida nessuno ha potuto fornire strumenti per preparare al test perché, chiamiamo le cose con il loro nome, questo è stato solo un test d’ingresso posticipato con 31 domande a materia da fare in 45 minuti uno dopo l’altro. 20 novembre e 10 dicembre le due date per i “due appelli”. Esiti della prova del 20 novembre? 3 dicembre con possibilità di visionare il proprio compito “ma” senza la possibilità di avere la soluzione delle domande a completamento. Fino al 3 dicembre ognuno di noi era consapevole di 2 cose: bisogna avere 18 in tutte le materie per entrare nella graduatoria per accedere alla facoltà di medicina e basta un’insufficienza per non entrare in graduatoria e per essere escluso anche dalle facoltà affini indicate a inizio settembre che sarebbero state la seconda scelta qualora il punteggio fatto nelle tre prove non avesse permesso di rientrare nella graduatoria finale di medicina. Una volta scoperto che il 90% degli studenti non arrivava alla sufficienza nelle tre materie cambiano le regole del gioco. Da qualche giorno si parla della possibilità di poter accedere anche con insufficienza. Quindi i voti positivi o negativi che abbiamo rifiutato alla prima prova scompariranno e chi ora prenderà ancora meno? Per chi ha avuto 17.5 come prima insufficienza (e no, non si arrotonda a 18 cosa che invece accade con 18.5 diventando 19) e raggiungerà 16 cosa succede? Con una insufficienza più grave è ancora più difficile entrare, si potrà riprendere il vecchio voto negativo? “ma” cambiare le regole durante il gioco si può? Quindi domani la serie A giocherà e decideranno durante la partita che si possono sostituire i giocatori e poi farli rientrare in campo dopo averli fatti riposare. La verità è una ed è questa. La ministra ha creato il caos, ha promesso qualcosa che non esiste, ha preso in giro migliaia di ragazzi di 19 anni e l’11 dicembre ad Atreju ha avuto anche il coraggio di deridere e denigrare due di loro mentre chiedevano gentilmente delle spiegazioni. Li ha insultati definendoli comunisti e a dirla tutta che insulto dovrebbe essere? L’identità personale, il credo e l’orientamento politico fanno parte della persona, non sono strumenti di denigrazione “ma” nella nostra società ogni “diverso” paga le conseguenze delle sue scelte ed è questo quello che una ministra, chi ci rappresenta nel mondo, insegna e mostra a noi. E allora no, non va bene. Non va bene il sistema universitario e non è giusto che la politica impedisca a dei ragazzi di studiare, di formarsi e di credere nei propri sogni. Come dicevo io sono una ragazza già laureata, ho un master e tra meno di un anno un dottorato ma ho sempre sognato la laurea in medicina pur continuando a fare lo stesso lavoro che giornalmente faccio. Per me conseguire questa laurea non è un qualcosa di necessario “ma” semplicemente coronare un sogno, è una rivincita personale quindi queste parole non sono perché ho superato o non superato un test ma sono per i ragazzi che non hanno certezze. Accanto a me durante le prove ho visto ragazzi piangere, attacchi di panico e ho sentito delle parole che fanno rabbrividire. Ho sentito di persone che affermavano di non sentirsi adatti, all’altezza, di non sapere cosa fare senza questi tre 18. I ragazzi appena diplomati sono il futuro prossimo di questa società e sono disillusi, persi, affranti, hanno paura, non hanno autostima e così, con questo folle semestre filtro, perderanno un anno. Il risvolto psicologico della questione è grave tanto quanto lo è l’indifferenza da parte delle istituzioni che anziché proteggere li sbeffeggiano pubblicamente. Per la prima volta in Italia si rischia di avere posti vuoti alla facoltà di medicina. Per molte persone anche per il dottor Burioni la colpa è dei ragazzi che non studiano. È facile dare sempre la colpa agli altri. Tantissimi ragazzi non escono di casa da mesi, non lasciano le proprie stanze per studiare, vanno a lezione o seguono le lezioni online e studiano dalla mattina alla sera senza sosta ma non basta e non basterà finché si continua con queste farse. L’università italiana e gli studenti non hanno bisogno di false promesse. Hanno bisogno che il diritto allo studio venga rispettato, di certezze, di un percorso, di strumenti e di tempo ed è questo che continueremo a chiedere. Perché alcune università private, ancora oggi a semestre iniziato, consentono ancora la possibilità di sostenere il test d’ingresso? Perché tanti ragazzi decidono di studiare in Albania, Romania e Spagna per conseguire la laurea in medicina riconosciuta in Italia? C’è qualcosa che a noi piccoli viene nascosto, che non è dato conoscere? Cambiare città ha un costo, cambiare nazione ancora di più, il messaggio che vogliamo dare è quindi che l’istruzione si riserva ai facoltosi? Urlare e sentenziare dall’alto della propria posizione di rappresentante politico non risolverà il problema e il futuro dei ragazzi.
Elena Carbone
